Utente:Stonewall/Sandbox6

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Rostsel’maš Rostovskij zavod sel’skohozâjstvennyh mašin Ростовский завод сельскохозяйственных машин Ростсельмаш

Fabbrica di trattori di Volgograd
Волгоградский тракторный завод
VgTZ
L'ingresso della fabbrica
StatoBandiera della Russia Russia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1930 a Volgograd
SettoreMetalmeccanica
Prodottimacchine agricole, mezzi corrazzati, armamenti
Titan-Barrikadij
Федеральный научно-производственный центр «Титан-Баррикады»
Титан-Баррикады
Logo
Logo
L'edificio d'ingresso della fabbrica
StatoBandiera della Russia Russia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1914 a Volgograd
SettoreMetalmeccanica
Prodottiarmamenti, lanciatori per missili, artiglieria
Kombinat metallurgico di Magnitogorsk
Магнитогорский металлургический комбинат
ММК
Магнитка
La sede direzionale
StatoBandiera della Russia Russia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1929 a Magnitogorsk
Settoremetallurgico
Prodottilavorazione dell'acciaio
Dipendenti18.600 (2021)
Rostsel’maš
Ростовский завод сельскохозяйственных машин
Ростсельмаш
La sede direzionale
StatoBandiera della Russia Russia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1929 a Rostov sul Don
SettoreMetalmeccanica
Prodottimacchine agricole
Dipendenti10.200 (2021)

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Guerra d'America[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia aerea[modifica | modifica wikitesto]

La Jagdwaffe, l'arma da caccia della Luftwaffe, alla vigilia dello sbarco alleato schierava in Sicilia due gruppi di Bf109 del Jagdschwader 27 e tre gruppi del Jagdschwader 53; inoltre era disponibili nell'Italia meridionale altri tre gruppi del Jagdschwader 77 e un gruppo del Jagdschwader 3; in Sardegna era di base invece il II gruppe del Jagdschwader 51[1]. Nel complesso queste formazioni disponevano di circa 250 caccia che, nonostante l'abilità dei famosi experten tedeschi, non erano assolutamente in grado di contrastare la schiacciante superiorità numerica delle aviazioni alleate; la Regia Aeronautica contribuiva con i caccia del 4° Stormo del colonnello Armando François che all'inizio di luglio avevano sostituito in Sicilia il 1° Stormo[2].



La politica e la diplomazia della prima guerra mondiale comprende le numerose e complesse attività diplomatiche portate avanti dalle grandi potenze belligeranti durante tutto il lungo conflitto per assicurarsi nuovi alleati e per indebolire la posizione politico-strategica delle nazioni nemiche.

Sono inoltre considerate anche le discussioni e le polemiche sorte riguardo al fondamentale problema degli obiettivi di guerra, fittizi o reali, dichiarati pubblicamente o delineati segretamente dalle grandi potenze e della loro evoluzione nel corso dei quattro anni di ostilità.

Iniziative diplomatiche delle grandi potenze all'inizio della guerra[modifica | modifica wikitesto]

Obiettivi di guerra dichiarati e reali delle grandi potenze all'inizio della guerra[modifica | modifica wikitesto]

Nell'euforia nazionalistica scatenata dall'inizio della guerra europea, la popolazione tedesca in grande maggioranza ritenne del tutto giusticata la politica del governo del Reich e approvò le decisoni dei dirigenti e del Kaiser che vollero fin dall'inizio rimarcare il presunto carattere difensivo del conflitto per la Germania[3]. Essendo all'oscuro delle complesse vicende della crisi di luglio e delle pesanti responsabilità del governo tedesco nello scoppio della guerra, il popolo tedesco credette alle assicurazioni dei suoi governanti che si affrettarono con un abile propaganda ad enfatizzare la necessità per la Germania di difendere la propria sopravvivenza contre le grandi potenze mondiali coalizzate contro di lei secondo un piano di accerchiamento lungamento progettato e sviluppato. Si parlò quindi di "guerra imposta" alla Germania da parte di "astiosi" e invidiosi nemici[4]. La presenza inoltre nella coalizione avversaria della Russia zarista, considerata il regno dell'oscurantismo e della reazione antipopolare, permise al governo del Reich di ottenere facilmente l'approvazione anche della maggioranza parlamentare socialdemocratica che votò senza difficoltà i crediti di guerra per fornire le armi ai soldati tedeschi impegnati nella presunta "guerra difensiva"[5]. In questa situazione inizialmente quindi non si parlò pubblicamente di specifiche conquiste tedesche e il Kaiser dopo aver detto che gli avversari "ci costringono a prendere la spada"[5], pronunciò il 4 agosto 1914 al Reichstag la frase "noi non siamo mossi da avidità di conquista"[4].

Prime iniziative tedesche per dividere la coalizione avversaria[modifica | modifica wikitesto]

Concessione alla Russia di Costantinopoli e accordi Sykes-Picot[modifica | modifica wikitesto]

Entrata in guerra dell'Italia e della Bulgaria[modifica | modifica wikitesto]

Contrasti nella dirigenza tedesca e mantenimento degli obiettivi di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Tentativi di compromesso e iniziativa del presidente Wilson[modifica | modifica wikitesto]

Dichiarazione degli obiettivi di guerra dell'Intesa e proposta di pace della Germania[modifica | modifica wikitesto]

Rivoluzione in Russia e entrata in guerra degli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Offerta di pace dell'Austria Ungheria e appello del Papa[modifica | modifica wikitesto]

Mantenimento degli obiettivi di guerra della Germania e crollo della Russia[modifica | modifica wikitesto]

Trattato di Brest-Litovsk[modifica | modifica wikitesto]

I quattordici punti del presidente Wilson[modifica | modifica wikitesto]

Crollo della Germania e fine della guerra[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J. Scutts, Bf 109 Aces of North Africa and the Mediterranean, pp. 59 e 84-85.
  2. ^ G. Rocca, I disperati, p. 273.
  3. ^ F. Fischer, Assalto al potere mondiale, pp. 105-106.
  4. ^ a b F. Fischer, Assalto al potere mondiale, p. 106.
  5. ^ a b F. Fischer, Assalto al potere mondiale, p. 91.