Vincenzo Bianchini (mosaicista)

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Vincenzo Bianchini, detto anche Ser Vincenzo Furlan (Udine, circa 1498Venezia, circa 1566), è stato un pittore italiano, ma soprattutto il capostipite di una famiglia di mosaicisti attivi a Venezia nel XVI secolo[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vincenzo Bianchini nacque a Udine intorno al 1498, figlio di Giovanni Antonio dei Bianchi da Udine, di professione barbiere.[2][3]

Insieme al fratello Domenico ed ai figli, Bianchini è considerato un mosaicista aderente al manierismo, che tradusse con grande capacità i cartoni dei pittori come Francesco Salviati.[2]

La prima informazione storica su Bianchini fu l'incarico di mosaicista per la basilica di San Marco, il 6 maggio 1517, assieme al maestro Ludovico Rizzo, per la quale eseguirono entrambi un Angelo, conservato nel coro.[2]

Successivamente Bianchini ebbe qualche problema con la giustizia[4] e solamente nel 1532 la documentazione storica lo indicò attivo per rifare gli antichi mosaici, quali il Giudizio di Salomone,[1][5][6] ultimato nel 1538, nel lato settentrionale dell'atrio della basilica, vicino al sepolcro del doge Gradenigo, opera nella quale Bianchini si dimostrò un riformatore artistico.[4] Per quanto riguarda la paternità del cartone rimane qualche incertezza,[2] anche se alcune fonti storiche sostengono che lavorò sotto la guida di Jacopo Sansovino,[1][4]

Sempre nel 1538 ricevette l'incarico dall'Opera del duomo di Pisa, per un mosaico a decorazione della porta del Camposanto, ora irrintracciabile.[1][2]

Tra il 1542 e il 1552 Bianchini lavorò, assieme al figlio Giovanni Antonio e a Giovanni Demio per una grandiosa composizione a mosaico, raffigurante l'Albero genealogico della Vergine, collocata nella parete di fondo del transetto, nella basilica di San Marco.[2]

L'opera, oltre agli interventi del Demio, risultò influenzata dagli elementi stilistici del Salviati e del manierismo,[1] evidenziati soprattutto nelle figure, caratterizzate da un'esteriorità di un michelangiolismo accademico.[2]

Nel 1563 Vincenzo Bianchini partecipò ad un concorso per mosaicisti indetto dalla Procuratia di San Marco: ma vinse il concorrente Francesco Zuccato. Però venne accolta la sua figura del profeta Malachia e inserita nel sottarco interno del transetto sinistro. Negli stessi anni Vincenzo Bianchini eseguì le figure di Sant'Ambrogio e di Santa Tecla, conservate nei pennacchi della cupola di San Leonardo, sempre nel transetto.[2]

Nel 1563, Vincenzo Bianchini fu impegnato, con altri familiari, nel processo intentato contro i fratelli Zuccato, accusati di poca correttezza tecnica, cioè di aver utilizzato il pennello per mosaici al posto delle tessere.[2][7]

Questa vicenda interessò talmente la scrittrice francese George Sand, durante un suo soggiorno veneziano, da scrivere un romanzo dedicato all'argomento, intitolato Les maîtres mosaïstes (1837).[7]

Dopo questa data non vi sono più informazioni storiche riguardanti la carriera artistica di Vincenzo Bianchini.[1][2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo, coro basilica di San Marco a Venezia (1517);
  • Giudizio di Salomone, atrio della basilica di San Marco a Venezia (1538);
  • Decorazione della porta del Camposanto per il duomo di Pisa (1538);
  • Albero genealogico della Vergine, transetto della basilica di San Marco a Venezia (1552);
  • Malachia, transetto della basilica di San Marco a Venezia (1563);
  • Sant'Ambrogio, transetto della basilica di San Marco a Venezia (circa 1563);
  • Santa Tecla, transetto della basilica di San Marco a Venezia (1563).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Bianchini Vincenzo, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 244.
  2. ^ a b c d e f g h i j Giovanni Mariacher, Bianchini, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968. URL consultato il 12 giugno 2019.
  3. ^ Bianchini Domenico detto Rossetto, su dizionariobiograficodeifriulani.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  4. ^ a b c Biografia degli artisti, su books.google.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  5. ^ Demio girovago dell'arte, su ilgiornaledivicenza.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  6. ^ Nuovissima guida illustrata della città di Venezia e de' suoi dintorni ..., su books.google.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  7. ^ a b I maestri mosaicisti (PDF), su medianaonis.it. URL consultato il 12 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Boschini, Le ricche minere..., Venezia, 1674.
  • Bianchini, in Enciclopedia Italiana, VI, p. 869.
  • G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma, 1963.
  • R. Pallucchini, Le giovinezza del Tintoretto, Milano, 1950.
  • A. Pasini, Guide..: de St. Mare, Schio, 1888, p. 119.
  • (FR) P. Saccardo, Les mosaiques de St. Mare…, Venezia, 1896.
  • L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti…, Pisa, 1898.
  • (DE) U. Thieme e F. Becker, Bianchini Vincenzo, in Künstler-Lexikon, III, Lipsia, 1950, p. 589.
  • G. Vasari e (a cura di) G. Milanesi, Le Vite..., VII, Firenze, 1881.
  • A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia, 1771.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]