Utente:TOMSTENICO/Sandbox

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Santa Maria ad Rupes[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario di Santa Maria ad Rupes si trova sulla parete a picco sulla Valle Suppentonia di straordinaria bellezza e di origine vulcanica, larga 700 metri e profonda 200 [1] .


Nell’anno 520 sant'Anastasio di Suppentonia, notaio della curia romana, vi fondò un monastero e i monaci Benedettini costruirono la Basilica di Sant'Elia [2]. [3] Tuttavia nel 1258 il Cenobio e la Basilica furono abbandonati per cinque secoli.

Le origini della Grotta risalgono al VI secolo: fu questo il luogo in cui i monaci benedettini rendevano culto alla Madonna e si ritiravano per la preghiera. Nonostante i secoli di abbandono la venerazione alla Madonna ad Rupes fu sempre viva tra le popolazioni locali.

L'icona della Madonna ad Rupes[modifica | modifica wikitesto]

Nell’iconografia mariana, la Madonna “ad Rupes” appartiene al ristretto numero delle immagini nelle quali la Madonna adora il Figlio che dorme sulle ginocchia materne [4]. Non esistono notizie storiche che permettano di stabilire la provenienza, l’autore e il tempo di collocazione del quadro della Vergine nella Grotta. Secondo gli esperti, l’opera dovrebbe risalire al XVI secolo.


Fra' Andrea Giuseppe Rodio[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso del Santuario della Madonna ad Rupes è strettamente legato al terziario francescano Andrea Giuseppe Rodio. Egli nacque a Locorotondo il 30 novembre del 1743 da una povera famiglia di braccianti [5] Vestì l’abito religioso a Gallipoli nel convento dei Padri Riformati. Partito per un pellegrinaggio alla Città Eterna, nell'Urbe conobbe san Benedetto Giuseppe Labre, il quale gli propose di dedicarsi alla vita eremitica presso la grotta della Madonna ad Rupes nel territorio di Castel Sant’Elia. Nel 1777 Fra’ Andrea Giuseppe Rodio, fu nominato dal Vescovo Filippo Mornati (1704 – 1778) [6] "Custode del Santuario" e, al fine di facilitare l’accesso alla Grotta, senza alcuna conoscenza in materia, concepì l’idea di scavare nel tufo vivo una galleria. Nel 1782 diede il primo colpo di piccone alla roccia e dopo l'instancabile lavoro di 14 anni realizzò una scala di 144 gradini. Morì all'età di 76 anni, in fama di santità, il giorno 11 gennaio 1819 e fu sepolto nella tomba da lui stesso scavata presso l'altare della Madonna. Si può giungere alla Grotta della Madonna anche attraverso la Via Panoramica” o “Strada San Giovanni Paolo II” che si affaccia sulla Valle Suppentonia,


S.E. Mons. Bernardo Giuseppe Döbbing o.f.m.[modifica | modifica wikitesto]

Altro personaggio strettamente legato alla Grotta della Madonna ad Rupes fu il francescano Bernardo Giuseppe Döbbing, Nel 1892 il Vescovo di Nepi Mons. Giuseppe Maria Costantini affidò il Santuario ai Frati Minori della Provincia di Santa Croce in Sassonia. Con il lavoro guidato da S.E. Mons. Bernardo Giuseppe Döbbing[7] (1855-1916) il Santuario si sviluppò assumendo l’aspetto odierno. Fece costruire un convento accanto alla chiesa, ampliò la Grotta della Madonna, con la piazzetta antistante e ammodernò i percorsi che conducono alla Grotta. Inoltre al fine di accogliere i pellegrini che in numero crescente visitavano la Grotta Santa fu avvertita l’esigenza di costruire una chiesa per un migliore svolgimento dei riti liturgici. Negli anni 1908-1910 fu edificata la Basilica di San Giuseppe, in stile gotico a navata unica, il cui progetto è dell’ingegnere Carlo Waldis. Sopra il portone d’ingresso si può ammirare un bassorilievo che raffigura San Giuseppe con il Bambino Gesù. Nell’anno 1912 tutto il complesso del Santuario fu elevato a titolo di Pontificio e di Basilica Minore e passò in proprietà della Santa Sede. Il 22 aprile dell'anno 1900 Bernardo Giuseppe Döbbing fu eletto vescovo di Nepi e Sutri [8]. Fu pastore zelante e attento. Nel 1907 indisse un sinodo diocesano, i cui Atti furono pubblicati nel 1909 [9]. Morì a Roma il 14 marzo 1916 dopo breve malattia.

Peregrinatio Mariae[modifica | modifica wikitesto]

Per ben due volte - nel 1949 e dal 1986 al 1988 - la Venerata Immagine visitò tutte le parrocchie della Diocesi con la “Peregrinatio Mariae”. Vale pena notare che già nel 1949 la Peregrinatio si svolse nelle due Diocesi: quella di Nepi e Sutri, e quella di Civita Castellana, Orte e Gallese. La seconda avvenne dopo la riunificazione delle due Diocesi sorelle a seguito della proclamazione della Madonna ad Rupes a Patrona della nuova Diocesi.

Nel gennaio 1982 a guida pastorale e custodia del Santuario subentrò la Congregazione di S. Michele Arcangelo (Padri Micaeliti), fondata dal Beato P. Bronislao Markiewicz (1842- 1912).

La Madonna “ad Rupes” patrona della Diocesi di Civita Castellana[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 febbraio 1986 il Vescovo Diocesano Mons. Marcello Rosina proclamò la Madonna “ad Rupes” patrona della Diocesi di Civita Castellana dopo la unificazione in una sola Circoscrizione ecclesiastica delle Diocesi di Nepi e Sutri, Civita Castellana, Orte, Gallese avvenuta l'11 febbraio 1986 [10] . La festa liturgica si celebra il 12 settembre, memoria liturgica facoltativa del Santissimo Nome di Maria.

Il Santuario e soprattutto la Grotta sono stati, per secoli, meta di pellegrinaggio e visite papali come quelle di Pio X, Paolo VI, Giovanni XXIII. A conclusione della seconda “Peregrinatio Mariae”, il 1° maggio 1988 il Santo Padre Giovanni Paolo II visitò il Santuario, pregò davanti all’immagine della Madonna ad Rupes donando alla Vergine un prezioso Rosario.


Fonti e Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ SCUNGIO ELISABETTA, Arte e monachesimo benedettino nell’Alto Lazio dalle origini al XII secolo. Documenti, forme insediative e monumenti nelle diocesi di Nepi e di Civita Castellana
  2. ^ S. GREGORIO MAGNO scrisse: “L’abate S. Anastasio, notaio di S. Romana Chiesa, aveva preso l’abito di monaco. Ritiratosi in detto luogo, vi menò per molti anni una vita santa e fu diligente custode e superiore del Cenobio” (Dialoghi I, 7).
  3. ^ Assai interessante anche il sito https://www.basilicasantelia.it/
  4. ^ S. PIO X, Motu Proprio, 15.8.1912
  5. ^ https://www.quivalleditria.it/post/giuseppe-andrea-rodio-grotta-santuario-santissima-maria-ad-rupes/.
  6. ^ MORONI, LXXI, pp. 120-121; Nispi Landi 1887, pp. 283-286, 321; Chiricozzi 1990, p. 122
  7. ^ CORRADO CAVALLO, Enrico Maria Doebbing: un francescano tedesco alla guida della diocesi di Nepi e Sutri alla vigilia della prima guerra mondiale, Centro di Ricerche per la Storia dell'Alto Lazio, 1, Manziana, 2007
  8. ^ https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bdoebb.html
  9. ^ Atti e statuti del sinodo diocesano nepesino-sutrino ce­lebrato da monsignor Giuseppe Bernardo Doeb­bing O.F.M., Roma, Tipografia Vaticana, 1909
  10. ^ La data è quella ufficiale riferita dall'Annuario Pontificio 1987