Utente:AsiaFantt/Sandbox

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L'olio di Raggia proviene dal Cultivar piantone di Raggia. Si tratta di una Cultivar marchigiana. Ha una drupa di forma ovale e allungata tendente al violaceo e si ottiene un olio di fruttato armonico mandorlato con un profumo di carciofo, dal retrogusto amaro.

Albero di Raggia


Origini

Regione Marche
Carattere botanici e agronomici
Attitudine olio; tradizionalmente anche mesa
Foglia larga ed espansa
Autofertilità parziale
Caratteristiche dei frutti
Forma allungata
Resistenza
All'occhio di pavone alta
Alla rogna alta
Al freddo medio alta


Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Olio Monovarietale di Raggia

La varietà d'olivo Raggia è diffusa nella provincia d'Ancona, sopratutto nell'entroterra di Senigallia.

Quando nei frantoi si lavora l'oliva Raggia, i nasi più addestrati la riconoscono per l'inconfondibile aroma di mandorle, tanto che a Jesi è conosciuta con il termine "mandolino". L'albero d'elevata vitalità, ha una chioma voluminosa e un portamento espanso. La drupa è dotata di un elevato contenuto d'acido oleico ed ha una polpa particolarmente dolce

Il liquido dell' oliva è limpido e vivace, leggermente velato se non è stato filtrato; il colore è verde con dei riflessi dorati che si faranno via via più evidenti col passare del tempo; la densità è mediamente fluida quando è giovane, l'insieme degli aromi è netto e gradevole, si distingue un tenue sentore di foglie che si affievolisce con l'età[1]. Quando anche le sensazioni di fruttato si riducono lasciano il posto ad un sapore netto, gradevolmente dolce con retrogusti mandorlati tipici degli oli delle Marche, dove l'amaro non si percepisce. L'aver centrato tutta l'attenzione sull'olio in quanto alimento, ci ha fatto dimenticare le virtù terapeutiche dell' olio e della pianta d'olivo. L'olio di Raggia era simbolo di ricchezza essendo un prodotto molto costoso per le famiglie del dopo guerra, veniva considerata una disgrazia la sua perdita accidentale. E ancora oggi viene visto come simbolo di sfortuna. Queste proprietà medicamentose venivano sfruttate nell'età antica. In un testo del Settecento si parla di un olio ricavato dalle olive immature, usato per stringere le gengive e i denti tremolanti o per piaghe da decubito. Le aziende olivicole che hanno una produzione di qualità, sono numerose e ben organizzate. Il disciplinare di produzione deve garantire la qualità del prodotto finito e tutelare i consumatori da eventuali frodi. L'olivicoltura è documentata a prima dell' anno Mille. I numerosi frantoi documentano una continuità produttiva, protrattasi per più di un millennio gli alberi secolari testimoniano quant'è diffusa la cultura dell'olivo. Questo olio è ideale per condire verdure grigliate, carne alla brace, pesce arrosto, zuppe e verdure cotte.

Cos' è la Raggia?

"Parente" stretto della Cultivar Frantoio, è storicamente presente delle Marche, in particolare nella collina litoranea della provincia d'Ancona le piante presentano spesso tronchi cariati, che emergono da antiche ceppaie, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Definita "Raja" o " Mandolina" per il sentore così netto di mandorla verde nell'olio. E' consuetudine utilizzare localmente le olive più grandi nere o verdi marinate o in salamoia, molto apprezzate per la polpa particolarmente dolce. L'olio dai toni erbacei, è caratterizzato da uno spiccato sentore di "mandolino"; una buona fluidità lo rende particolarmente gradevole in bocca.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Picchi, Terra e cibo della Marca d'Ancona, Provincia di Ancona Assessorato alle Politiche agricole, Ancona 2002.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Graziella Picchi, Terra e cibo della Marca d'Ancona, Ancona, Provincia di Ancona, 2002.
  • Luca Santini & Claudio Gasparini, Marche chef, Ancona , Gabbiano 2015.
  • www.giardinaggio.it
  • www.pruneti.it
  • www.saporideisassi.it
  • www.aziendaagrariagalluzzi.it