Utente:Siddy3106/Sandbox

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Scuola secondaria di primo grado “Luigi Stefanini"[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere di Voltabarozzo possiede una scuola che porta con sé la bellezza dell’architettura e dell’arte figurativa, oltre che raccontare vite vissute con passione in tempi lontani.Sede scolastica di grande valore storico e artistico dedicata al grande filosofo e pedagogista “Luigi Stefanini” (Treviso, 1891 – Padova, 1956), già Villa Ferri Treves De’ Bonfili-Rignano Sgaravatti è il luogo civile più significativo di Voltabarozzo.

La storia della scuola[modifica | modifica wikitesto]

“L. Stefanini” è la storia di una casa di villeggiatura costruita a cavallo di due secoli (XVIII – XIX) per volontà del suo proprietario Andrea Cittadella. Tale casa con il suo orto annesso passò,poi, di proprietà in proprietà. Oggi proprietà del Comune di Padova è diventata la casa dell’ istruzione, che con la sua storia e la sua architettura rievoca la storia del nostro quartiere passando attraverso l'Impero Asburgico, il Regno D’Italia e la Repubblica.Nel 1840 ne divenne proprietaria Luigia Verardi che nel 17 dicembre del 1855 sottoscrisse l’atto di compravendita dell’intera proprietà al nobile conte Leopoldo Ferri.

Villa Giulietta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1860 Leopoldo Ferri costruì una grande villa (l’attuale Sc. Stefanini) immersa in un grande parco (Parco dei Faggi) dedicata a Giulia Facchini, sua madre.Nel 1861 sposò Anna, una ragazza nobile ungherese. Per la costruzione architettonica della villa si utilizza uno stile romantico molto diffuso in quegli anni nell’Europa centrale. Vengono, infatti , utilizzati disegni con riferimenti neo bizantini e neoromantici; la facciata principale non è rivolta verso sud, come nelle ville venete, ma verso nord. Privilegiando ,così, l’affaccio verso il parco-giardino , il quale nasce con la villa e costeggia via Piovese.

Nell’angolo a nord-ovest della facciata c’è il grande stemma in pietra con raffigurate le insegne delle tre famiglie che hanno segnato la vita del Conte Leopoldo: la famiglia Zabarella (fascia con tre stelle); la famiglia Waldner (immagine del pellicano); la famiglia Facchini (zampa d’aquila o di gallo). Stemmi che si possono ammirare anche guardando i soffitti delle sale del piano terra su cui sono stati dipinti con fasto nei ricchi soffitti decorati con disegni floreali e geometrici assieme allo stemma della famiglia Ferri e della casa d’Austria.

Nel 1902 venne venduta alla baronessa Vittoria Treves dei Bonfili che ci abiterà, assieme al marito Alberto Rignano, per circa 25 anni. Periodo in cui la villa venne ampliata verso sud, costruita in stile Liberty di moda in quel periodo. Nel 1927 la villa e il parco vennero acquistate dal commendatore Vittorio Sgaravatti, che oltre a dimorarvi fu anche sede della ditta “Società Sgaravatti Sementi”. Subito dopo l'acquisto venne costruito un nuovo edificio ad uso “semenzaia” (l’attuale scuola primaria). A causa di cattivi investimenti nel 1969 la società fallì e nella procedura fallimentare si inserì il Comune di Padova che acquista gli immobili nel 1970.

Oggi questa villa è patrimonio culturale di Voltabarozzo e ospita la scuola primaria “Ippolito Nievo “ e la scuola secondaria di primo grado “Luigi Stefanini”.

Villa Ferri[modifica | modifica wikitesto]

La grande carta del padovano di Giovanni Rizzi Zannoni (1780) e della mappa del catasto napoleonico (1811), da esse sappiamo casa è l’attuale edificio addossato alla palestra: un’architettura veneta. Andrea abitava in città e l’aveva costruita come casa di villeggiatura, poi passò di proprietà in proprietà.Nel 1840 ne divenne proprietaria Luigia Verardi che nel 17 dicembre del 1855 sottoscrisse l’atto di compravendita dell’intera proprietà al nobile conte Leopoldo Ferri. I Ferri abitavano vicino alla basilica del santo.

Il restauro della scuola[modifica | modifica wikitesto]

I restauri iniziarono nel 2009 e finirono nell’aprile 2013; la villa si trovava in gravi condizioni, il tetto aveva molte infiltrazioni, alcuni controsoffitti cadevano; nel primo piano il legno era in deterioramento e non si è potuto salvare. Per quanto riguarda l’intonaco era fortemente danneggiato e ci furono numerosi restauri.

Gli interventi strutturali hanno interessato il solaio del secondo piano e la struttura di copertura, per garantire sia la capacità portante sia il miglioramento sismico dell’edificio. Per la copertura si sono fatte aumentare le capacità portanti delle travi. Invece le mensole sono state trattate con protesi lignee, in più sono state messe in opera staffe metalliche. Questo progetto ha visto la luce nel 2012-2013 particolarmente difficile per la scuola italiana per la mancanza di fondi e per le legittime proteste dei docenti. Con questo progetto molte attività vennero sospese,ma si portò a termine il progetto di restaurazione della scuola “Villa Giulietta”voluto fortemente dal consiglio d’Istituto.

Il progetto in collaborazione con l’Assessorato alle politiche Scolastiche,in occasione dei lavori di restauro di Villa Ferri-Treves-Sgaravatti ora scuola Media Stefanini, il consiglio d’Istituto ha proposto ed approvato il progetto di scoperta e conoscenza della villa e di accompagnamento dei lavori di restauro. La metodologia si baserà sull’osservazione,sulla ricerca e sull’approfondimento, sull’esecuzione manuale.La restaurazione del secondo piano ma anche l’ampliamento del primo è dovuto all’ aumento dei ragazzi e delle classi del X istituto comprensivo e questo ha appunto richiesto la presenza di nuove e altre aule.

La storia di Villa Ferri ha inizio quando l’Italia era ancora una Monarchia con l’impero austro-ungarico. I proprietari della villa furono Conti, Baroni e Commendatori.Il periodo di restauro iniziò in un periodo in cui i gusti cominciarono a cambiare a causa del cambiamento della società. Nel 300 gli ingredienti per i quadri erano bava di lumaca, zucchero, latte e uova.Gli interni di Villa Ferri ebbero delle influenze stilistiche a cavallo tra 2 secoli: quelle dell’800 subirono influenze floreali e cambiarono le tecniche di esecuzione, infatti vennero preferiti materiali poveri come gesso e colori a calce. Per rendere gli ambienti più eleganti c’erano 2 modi: decorare le travi o nasconderle.

Gli stucchi di Villa Ferri sono in gesso e hanno consentito di svolgere il lavoro più velocemente, ma data la sua consistenza porosa non è adatto agli ambienti umidi e agli sbalzi termici,per questo la maggior parte degli stucchi di Villa Ferri sono ceduti e si è dovuto provvedere alla loro restaurazione

Arco Tudor[modifica | modifica wikitesto]

L’arco Tudor è basso e ampio e rappresenta lo stile inglese,è a punta e schiacciato.

A Villa Ferri è bicentrico con i 2 raccordi superiori retti;viene detto anche arco parabolico perché può sostenere un peso di 1500 kg per metro lineare.Le porte del piano terra sono rivestite con impalcature di radica di noce, nella parte interna, mentre quella esterna è rivestita in lastronatura di noce.

Il restauro delle decorazioni delle pareti sono riferite alla seconda metà del secolo XX e realizzate con calce e tempera.

Stemma famiglia Ferri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma era appartenente al nobile consiglio della città di Padova fino dal secolo XVI, fu decorata del titolo comitale nella persona di Pellegrino Ferri da Federico IV re di Danimarca nel 1709; titolo che fu riconosciuto dalla Repubblica Veneta nel 1710 e confermato da Francesco I imperatore d’Austria nel 1819.

Stemma Nobiliare con Aquila Asburgica[modifica | modifica wikitesto]

In questo stemma compare l’aquila bicipite nera con le ali aperte, tipica degli Asburgo che contiene un altro scudo, diviso in quattro parti. Sopra lo scudo c’è la scritta S.P.Q.R. [ simbolo di Roma e poi del Sacro Romano Impero , dal quale la corona d’Austria si riteneva erede].

Voltabarozzo tra 800 e 900[modifica | modifica wikitesto]

Il colera: tra il 1835 e il 1836 Padova venne colpita da un’epidemia di colera con 1282 casi, nel 1849 con 890 e nel 1854/55 con 1096.

Lo sport: il 9 gennaio del 1910 prese il via dal ponte di Voltabarozzo il Cross Country podistico organizzato dal settimanale il Pedrocchino. Partirono 15 concorrenti, la gara, con arrivo in Prato della Valle, è vinta da Enrico Stefanini del Club Pedestre Ginnastico. Nell’estate del 1911 la Società ciclisti di Voltabarozzo organizza una gara sul percorso Padova-Piove di Sacco e ritorno. Vi partecipano 28 corridori e all’arrivo è primo Guglielmo Zorzi.

Il Fascismo: i circoli rionali fascisti, poi Gruppi rionali, costituirono l’articolazione del partito fascista a contatto immediato con la popolazione, da cui iniziò la propaganda del regime. Offrivano assistenza e momenti di vita ricreativa, sportiva, culturale e di educazione politica. I Circoli e i Gruppi sono dedicati a eroi della Prima Guerra Mondiale o a personalità del fascismo.

Luigi Stefanini[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Stefanini nacque a Treviso il 3 novembre 1891. Negli anni giovanili, dopo aver conseguito la maturità classica al liceo A. Canova fu protagonista dinamico sul piano religioso e politico-sociale tra organizzazioni di conferenze e partecipazioni a convegni. In altre promuove e dirige il giornale mensile << Il foglio dei giovani>>; successivamente si trasferisce a Padova per conseguire la laurea in filosofia. Nella guerra mondiale è attivo al fronte da convinto patriota. Alla fine del conflitto consegue una seconda laurea in lettere nel 1919. Nei primi anni del dopoguerra fu impegnato sul fronte della politica attiva e divenne presidente regionale per l’Azione cattolica giovanile e consigliere provinciale e comunale nelle file del Partito Popolare nel 1920; inoltre sostenne con successo i concorsi per l’insegnamento liceale, insegno per varie sedi ma quella più importante fu a Padova al Liceo Tito Livio nel 1924 dove rimarrà fino al 1936, anno in cui ottenne la cattedra dell’università di Messina per filosofia teoretica. Dal 1940 al 1943 fu preside della Facoltà di Lettere. Nel secondo conflitto mondiale non aderisce alla Repubblica di Salò, ma non partecipa alla resistenza. Rimarrà a Padova protagonista di numerose iniziative sino al 16 gennaio 1956 anno della sua morte.