Giovanni da Verrazzano (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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Il [[cacciatorpediniere]] '''''Giovanni da Verazzano''''' [[classe Navigatori (cacciatorpediniere)|classe ''Navigatori'']] della [[Regia Marina]] venne impostato nei [[Cantieri navali del Quarnaro|Cantieri del Quarnaro]] di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] nel [[1927]] e varato nel [[1928]] come [[esploratore (nave)|esploratore leggero]]. Nel [[1938]], nell'ambito della riorganizzazione della Regia Marina, fu riclassificato cacciatorpediniere.


Il '''Giovanni Da Verrazzano''' è stato un [[esploratore (nave)|esploratore]] e successivamente un [[cacciatorpediniere]] della [[Regia Marina]].
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==Storia==

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== Storia ==
=== Nome e motto ===

Il ''Da Verazzano'' prese nome dal grande navigatore italiano [[Giovanni da Verrazzano|Giovanni Da Verazzano]], vissuto a cavallo tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]], che per primo esplorò estesamente la costa orientale del [[Nord America]], dalla [[Florida]] a [[Terranova]].
Il ''Da Verazzano'' prese nome dal grande navigatore italiano [[Giovanni da Verrazzano|Giovanni Da Verazzano]], vissuto a cavallo tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]], che per primo esplorò estesamente la costa orientale del [[Nord America]], dalla [[Florida]] a [[Terranova]].


Il motto della nave, "''Ultra terminos ausus'' (audace oltre i limiti)" è tratto dal monumento dedicato al navigatore nel paese di Greve, sua terra natale.
Il motto della nave, ''Ultra terminos ausus'' (''audace oltre i limiti'') è tratto dal monumento dedicato al navigatore nel paese di Greve, sua terra natale.

=== Gli anni Trenta ===

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Fin dai sui esordi il ''Da Verazzano'' ebbe vita difficile. Infatti entrò in servizio con ritardo il 25 settembre 1930 a causa di rilevanti problemi all'apparato di propulsione e subito dopo dovette rientrare in cantiere per subire le prime modifiche per il miglioramento della [[stabilità ]] (alleggerimento e abbassamento delle [[sovrastruttura|sovrastrutture]]), nonché la sostituzione di [[timone]] (1932) e [[tubo lanciasiluri|tubi lanciasiluri]]<ref name="Ct classe Navigatori">http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Navigatori.html</ref>.

La sua reale vita operativa quindi iniziò solo parecchi mesi dopo, nel maggio 1931. Nel periodo pre-bellico svolse la normale attività di squadra, partecipando anche alle operazioni di appoggio navale durante la [[guerra civile spagnola]].

All’inizio del 1940 fu sottoposto ad altri lavori di modifica, quali l’allargamento dello [[scafo]], la ricostruzione della [[prua]] e l’incremento dell’[[armamento]]<ref name="Ct classe Navigatori"/>.

=== La seconda guerra mondiale ===

All’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale si trovava ancora in cantiere per le modifiche; terminati i lavori, fu assegnato alla XV Squadriglia Cacciatorpediniere, di cui facevano parte i gemelli [[Antonio Pigafetta (cacciatorpediniere)|''Pigafetta'']], [[Alvise Da Mosto (cacciatorpediniere)|''Da Mosto'']] e [[Nicolò Zeno (cacciatorpediniere)|''Zeno'']]. Fino a metà 1941 fu impiegato prevalentemente nel Basso Adriatico, poi fu destinato alle scorte sulle rotte per il Nordafrica ed a missioni di posa di mine.

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[[Immagine:RCT_Da_Verazzano_Fraccaroli_Allan_1968a.jpg|thumb|left|300px|Il ''Da Verazzano'', ripreso da un'unità gemella, in navigazione nei primi mesi di guerra]]

Dal 19 al 23 aprile 1941, insieme alla VII Divisione incrociatori ([[Eugenio di Savoia (incrociatore)|''Eugenio di Saovia'']], [[Duca d'Aosta (incrociatore)|''Duca d’Aosta'']], [[Muzio Attendolo (incrociatore)|''Attendolo'']] e [[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|''Montecuccoli'']]) ed ai gemelli [[Nicoloso Da Recco (cacciatorpediniere)|''Da Recco'']], [[Alvise Da Mosto (cacciatorpediniere)|''Da Mosto'']], [[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|''Pessagno'']], [[Antonio Pigafetta (cacciatorpediniere)|''Pigafetta'']] e [[Nicolò Zeno (cacciatorpediniere)|''Zeno'']], effettuò la posa dei [[campo minato|campi minati]] «S 11», «S 12» ed «S 13» (con l’impiego in tutto di 321 [[mina navale|mine]] e 492 galleggianti esplosivi) ad est di [[Capo Bon]]<ref>http://www.naval-history.net/xDKWW2-4104-31APR02.htm</ref>.

Tra il 23 ed il 24 aprile le unità ripeterono l’operazione posando altre 740 mine<ref>http://www.naval-history.net/xDKWW2-4104-31APR02.htm</ref>.

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Dal gennaio al maggio 1942 fu sottoposto a lavori di modifica: il complesso lanciasiluri di poppa e le mitragliere da 13,2 mm furono sostituiti rispettivamente da 2 mitragliere da 37 mm e 7 da 20 mm, e fu imbarcato anche un ecogoniometro<ref name="Ct classe Navigatori"/>.


Ad inizio agosto 1942, al comando del capitano di fregata Carlo Rossi, effettuò – insieme al gemello Da Recco – una missione di trasporto di viveri a Navarino e quindi proseguì per Bengasi, dove trasportò delle truppe (il Da Recco effettuò analoga missione verso Bengasi); durante la navigazione di ritorno assistette il Da Recco, che era stato colto da avaria<ref>Aldo Cocchia, ''Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942'', pp. 259-260</ref>.
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Fin dai sui esordi il ''Da Verazzano'' ebbe vita difficile. Infatti entrò in servizio con ritardo il [[25 settembre]] [[1930]] a causa di rilevanti problemi all'apparato di propulsione e subito dopo dovette rientrare in cantiere per subire le prime modifiche per il miglioramento della stabilità (alleggerimento e abbassamento delle sovrastrutture). La sua reale vita operativa quindi iniziò solo parecchi mesi dopo, nel maggio [[1931]]. Nel periodo pre-bellico svolse la normale attività di squadra, partecipando anche alle operazioni di appoggio navale durante la [[guerra civile spagnola]].<br>


[[Immagine: RCT_Da_Verrazzano.jpg|thumb|300px|right|Il ''Da Verrazzano'' alla fonda nel 1942. Notare la livrea mimetica]]
== Attività bellica ==


Il 27 settembre stava scortando da Brindisi a Bengasi un convoglio quando, alle 16.40, il sommergibile HMS Umbra silurò la grande e moderna motonave Francesco Barbaro: incendiato, il trasporto nonostante i tentativi di rimorchio affondò, in seguito ad un’esplosione, alle 4.41 del 28 settembre, in posizione 37°15’ N e 19°55’ E<ref>Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 193</ref><ref name="trentoincina">http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Verazzano</ref>.
All'inizio della [[seconda guerra mondiale]] si trovava in cantiere per il secondo ciclo di modifiche (allargamento dello scafo e modifica della prora) comune a quasi tutti i Navigatori. Assegnato inizialmente di base a [[Brindisi]] con la XV [[Regia_Marina#Classificazione_e_organizzazione_della_flotta|squadriglia]], partecipò all'attività nel basso [[Adriatico]] fino alla metà del [[1941]], quando si unì al destino delle unità gemelle nella difficile attività di scorta ai convogli per l'[[Africa Settentrionale]]. Ancora una volta restò però fermo per lavori dal gennaio al maggio del [[1942]], dai quali lavori uscì con l'importante miglioria (installata solamente su sei unità di questa classe) dell'[[ecogoniometro]] per la caccia ai sommergibili. Sfortunatamente questo equipaggiamento non lo salvò dal suo destino: ripresa l'attività di scorta ai convogli, venne affondato per siluramento da sommergibile il [[19 ottobre]] 1942 a largo di [[Lampedusa]], dopo aver compiuto 148 missioni per un totale di oltre 42.000 [[miglio (unità di misura)|miglia]] e oltre 2800 ore di moto.


Il 17 ottobre salpò da Napoli, insieme ad altri cinque cacciatorpediniere e tre torpediniere, per scortare a Tripoli un convoglio di quattro mercantili<ref name="trentoincina"/><ref name="Navi mercantili perdute">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 81-82</ref><ref name="danieleranocchia">http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm</ref>. Poco prima dell’una del 19 ottobre il convoglio fu attaccato dal sommergibile britannico Unbending tra Lampedusa e Pantelleria: alle 12.58 fu colpito il piroscafo Beppe (che affondò alle 13.45 in posizione 35°52’ N e 12°05’ E), e poco più tardi il Da Verrazzano, dopo aver evitato con la manovra un primo siluro, fu a sua volta colpito da una seconda arma: lo scoppio provocò l’asportazione della poppa<ref name="trentoincina"/><ref name="Navi mercantili perdute"/><ref name="danieleranocchia"/>. L’equipaggio tentò di tenere a galla la nave, ma fu tutto inutile: il cacciatorpediniere dovette essere abbandonato e s’inabissò alle 14.50, in posizione 35°52’ N e 12°02’ E<ref name="trentoincina"/><ref name="Navi mercantili perdute"/><ref name="danieleranocchia"/>.


Il ''Da Verrazzano'' aveva effettuato 148 [[missione|missioni]] di guerra, percorrendo complessivamente più di 42.000 miglia.
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== Note ==
{{-}}
<references/>


==Bibliografia==
==Bibliografia==
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* Nicola Sarto. ''Gli esploratori - poi cacciatorpediniere - classe "Navigatori"'', "Marinai d'Italia", 2007, 12, 17-32.
* Nicola Sarto. ''Gli esploratori - poi cacciatorpediniere - classe "Navigatori"'', "Marinai d'Italia", 2007, 12, 17-32.
* Ufficio Storico della Marina Militare, ''La battaglia dei convogli: 1940-1943'', Roma, 1994
* Ufficio Storico della Marina Militare, ''La battaglia dei convogli: 1940-1943'', Roma, 1994
* Aldo Cocchia, ''Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942'', Mursia 2004


==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==
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{{Classe Navigatori}}
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[[Categoria:Cacciatorpediniere della Regia Marina|Da Verazzano, Giovanni]]
[[Categoria:Cacciatorpediniere della Regia Marina]]
[[Categoria:Imbarcazioni militari della seconda guerra mondiale|Da Verazzano, Giovanni]]

Versione delle 16:55, 10 feb 2011

Giovanni da Verrazzano
voci di navi presenti su Wikipedia

Il Giovanni Da Verrazzano è stato un esploratore e successivamente un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Storia

Nome e motto

Il Da Verazzano prese nome dal grande navigatore italiano Giovanni Da Verazzano, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, che per primo esplorò estesamente la costa orientale del Nord America, dalla Florida a Terranova.

Il motto della nave, Ultra terminos ausus (audace oltre i limiti) è tratto dal monumento dedicato al navigatore nel paese di Greve, sua terra natale.

Gli anni Trenta

Fin dai sui esordi il Da Verazzano ebbe vita difficile. Infatti entrò in servizio con ritardo il 25 settembre 1930 a causa di rilevanti problemi all'apparato di propulsione e subito dopo dovette rientrare in cantiere per subire le prime modifiche per il miglioramento della stabilità (alleggerimento e abbassamento delle sovrastrutture), nonché la sostituzione di timone (1932) e tubi lanciasiluri[1].

La sua reale vita operativa quindi iniziò solo parecchi mesi dopo, nel maggio 1931. Nel periodo pre-bellico svolse la normale attività di squadra, partecipando anche alle operazioni di appoggio navale durante la guerra civile spagnola.

All’inizio del 1940 fu sottoposto ad altri lavori di modifica, quali l’allargamento dello scafo, la ricostruzione della prua e l’incremento dell’armamento[1].

La seconda guerra mondiale

All’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale si trovava ancora in cantiere per le modifiche; terminati i lavori, fu assegnato alla XV Squadriglia Cacciatorpediniere, di cui facevano parte i gemelli Pigafetta, Da Mosto e Zeno. Fino a metà 1941 fu impiegato prevalentemente nel Basso Adriatico, poi fu destinato alle scorte sulle rotte per il Nordafrica ed a missioni di posa di mine.

Il Da Verazzano, ripreso da un'unità gemella, in navigazione nei primi mesi di guerra

Dal 19 al 23 aprile 1941, insieme alla VII Divisione incrociatori (Eugenio di Saovia, Duca d’Aosta, Attendolo e Montecuccoli) ed ai gemelli Da Recco, Da Mosto, Pessagno, Pigafetta e Zeno, effettuò la posa dei campi minati «S 11», «S 12» ed «S 13» (con l’impiego in tutto di 321 mine e 492 galleggianti esplosivi) ad est di Capo Bon[2].

Tra il 23 ed il 24 aprile le unità ripeterono l’operazione posando altre 740 mine[3].

Il 1° maggio posò nuovamente mine a nordest di Tripoli, insieme ai gemelli Pigafetta, Da Mosto, Da Recco, Zeno e Pessagno ed agli incrociatori Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta ed Attendolo[4].

Il 3 giugno effettuò la posa di due campi minati a nordest di Tripoli, insieme ai cacciatorpediniere Pigafetta, Da Mosto, Da Recco, Gioberti, Scirocco ed Usodimare ed alle Divisioni IV (incrociatori leggeri Bande Nere e Di Giussano) e VII (incrociatori leggeri Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta ed Attendolo)[5].

Il 28 giugno posò il campo minato «S 2» nel Canale di Sicilia insieme agli incrociatori Attendolo e Duca d’Aosta ed ai cacciatorpediniere Pigafetta, Da Mosto, Da Recco e Pessagno[6].

Il 7 luglio, insieme alle Divisioni incrociatori IV (Bande Nere e Di Giussano) e VII (Attendolo e Duca d’Aosta) ed ai cacciatorpediniere Pigafetta, Da Mosto, Da Recco, Pessagno, Maestrale, Grecale e Scirocco, effettuò una missione di posa mine nel Canale di Sicilia[7].

Nella notte del 12-13 ottobre avrebbe dovuto effettuare la posa di un altro campo minato, insieme ai cacciatorpediniere Vivaldi, Malocello, Pigafetta, Camicia Nera ed Aviere ed agli incrociatori leggeri Eugenio di Savoia, Montecuccoli e Duca d’Aosta, ma l’operazione fu annullata in seguito all’uscita in mare della Mediterranean Fleet[8].

Dal 14 al 16 novembre scortò da Taranto a Bengasi, insieme al Pigafetta, i trasporti Città di Genova e Città di Napoli[9].

Il 1° dicembre recuperò 66 sopravvissuti dell’incrociatore ausiliario Adriatico, affondato dalla Forza K britannica nella mattinata di quel giorno[10].

Dal gennaio al maggio 1942 fu sottoposto a lavori di modifica: il complesso lanciasiluri di poppa e le mitragliere da 13,2 mm furono sostituiti rispettivamente da 2 mitragliere da 37 mm e 7 da 20 mm, e fu imbarcato anche un ecogoniometro[1].

Ad inizio agosto 1942, al comando del capitano di fregata Carlo Rossi, effettuò – insieme al gemello Da Recco – una missione di trasporto di viveri a Navarino e quindi proseguì per Bengasi, dove trasportò delle truppe (il Da Recco effettuò analoga missione verso Bengasi); durante la navigazione di ritorno assistette il Da Recco, che era stato colto da avaria[11].

Il Da Verrazzano alla fonda nel 1942. Notare la livrea mimetica

Il 27 settembre stava scortando da Brindisi a Bengasi un convoglio quando, alle 16.40, il sommergibile HMS Umbra silurò la grande e moderna motonave Francesco Barbaro: incendiato, il trasporto nonostante i tentativi di rimorchio affondò, in seguito ad un’esplosione, alle 4.41 del 28 settembre, in posizione 37°15’ N e 19°55’ E[12][13].

Il 17 ottobre salpò da Napoli, insieme ad altri cinque cacciatorpediniere e tre torpediniere, per scortare a Tripoli un convoglio di quattro mercantili[13][14][15]. Poco prima dell’una del 19 ottobre il convoglio fu attaccato dal sommergibile britannico Unbending tra Lampedusa e Pantelleria: alle 12.58 fu colpito il piroscafo Beppe (che affondò alle 13.45 in posizione 35°52’ N e 12°05’ E), e poco più tardi il Da Verrazzano, dopo aver evitato con la manovra un primo siluro, fu a sua volta colpito da una seconda arma: lo scoppio provocò l’asportazione della poppa[13][14][15]. L’equipaggio tentò di tenere a galla la nave, ma fu tutto inutile: il cacciatorpediniere dovette essere abbandonato e s’inabissò alle 14.50, in posizione 35°52’ N e 12°02’ E[13][14][15].

Il Da Verrazzano aveva effettuato 148 missioni di guerra, percorrendo complessivamente più di 42.000 miglia.

Note

  1. ^ a b c http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Navigatori.html
  2. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4104-31APR02.htm
  3. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4104-31APR02.htm
  4. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4105-32MAY01.htm
  5. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4106-33JUN01.htm
  6. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4106-33JUN02.htm
  7. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4107-34JUL01.htm
  8. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4110-37OCT01.htm
  9. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4111-38NOV02.htm
  10. ^ Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, p. XV
  11. ^ Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, pp. 259-260
  12. ^ Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, p. 193
  13. ^ a b c d http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Verazzano
  14. ^ a b c Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, p. 81-82
  15. ^ a b c http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm

Bibliografia

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  • Aldo Cocchia e Filippo De Palma. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VI: La Guerra nel Mediterraneo – La difesa del Traffico coll'Africa Settentrionale: dal 10 giugno 1940 al 30 settembre 1941. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1958.
  • Aldo Cocchia. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VII: La Guerra nel Mediterraneo – La difesa del Traffico coll'Africa Settentrionale: dal 1º ottobre 1941 al 30 settembre 1942. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare ,1962
  • Giuseppe Fioravanzo. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. IV: La Guerra nel Mediterraneo – Le azioni navali: dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare ,1959
  • Giuseppe Fioravanzo. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. V: La Guerra nel Mediterraneo – Le azioni navali: dal 1º aprile 1941 all'8 settembre 1943. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare ,1960
  • Giuseppe Fioravanzo. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VIII: La Guerra nel Mediterraneo – La difesa del Traffico coll'Africa Settentrionale: dal 1º ottobre 1942 alla caduta della Tunisia. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare ,1964
  • Pier Filippo Lupinacci. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. XVIII: La Guerra di Mine. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare ,1966
  • Nicola Sarto. Gli esploratori - poi cacciatorpediniere - classe "Navigatori", "Marinai d'Italia", 2007, 12, 17-32.
  • Ufficio Storico della Marina Militare, La battaglia dei convogli: 1940-1943, Roma, 1994
  • Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Mursia 2004

Collegamenti esterni

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