Guglielmo Pepe (esploratore): differenze tra le versioni

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Versione delle 12:12, 19 mar 2011

Guglielmo Pepe
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Il Guglielmo Pepe è stato un esploratore leggero (e successivamente un cacciatorpediniere) della Regia Marina.

Storia

In origine l’armamento avrebbe dovuto essere composto da 4 pezzi da 102 mm ed 8 tubi lanciasiluri da 450 mm, ma durante la costruzione furono apportate le modifiche che risultarono nell’armamento che l’unità ebbe poi al momento dell’entrata in servizio[1].

Nel corso della prima guerra mondiale la nave fu impiegata soprattutto in missioni di “guerriglia marittima”, dapprima nell’Alto Adriatico e poi nell’Adriatico meridionaleErrore nelle note: </ref> di chiusura mancante per il marcatore <ref>. Al largo di Punta Maestra la formazione italiana avvistò quattro cacciatorpediniere (classe «Velebit») e sei torpediniere austro-ungariche e diresse per attaccarle[2][1]. Mentre le navi avversarie facevano rotta per Pola, quelle italiane, al loro inseguimento, furono assalite da tre idrovolanti, che poterono respingere; alle 15.50, tuttavia, dato che da Pola erano usciti a supporto delle navi austro-ungariche anche un incrociatore ed altre due siluranti, la squadra italiana dovette ripiegare ed allontanarsi[2].

L’11 maggio anno Pepe e Rossarol posarono un campo minato nelle acque prospicienti Ancona[1].

Il 12 giugno le due unità – il Pepe era al comando del capitano di corvetta Guida – scortarono fino agli sbarramenti, assieme ad alcune torpediniere, un gruppo di siluranti (cacciatorpediniere Zeffiro, Fuciliere ed Alpino, torpediniere 30 PN e 46 PN, più in appoggio i cacciatorpediniere Nullo e Missori) che avrebbe poi intrapreso il forzamento del porto di Parenzo[2].

L’1-2 novembre il Pepe ed il capoclasse Poerio, insieme ai cacciatorpediniere Nullo e Missori, furono designati per fornire eventuale supporto all’incursione di MAS nel Canale di Fasana[2].

Nel corso del 1917 la nave fu sottoposta a lavori di modifica che videro l'installazione di 2 mitragliere contraeree Vickers da 40/39 mm[1].

Nella notte tra il 25 ed il 26 agosto 1917 Pepe e Rossarol scortarono i MAS 6 e 91, rimorchiati rispettivamente dalle torpediniere 34 PN e 35 PN, che avrebbero dovuto attaccare dei piroscafi in rada a Durazzo: tali trasporti non furono trovati e la missione si concluse così con un nulla di fatto[2].

Il 19 ottobre 1917, alle 6.30, lasciò Brindisi con a bordo il contrammiraglio Biscaretti ed insieme al capoclasse Poerio ed ai cacciatorpediniere Insidioso, Schiaffino e Bronzetti, ponendosi all’inseguimento di un gruppo di navi austroungariche (esploratore Helgoland, cacciatorpediniere Lika, Triglaw, Tatra, Csepel, Orjen e Balaton) che erano uscite da Cattaro per attaccare convogli italiani[2]. Helgoland e Lika, non essendo stati trovati convogli, si portarono in vista di Brindisi per farsi inseguire dalle navi italiane ed attirarle nella zona d’agguato dei sommergibili U 32 ed U 40, ma dopo un lungo inseguimento che vide anche alcuni attacchi aerei alle unità nemiche, tutte le navi italiane tornarono in porto senza danni[2].

Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 il Pepe ed il Rossarol, unitamente ai cacciatorpediniere Nievo ed Indomito, avrebbero dovuto supportare un’altra azione di MAS (i MAS 9 e 20 rimorchiati dalle torpediniere 37 PN e 38 PN) contro Durazzo, ma tale missione non poté essere effettuata a causa del maltempo[2].

Nella notte tra il 14 ed il 15 maggio il Pepe supportò, insieme al Rossarol, i MAS 99 e 100 che, al rimorchio dei cacciatorpediniere Nievo e Bronzetti, tentarono un’incursione nella rada di Antivari: l’attacco si concluse tuttavia con un nulla di fatto[2].

Nel corso dell'anno l'unità subì ulteriori modifiche, quali la sostituzione dei cannoni da 102/35 mm con altrettanti del più moderno modello da 102/45[1].

Il 2 ottobre 1918 fu in mare insieme alla corazzata Dante Alighieri, agli esploratori Racchia, Rossarol e Poerio ed ai cacciatorpediniere Nievo e Schiaffino per contrastare un eventuale contrattacco di navi nemiche provenienti da Cattaro volto ad impedire il bombardamento di Durazzo da parte di altre unità italiane ed inglesi[2].

Il 10 novembre del medesimo anno trasportò a Pola, insieme al gemello Rossarol, rinforzi per le truppe italiane che dovevano occupare la città[3].

Il 27 novembre il Pepe prese possesso di Arbe[3].

Nel 1921 l’unità fu declassata a cacciatorpediniere[4].

Nel periodo interbellico fu impiegato in varie crociere e missioni di rappresentanza in Mar Nero e Mar Egeo.

Nell’ottobre 1937, nel corso della guerra civile spagnola, il Pepe fu ceduto, unitamente al capoclasse Poerio, alla Marina spagnola nazionalista: la nave venne ribattezzata Teruel[4][5]. La radiazione ufficiale dai ruoli della Regia Marina avvenne tuttavia solo il 5 gennaio 1939.

Il Pepe dopo la cessione alla Marina spagnola, con il nuovo nome di Teruel

Pepe e Poerio subirono pesanti ed approfondite modifiche: al termine dei lavori lo scafo risultò essere stato allungato di un metro, il pescaggio da 3,11 calò a 2,8 metri, le 3 caldaie preesistenti furono rimpiazzate con 5 caldaie Yarrow (anche se la velocità si ridusse di un nodo, trattandosi ormai di unità anziane), il dislocamento divenne di 845 tonnellate standard e 911 a pieno carico, l’equipaggio salì a 130 membri; fu rimosso un cannone da 102 mm ed i due pezzi da 40 mm furono rimpiazzati con 2 mitragliere da 37 mm ed altrettante da 20 mm[6].

Nel maggio 1938, durante la scorta ad alcuni mercantili, Teruel ed Huesca (ex Poerio) entrarono accidentalmente in collisione[5][7].

Durante la guerra di Spagna il Teruel catturò il piroscafo sovietico Zyrianin e la nave cisterna statunitense Nantucket Chief[7].

Conclusa la guerra civile, entrambe le navi furono destinate a compiti addestrativi[7].

Il Teruel rimase in servizio sotto bandiera spagnola sino al 1948, anno della sua radiazione[6] e successiva demolizione.

Note

  1. ^ a b c d e Cesare Balzi, Dalla prora alla poppa del Rossarol, su Mondo Sommerso – anno 52 – numero 10 (ottobre 2010)
  2. ^ a b c d e f g h i j Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Favre
  3. ^ a b R. B. La Racine, In Adriatico subito dopo la Vittoria, su Storia Militare n. 210 – marzo 2011
  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Marina Militare
  5. ^ a b http://www.kbismarck.com/mgl/destruc.htm
  6. ^ a b http://www.warshipsww2.eu/shipsplus.php?language=E&id=134379
  7. ^ a b c http://forum.paradoxplaza.com/forum/showthread.php?287025-La-flota-italiana-de-Franco
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