Eugenio Frate

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Eugenio Frate
NascitaRionero Sannitico, 25 marzo 1915
MorteMoni Susinu Kipitisti, 16 gennaio 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto48º Reggimento fanteria "Ferrara"
Anni di servizio1936 - 1940
GradoSoldato
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Eugenio Frate (Rionero Sannitico, 25 marzo 1915Moni Susinu Kipitisti, 16 gennaio 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Rionero Sannitico, provincia di Campobasso, il 25 marzo 1915, figlio di Tommaso e Giulia Franco.[2] Arruolato nel Regio Esercito con l'assegnazione alla ferma minore di 2º grado in quanto orfano di padre, assolse gli obblighi del servizio militare di leva dal 6 ottobre 1936 al 15 marzo 1937 presso il 37º Reggimento fanteria "Ravenna".[2] Posto in congedo riprese il suo lavoro come agricoltore.[2] Richiamato in servizio attivo per mobilitazione generale il 30 maggio 1940, fu assegnato al 48º Reggimento fanteria "Ferrara" di stanza a Bari e dopo pochi giorni partì per l'Albania.[2] Cadde in combattimento sul fronte greco-albanese a Moni Susinu Kipitisti il 14 novembre 1940, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Nel 1958, nei locali del Distretto Militare di Campobasso, in occasione della ricostituzione del 48º Reggimento fanteria, sua figlia venne simbolicamente adottata quale Figlia del reggimento.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Porta arma tiratore, sempre volontario in ogni azione rischiosa, sin dall’inizio di un cruento combattimento, riportata grave ferita alla spalla, si rifiutava di farsi medicare per non interrompere il fuoco centrato e micidiale della sua arma. Dopo più ore di aspra lotta, nuovamente ferito, circondato da rilevanti forze, rimasto solo, continuava a battersi eroicamente rifiutando di arrendersi fino a quando, colpito per la terza volta da numerose bombe a mano, si abbatteva sull’arma che non aveva voluto abbandonare. Già in precedenti azioni aveva messo in luce le più alte virtù guerriere, distinguendosi sempre per ardimento e sprezzo del pericolo. Kokli - Moni Susinu Kipitisti (Fronte greco), 14 novembre 1940.[3]»
— Decreto Luogotenenziale 12 ottobre 1944.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.453.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Frate Eugenio, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 19 luglio 2020.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 15 novembre 1944, registro n.8 guerra, foglio 7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 453.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]