Stazione di Sesto al Reghena

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Sesto al Reghena
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSesto al Reghena, frazione Marignana
Coordinate45°52′05.19″N 12°47′47.43″E / 45.868107°N 12.796508°E45.868107; 12.796508
Lineeferrovia San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1913
Soppressione1987
Caratteristiche
TipoFermata in superficie, passante
Binari1 passante dal 1959
2 + 1 scalo fino al 1959
DintorniMarignana

La stazione di Sesto al Reghena era una fermata ferroviaria, fino al 1959 stazione, posta sulla linea San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza. Serviva la frazione di Marignana del comune di Sesto al Reghena.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione venne inaugurata il 30 giugno 1913 con gli altri impianti presenti sulla tratta in concomitanza con l'apertura al servizio della linea[1][2].

Durante la seconda guerra mondiale il 9 aprite 1945 si contarono 2 feriti per il lancio di bombe a scoppio ritardato lanciate su di essa[3].

Inoltre vennero incendiate anche 4 ALn 556 Littorine dirette in Germania[4].

Nel 1959 tutti gli impianti sulla linea vennero trasformati in fermate (ad eccezione di Pravisdomini che lo era già)[5][6].

Venne chiusa al traffico passeggeri il 1º agosto 1967 con la chiusura al traffico di tutta la linea[7] mentre quello merci sopravvisse fino al 1978. L'impianto venne definitivamente soppresso il 15 aprile 1987 con la soppressione della tratta[7].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Particolare dell'indicazione della stazione

Il piazzale dispone ancora dei due binari, anche se invasi quasi totalmente dalla vegetazione spontanea, come rovi e piccoli alberi. L'interno del fabbricato viaggiatori conserva ancora l'originale biglietteria, con tanto di sportelli, seppure in stato di profondo degrado, e la sala d'aspetto anche se priva di arredi.

L'attiguo scalo merci, dispone ancora del binario di carico, ma il tetto del magazzino è totalmente crollato. L'area è parzialmente ricoperta dalla vegetazione spontanea.

A dicembre 2014, l'area esterna è transennata e l'accesso all'interno della stazione è interdetto. Le aree non transennate comunque sono ricoperte dalla vegetazione spontanea. L'accesso all'interno del fabbricato è impossibile dato che porte e finestre sono state chiuse con mattoni e cemento.

Sulla parete è visibile l'area in cui era riportato il nome della stazione ma risulta ormai illeggibile.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione disponeva di:

  • Biglietteria a sportello Biglietteria a sportello
  • Sala d'attesa Sala d'attesa

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In I Cento anni della Ferrovia (coll. est.) si dice chiaramente che il treno inaugurativo sostò alla stazione, accolto dalla banda di Bagnarola.
  2. ^ Rassegna dei lavori pubblici e delle strade ferrate, Volume 6, op. cit.
  3. ^ Adria storia, Volume 16 op. cit.
  4. ^ Il Movimento di liberazione in Italia, Edizioni 74-77, op. cit.
  5. ^ Ferrovie dello Stato, Ordine di Servizio 87, 1959.
  6. ^ Relazione per l'anno finanziario 1958-59, op. cit.
  7. ^ a b Il tender n° 70 - DLF Udine, coll. est.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Davicini, Lex, legislazione italiana: raccolta cronologica con richiami alle leggi attinenti e ricchi indici semestrali ed annuali, Parti 3-4, Unione tipograficoeditrice torinese, 1976.
  • Il Movimento di liberazione in Italia, Edizioni 74-77, 1964.
  • Marco Pirina e Annamaria D'Antonio, Adria storia, Volume 16, Centro studi e ricerche storiche "Silentes loquimur", 19??.
  • Paolo Gaspari, La fine del mondo contadino in Friuli: proprietari e coloni nella grande agitazione agraria, 2006.
  • Rassegna dei lavori pubblici e delle strade ferrate, Volume 6, 1913.
  • Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1958-59, 1960.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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