Struttura sociale

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Nelle scienze sociali, la struttura sociale è una organizzazione sociale modellata nella società, che è sia emergente che determinante nelle azioni degli individui. La struttura sociale viene intesa come l'ambiente in cui i soggetti (membri della società) interagiscono tra loro. Esistono, per questo, diversi livelli all'interno di una stessa struttura sociale legati a ruoli, definiti anche come status che ogni persona occupa all'interno di questo ambiente, istituzione e società.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo studio precoce delle strutture sociali è ciò che ha formato lo studio delle istituzioni, della cultura e dell'agenzia, dell'interazione sociale e della storia.

Alexis de Tocqueville fu apparentemente il primo a usare il termine struttura sociale; in seguito, Karl Marx, Herbert Spencer, Max Weber, Ferdinand Tönnies ed Émile Durkheim contribuirono tutti allo sviluppo di concetti strutturali in sociologia. Max Weber ha studiato e analizzato le istituzioni della società moderna: mercato, burocrazia (impresa privata e pubblica amministrazione) e politica (ad esempio, democrazia).

Uno dei primi e più completi resoconti della struttura sociale fu fornito da Karl Marx, che collegò la vita politica, culturale e religiosa al modo di produzione (una struttura economica sottostante). Marx sosteneva che la base economica determinasse sostanzialmente la sovrastruttura culturale e politica di una società. Successivi resoconti marxisti, come quello di Louis Althusser, proponevano una relazione più complessa che affermava la relativa autonomia delle istituzioni culturali e politiche, oltre che una determinazione generale da parte di fattori economici solo "in ultima istanza"[1].

Nel 1905, il sociologo tedesco Ferdinand Tönnies pubblicò per la prima volta il suo studio The Present Problems of Social Structure negli Stati Uniti,[2] sostenendo che solo la costituzione di una moltitudine in un'unità crea una "struttura sociale" (basando questo approccio sul suo concetto di volontà sociale).

Émile Durkheim (attingendo alle analogie tra i sistemi biologici e sociali resi popolari da Herbert Spencer e altri) ha introdotto l'idea che diverse istituzioni e pratiche sociali abbiano avuto un ruolo nell'assicurare l'integrazione funzionale della società attraverso l'assimilazione di diverse parti in un unico totale auto-riproducente. In questo contesto, Durkheim ha distinto due forme di relazione strutturale: solidarietà meccanica e solidarietà organica. Il primo descrive strutture che uniscono parti simili attraverso una cultura condivisa; il secondo invece descrive parti differenziate unite attraverso lo scambio sociale e l'interdipendenza materiale.[1]

Come hanno fatto Marx e Weber, più in generale, Georg Simmel ha sviluppato un approccio ad ampio raggio che ha fornito osservazioni e approfondimenti su dominazione e subordinazione, competizione, divisione del lavoro, formazione di partiti, rappresentanza, solidarietà interiore unita all'esclusività verso l'esterno e molti caratteristiche simili in riferimento allo Stato, ad una comunità religiosa, ad un'associazione economica, ad una scuola d'arte e a reti familiari e di parentela (per quanto diversi siano gli interessi che generano queste associazioni, le forme in cui si realizzano gli interessi possono essere ancora identiche.[3]

La nozione di struttura sociale è stata ampiamente sviluppata nel XX secolo, con contributi chiave forniti da:

  • prospettive strutturaliste basate sulle teorie di Claude Lévi-Strauss;
  • prospettive femministe o marxiste, da prospettive funzionaliste come quelle sviluppate da Talcott Parsons e dai suoi seguaci;
  • da una varietà di prospettive analitiche (vedi Blau 1975, Lopez e Scott 2000).

Alcuni seguono Marx nel tentativo di identificare le dimensioni fondamentali della società che spiegano le altre dimensioni, sottolineando maggiormente la produzione economica o il potere politico. Altri seguono Lévi-Strauss nel cercare un ordine logico nelle strutture culturali. Altri ancora, in particolare Peter Blau, seguono Simmel nel tentativo di fondare una teoria formale della struttura sociale su modelli numerici nelle relazioni, analizzando, per esempio, i modi in cui fattori come la dimensione del gruppo formino relazioni intergruppo.

La nozione di struttura sociale è intimamente connessa a una varietà di argomenti centrali nelle scienze sociali, inclusa la relazione tra struttura e azione. I tentativi più influenti di combinare il concetto di struttura sociale con l'azione li troviamo nella teoria della strutturazione di Anthony Giddens e nella teoria pratica di Pierre Bourdieu.

Giddens sottolinea la dualità della struttura e dell'agire, nel senso che strutture e azioni non possono essere concepite separatamente l'una dall'altra. Ciò gli permette di argomentare che le strutture non sono né indipendenti dagli attori né determinanti del loro comportamento, ma piuttosto serie di regole e competenze su cui gli attori disegnano e che, nel loro complesso, riproducono.

L'analisi di Giddens, a questo riguardo, è strettamente parallela alla decostruzione dei binari di Jacques Derrida che sono alla base del ragionamento sociologico e antropologico classico (in particolare le tendenze universalizzanti dello strutturalismo di Lévi-Strauss). La teoria pratica di Bourdieu cerca anche una considerazione più flessibile della struttura sociale come incorporata nel comportamento individuale piuttosto che determinativo.[1]

Altri lavori recenti di Margaret Archer (teoria della morfogenesi), Tom R. Burns e collaboratori (teoria delle dinamiche attore-sistema e teoria dei sistemi sociali) e Immanuel Wallerstein (Teoria dei sistemi mondiali) hanno fornito elaborazioni e applicazioni dei classici sociologici nella sociologia strutturale.

La teoria dei sistemi di regole sociali riduce le strutture di (3) a particolari sistemi di regole, cioè i tipi di strutture di base di (1 e 2). Condivide con la teoria dei ruoli, la sociologia organizzativa e istituzionale e l'analisi della rete la preoccupazione per le proprietà strutturali e gli sviluppi. Allo stesso tempo fornisce strumenti concettuali dettagliati, necessari per generare proposte, modelli e analisi interessanti e fruttuosi.

I sociologi distinguono anche tra:

  • struttura normativa, ovvero la rappresentazione di un modello di relazioni in una data struttura (organizzazione), tra norme e modi di operare che si sviluppano tra persone di posizioni sociali diverse;
  • struttura ideale, ovvero la rappresentazione di un modello di relazioni nato tra credenze e opinioni di persone di varie posizioni sociali;
  • struttura di interesse, ovvero un modello di relazioni che si sviluppa tra obiettivi e desideri di persone di diverse posizioni sociali;
  • struttura di interazione, con forme di comunicazione che si sviluppano tra persone di diverse posizioni sociali;

Origini e sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni credono che la struttura sociale sia naturalmente sviluppata per via di esigenze di sistema più ampie, come la necessità di classi lavorative, gestionali, professionali e militari, oppure per via dei conflitti tra gruppi, come la competizione tra partiti politici o tra élite e masse.

Altri credono che questa strutturazione non sia il risultato di processi naturali, ma sia stata costruita socialmente, magari dalle esigenze delle élite che cercano di mantenere il loro potere, oppure da sistemi economici che mettono l'accento sulla competizione o sulla cooperazione.

L'etnografia ha contribuito alla comprensione della struttura sociale rivelando pratiche e costumi locali che differiscono dalle pratiche occidentali di gerarchia e potere economico nella sua costruzione.

Il resoconto più completo dell'evoluzione della struttura sociale è forse fornito da strutture e conti di agenzia che consentono un'analisi sofisticata della coevoluzione della struttura sociale e dell'agire umano. Analisi in cui gli agenti socializzati con un grado di autonomia agiscono nei sistemi sociali in cui la loro azione è, da un lato, mediata dalla struttura istituzionale e dalle aspettative esistenti, ma allo stesso modo può d'altro canto, influenzare o trasformare essa stessa quella struttura istituzionale.

Implicazioni critiche[modifica | modifica wikitesto]

La nozione di struttura sociale può mascherare pregiudizi sistematici, poiché coinvolge molte sottovarietà identificabili, come ad esempio il genere.

Alcuni sostengono che uomini e donne che hanno qualifiche altrimenti uguali ricevono un trattamento diverso sul posto di lavoro a causa del loro genere, e credono che questo si debba definire come un pregiudizio "strutturale". Altre variabili però, come ad esempio il tempo sul lavoro o le ore lavorate, potrebbero essere mascherate.

L'analisi strutturale sociale moderna tiene conto di questo attraverso l'analisi multivariata e altre tecniche, ma rimane il problema analitico di come combinare i vari aspetti della vita sociale in una struttura che possa racchiuderli tutti.

La società si è strutturata sulla base di caratteristiche genetiche casuali degli individui che poi hanno permesso ai gruppi di tali individui di assumere strutture ricorrenti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Calhoun, Craig. 2002. "Social Structure." Dictionary of the Social Sciences. Oxford: Oxford University Press.
  2. ^ Tönnies, Ferdinand. 1905. "The Present Problems of Social Structure." American Journal of Sociology 10(5):569–88.
  3. ^ Crothers, Charles. 1996. Social Structure. London: Routledge.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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