Stephen Booth

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Stephen Booth (Burnley, 1952) è uno scrittore britannico di romanzi polizieschi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Burnley nel 1952, vive e lavora a Retford, nella contea del Nottinghamshire[1].

Cresciuto a Blackpool, dopo la laurea al Birmingham Polytechnic[2], ha lavorato come giornalista per 27 anni scrivendo per il Wilmslow Advertiser, il Worksop Guardian e l'Huddersfield Examiner[3].

Con il romanzo Il male oscuro ha inaugurato nel 2000 la serie avente per protagonisti i giovani detective della polizia del Derbyshire Ben Cooper e Diane Fry giunta al 2018 alla diciottesima indagine e premiata con due Premi Barry[4].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Serie Cooper & Fry[modifica | modifica wikitesto]

  • Il male oscuro (Black Dog), Milano, Il Giallo Mondadori N. 2706, 2000 traduzione di Diana Fonticoli
  • Nove vergini di pietra (Dancing with the Virgins, 2001), Milano, Il Giallo Mondadori N. 2797, 2002 traduzione di Diana Fonticoli
  • Il passo del serpente (Blood on the Tongue, 2002), Milano, Il Giallo Mondadori N. 2820, 2003 traduzione di Diana Fonticoli
  • Blind to the Bones (2003)
  • One Last Breath (2004)
  • The Dead Place (2005)
  • Scared to Live (2006)
  • Dying to Sin (2007)
  • The Kill Call (2009)
  • Lost River (2010)
  • The Devil's Edge (2011)
  • Dead and Buried (2012)
  • Already Dead (2013)
  • The Corpse Bridge (2014)
  • The Murder Road (2015)
  • Secrets of death (2016)
  • Dead in the dark (2017)
  • Fall down dead (2018)

Altri romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Top Hard (2012)

Alcuni riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Profilo dello scrittore, su fantasticfiction.com. URL consultato il 27 agosto 2018.
  2. ^ (EN) Pagina dedicata allo scrittore, su literature.britishcouncil.org. URL consultato il 27 agosto 2018.
  3. ^ (EN) Biografia e bibliografia, su bookseriesinorder.com. URL consultato il 27 agosto 2018.
  4. ^ (EN) Murder double for Notts author, su bbc.co.uk. URL consultato il 27 agosto 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN34639331 · ISNI (EN0000 0001 1441 4472 · Europeana agent/base/94084 · LCCN (ENn00035953 · GND (DE123120535 · BNF (FRcb13756779g (data) · NSK (HR000319796 · NDL (ENJA00927600 · WorldCat Identities (ENlccn-n00035953