Tonto (bevanda)

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Il tonto è una bevanda fermentata a base di banane, tipica dell'Uganda, ed in particolare delle aree centrali e occidentali del paese[1]. Viene anche chiamata mwenge bigere[1][2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il tonto è realizzato facendo maturare le banane verdi per alcuni giorni (solitamente da tre a cinque) in una fossa che viene precedentemente riscaldata e ricoperta di foglie di banano per mantenere uniforme la temperatura. Successivamente viene estratto il succo, che viene poi filtrato e diluito prima di venire miscelato con sorgo tostato macinato. La mistura viene fatta fermentare per due-quattro giorni.[1][2][3]

Tradizionalmente l'estrazione del succo di banana avveniva schiacciandone la polpa coi piedi (mwenge bigere significa birra di piedi), ma a partire dagli anni 2010 si è andato affermando, per motivi igienici, anche l'utilizzo di appositi macchinari.[2]

Tonto ha un contenuto di alcol compreso tra il sei e l'undici per cento in volume.[1]

La produzione del tonto è una fonte di reddito per molte famiglie delle regioni di coltivazione delle banane dell'Uganda centrale e occidentale.[1]

Nel distretto di Kayunga viene utilizzata una varietà di banana, chiamata kayinja o mbidde, che è riconosciuto da Slow Food tra i Presidi Slow Food[4] e raccolto nell'Arca del Gusto,[5] ma vengono utilizzate comunemente anche altre varietà locali.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) World Health Organization, Global Status Report on Alcohol 2004 (PDF), Ginevra, World Health Organization - Department of Mental Health and Substance Abuse, 2004, p. 20, ISBN 9241562722.
  2. ^ a b c d (EN) Simon Musasizi, Jakana’s dream is to immortalise mubisi, tonto, su The Observer - Uganda. URL consultato il 19 agosto 2021.
  3. ^ (EN) Other Fermented Beverages, su Oxford Handbooks Online. URL consultato il 19 agosto 2021.
  4. ^ Banana kayinja di Bugonya - Presìdi Slow Food, su Fondazione Slow Food. URL consultato il 19 agosto 2021.
  5. ^ Banana Kayinja o Mbidde - Arca del Gusto, su Fondazione Slow Food. URL consultato il 19 agosto 2021.