Vestiges of the Natural History of Creation

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Vestiges of the Natural History of Creation
Copertina della XII edizione
AutoreRobert Chambers
1ª ed. originale1844
GenereSaggio
SottogenereBiologia evolutiva
Lingua originaleinglese

Vestiges of the Natural History of Creation (in italiano: Vestigia della storia naturale della creazione) è il titolo di un saggio scientifico-filosofico pubblicato anonimo a Londra nel 1844.

Solo nella dodicesima edizione dell'opera, pubblicata nel 1884, viene svelata l'identità dell'autore, il giornalista e scrittore scozzese Robert Chambers, nel frattempo deceduto[1].

Contenuto dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

L'opera proponeva una teoria naturale della evoluzione biologica e cosmica, che partendo da basi scientifiche metteva insieme acute intuizioni con assolute invenzioni; fece scalpore nella società vittoriana dell'epoca, per il suo radicalismo che contraddiceva le basi della teologia razionale allora dominante. Secondo quest'ultima Dio aveva dato forma a tutte le specie con atti di creazione specifici e questa fissità era un dogma non soltanto religioso ma anche scientifico. In contrasto con questa visione statica Vestiges teorizzava una "legge dello sviluppo" delle creature viventi in base alla quale una specie si trasformava nell'altra, dalle specie più semplici alle più complesse, per arrivare all'uomo.[2]

Successo dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Vestiges incontrò i favori del grande pubblico e divenne in breve un bestseller internazionale, divertendo e conquistando i lettori più vari, dal filosofo John Stuart Mill alla Regina Vittoria, cui si narra che il Principe Alberto lo leggesse ad alta voce.[2]

Charles Darwin, pur avendo giudicato l'opera inattendibile sotto il profilo scientifico, riconobbe che Vestiges aveva contribuito a preparare l'opinione pubblica alla diffusione della teoria dell'evoluzione per selezione naturale da lui proposta nel 1859 in L'origine delle specie.[2][3]

Alfred Russel Wallace, più giovane ed entusiasta, vide nel libro una "ingegnosa ipotesi", che andava confermata o smentita con ulteriori ricerche.[2][4]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1844 (ott.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 1st edition
  • 1844 (dic.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 2nd edition
  • 1845 (feb.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 3rd edition
  • 1845 (mag.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 4th edition
  • 1846 (giu.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 5th edition
  • 1847 (mar.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 6th edition
  • 1847 (mag.) : Vestiges of the Natural History of Creation, 7th edition
  • 1850 : Vestiges of the Natural History of Creation, 8th edition
  • 1851 : Vestiges of the Natural History of Creation, 9th edition
  • 1853 : Vestiges of the Natural History of Creation, 10th edition
  • 1860 : Vestiges of the Natural History of Creation, 11th edition
  • 1884 : Vestiges of the Natural History of Creation, 12th edition (postuma)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Robert Crawford, The Beginning and The End of the World: St Andrews, Scandal and the Birth of Photography, Edimburgo, Birlinn, 2011, ISBN 9781841589800.
  2. ^ a b c d Quammen D., L'uomo che non era Darwin, in National Geographic, dicembre 2008, pp. 50-77.
  3. ^ (EN) Darwin Charles, On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life, su darwin-online.org.uk, Londra, John Murray, 1859.
  4. ^ (EN) Wallace Alfred Russel, My Life, su archive.org, vol. 1, Londra, Chapman and Hall, 1905, p. 254.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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