Utente:Amarvudol/Picco

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Sandbox Eugenia Picco

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(non si sa mai che serva)


Eugenia Picco da giovane.

Anna Eugenia Picco (Crescenzago, 8 novembre 1867Parma, 7 settembre 1921) è stata una religiosa e mistica italiana, superiora generale della congregazione delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, venerata come beata dalla Chiesa cattolica.

Figlia di un musicista cieco, Giuseppe Picco, violinista alla Scala e di Adelaide Del Corno, nacque in un paese sobborgo di Milano e venne cresciuta in ambiente agiato e poco religioso.

Inizialmente venne affidata spesso ai nonni durante i viaggi di lavoro dei genitori, poi, con la prematura scomparsa del padre in circostanze misteriose nel corso di una tournée negli Stati Uniti, Eugenia, ancora molto piccola, fu allevata dalla madre e dal suo convivente Basilio Recalcati.[1]

Secondo il suo racconto, Eugenia, che andava maturando un crescente desiderio di ascesi, a vent'anni fu colpita da un fenomeno di transverberazione: in una sera di particolare afflizione, infatti, sarebbe stata "trapassata da una lama di luce" emessa dall'icona appesa sul muro sopra il suo letto.[2]

Il 31 agosto 1887, Eugenia fuggì di casa rifugiandosi a Parma presso la congregazione delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Venne accolta dal fondatore, don Agostino Chieppi e il 10 giugno 1891 fece la professione religiosa con i voti di castità, povertà e ubbidienza con il nome si suor Eugenia.

Dopo essere stata maestra delle novizie e segretaria della congregazione, nel 1911 fu eletta superiora generale, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta dieci anni dopo a causa della tubercolosi.

Il processo di beatificazione

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Suor Eugenia in una immagine tarda.

Dopo la morte di suor Eugenia, iniziò a diffondersi la sua fama di santità già avvertita quand'era ancora in vita e dovuta, come affermano i documenti, al fatto che suor Eugenia era «vista da tutti come esempio di straordinaria virtù e come modello di pietà, di zelo, di prudenza, di spirito di sacrificio e di saggezza.»[3]

Il processo di beatificazione iniziò nel settembre del 1945 e il 18 febbraio 1989 fu riconosciuto l'esercizio eroico delle virtù e suor Eugenia Picco fu dichiarata venerabile.[2]

Il 20 dicembre 1999 fu pubblicato il decreto sul miracolo. Alla sua intercessione fu attribuita dalla Chiesa cattolica la guarigione ritenuta prodigiosa di Camillo Talubingi Kingombe della diocesi di Uvira (nell'allora Zaire) avvenuta il 25 agosto 1992.[3]

Eugenia Picco fu dichiarata beata da Giovanni Paolo II il 7 ottobre 2001 insieme ad altri sette venerabili. È commemorata il 7 settembre, data della sua morte.[1]

  1. ^ a b (EN) Paul Burns, Alan Butler, September 7, in Butler's Lives of the Saints: The Third Millennium, Londra, Continuum International Publishing Group, 2005, p.218, ISBN 978-0-86012-383-5. URL consultato il 19 marzo 2009.
  2. ^ a b Tilla Brizzolara, La sorella del pane. Quasi un diario di Eugenia Picco, piccola figlia dei Sacri Cuori, Rivoli, Elledici, 2001.
  3. ^ a b Profilo di Eugenia Picco dal sito della Santa Sede., su vatican.va. URL consultato il 18 marzo 2009.
  • Gerlando Lentini, Eugenia Picco: "Sarò com tu mi vuoi", Roma, Città Nuova, 1988, ISBN 978-88-311-5442-0.
  • Rossella Cappucciati, Eugenia Picco. Come vuole l'amore, Roma, Città Nuova, 1998, 9788831154741.
  • Tilla Brizzolara, La sorella del pane. Quasi un diario di Eugenia Picco, piccola figlia dei Sacri Cuori, Rivoli, Elledici, 2001, ISBN 978-88-01-00268-3.

Collegamenti esterni

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