Vincenzo Fagiuoli

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Vincenzo Fagiuoli

Vincenzo Fagiuoli (Verona, 11 settembre 1894Roma, 26 febbraio 1985) è stato un dirigente pubblico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Convinto interventista, partecipa come volontario alla prima guerra mondiale. Ferito durante la permanenza al fronte, durante la guarigione termina gli studi universitari di lettere e filosofia[1][2].

Terminata la guerra, intraprende la libera docenza presso l'università di Torino, dove viene in contatto con gli ambienti dei Fasci italiani di combattimento. A seguito di ciò, nel 1920 si iscrive al partito fascista. Grazie alla conoscenza di Alberto De Stefani, amico di famiglia e ministro della finanze, viene introdotto nel mondo finanziario[1][2].

Il suo primo incarico è presso la Società Finanziaria per l’Industria e il Commercio. Nel 1926 viene nominato consigliere delegato e direttore generale della Società Fosfati impegnata nelle miniere di Kosseir. Nel 1927 partecipa alla fondazione di SAFNI (Società Anonima Fertilizzanti Naturali Italia), e si attiva per la stipula di contratti pluriennali di esportazione del fosfato con numerosi Stati (Giappone, Grecia, Olanda, Belgio Francia, Polonia Paesi scandinavi, Gran Bretagna)[3].

La sua carriera termina nel 1943 quando, in seguito ad alcune sue prese di posizione e scontri con alcuni gerarchi, viene sollevato da Mussolini da ogni incarico. Fa così ritorno a Verona e si stabilisce nella villa di famiglia a San Pitro in Cariano ed assume la presidenza delle Cartiere Fedrigoni, poiché nel 1924 aveva sposato Elsa Fedrigoni. Alla fine della seconda guerra mondiale, Fagiuoli è incaricato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, Carlo Sforza, di seguire il recupero dei beni italiani sequestrati in Egitto e viene reinsediato alla presidenza della SEF. A nome del Governo italiano negozia un accordo commerciale tra l'Italia e l'Egitto, che consente di appianare il contenzioso circa le riparazioni di guerra per le operazioni militari effettuate dall'Italia nel Nord-Africa[2].

Gli ultimi anni della sua vita li dedica allo studio e alla sua passione per i libri, ben testimoniata dalla sua vasta biblioteca[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Brugnoli, 2009, pp. 275-276.
  2. ^ a b c Vincenzo Fagiuoli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Claudio Maria Mancini , L’Archivio della Direzione Generale per la Stampa Estera del Ministero della Cultura Popolare nell’Archivio Storico-Diplomatico del MAE. Appunti di una prima ricerca (PDF), a cura di Isabella Proia, 2022, p. 62. URL consultato l'8 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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