Brendola: differenze tra le versioni

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==Storia==
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I reperti rinvenuti testimoniano le origini antiche di Brendola, che risalgono al Neolitico (nel 1995 fu rinvenuta una strada preistorica in località Soastene e in tutto il territorio sono stati trovati oggetti appartenuti ad un antico popolo veneto). Durante l'epoca romana questa zona fu soggetta a un aumento demografico, dovuto alla vicinanza con la via Postumia, e fu concessa a dei militari veterani che bonificarono la pianura ([[42 a.C.]]).
I reperti rinvenuti testimoniano le origini antiche di Brendola, che risalgono al Neolitico (nel 1995 fu rinvenuta una strada preistorica in località Soastene e in tutto il territorio sono stati trovati oggetti appartenuti ad un antico popolo veneto). Durante l'epoca romana questa zona fu soggetta a un aumento demografico, dovuto alla vicinanza con la via Postumia, e fu concessa a dei militari veterani che bonificarono la pianura ([[42 a.C.]]).
La storia di Brendola, tuttavia, è in gran parte legata alla Rocca dei Vescovi. La sua costruzione probabilmente risale al VIII secolo e si deve alla forte posizione strategica in qui si trova, a guardia della pianura veneta e della Postumia. Il primo documento che parla del monumento è datato all'incirca nell'anno 1000 e riporta la cessione del castello da parte del re Ottone ai vescovi vicentini. Da qui in poi sarà la vera roccaforte dei vescovi, che vi si rifuggeranno molto spesso. Nel [[1404]] il territorio viene ceduto alla [[Serenissima]] e il castello continua a funzionare da torre di avvistamento fino al [[1514]], anno in cui [[Bartolomeo D'Alviano]] decreta la distruzione di molti castelli, per paura che questi vengano conquistati dai vicini nemici.
La storia di Brendola, tuttavia, è in gran parte legata alla Rocca dei Vescovi. La sua costruzione probabilmente risale al VIII secolo e si deve alla forte posizione strategica in cui si trova, a guardia della pianura veneta e della Postumia. Il primo documento che parla del monumento è datato all'incirca nell'anno 1000 e riporta la cessione del castello da parte del re Ottone ai vescovi vicentini. Da qui in poi sarà la vera roccaforte dei vescovi, che vi si rifugeranno molto spesso. Nel [[1404]] il territorio viene ceduto alla [[Serenissima]] e il castello continua a funzionare da torre di avvistamento fino al [[1514]], anno in cui [[Bartolomeo D'Alviano]] decreta la distruzione di molti castelli, per paura che questi vengano conquistati dai vicini nemici.


==Cultura==
==Cultura==

Versione delle 11:36, 18 giu 2010

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La rocca dei Vescovi, risalente al X secolo

Brendola è un comune di 6.651 abitanti[1] della provincia di Vicenza.

Geografia

Il territorio di Brendola si trova sul margine occidentale dei colli Berici, rivolto verso i Lessini, e si articola in due aree: quella collinare e quella pianeggiante. L'area collinare è occupata da boschi, prati e qualche coltivazione di vigna. Qui si sono sviluppati i primi insediamenti umani sin dall'età del Bronzo. L'area pianeggiante si articola nel settore centro-occidentale del comune e si incunea all'interno dei colli. Si sono sviluppate in quest'area numerose attività commerciali e industriali e si sono ampliati i centri abitati; inoltre ancora oggi l'agricoltura ricopre un ruolo fondamentale nell'economia brendolana.

Brendola è situata nella periferia di Vicenza, ed essendo uno dei comuni che accoglie i Colli Berici, viene anche inclusa nell'Area Berica. Brendola è definita "La porta dei Berici" poiché il suo territorio si estende tra la pianura e le colline.

Storia

I reperti rinvenuti testimoniano le origini antiche di Brendola, che risalgono al Neolitico (nel 1995 fu rinvenuta una strada preistorica in località Soastene e in tutto il territorio sono stati trovati oggetti appartenuti ad un antico popolo veneto). Durante l'epoca romana questa zona fu soggetta a un aumento demografico, dovuto alla vicinanza con la via Postumia, e fu concessa a dei militari veterani che bonificarono la pianura (42 a.C.). La storia di Brendola, tuttavia, è in gran parte legata alla Rocca dei Vescovi. La sua costruzione probabilmente risale al VIII secolo e si deve alla forte posizione strategica in cui si trova, a guardia della pianura veneta e della Postumia. Il primo documento che parla del monumento è datato all'incirca nell'anno 1000 e riporta la cessione del castello da parte del re Ottone ai vescovi vicentini. Da qui in poi sarà la vera roccaforte dei vescovi, che vi si rifugeranno molto spesso. Nel 1404 il territorio viene ceduto alla Serenissima e il castello continua a funzionare da torre di avvistamento fino al 1514, anno in cui Bartolomeo D'Alviano decreta la distruzione di molti castelli, per paura che questi vengano conquistati dai vicini nemici.

Cultura

L'oratorio della Annunciazione, detto dei Revese, anno 1485

Brendola è divisa in molte frazioni che fanno riferimento alle quattro parrocchie:

  • San Michele Arcangelo: Centro Storico, San Valentino, Cerro, Goia, Scarantello, Valle;
  • Madonna dei Prati: Brendola centro, Pedocchio;
  • San Vito: San Vito, Ca' Vecchie, Ponticelli;
  • Santo Stefano (Vò): Vò, Rondole, Ca'Nova.

Toponomastica

Il nome del paese deriverebbe dalle numerose risorgive d'acqua presenti nel territorio, chiamate anche "brendole" (dal latino redeo, "risorgere" da cui rendula, "risorgiva" e poi brendula). Un'altra ipotesi indica come l'origine del nome la parola germanica brend, "sorgente".

Personalità legate a Brendola

Santa Maria Bertilla Boscardin

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[2][3]

Amministrazione

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Galleria fotografica

Curiosità

San Vito di Brendola

La frazione di San Vito viene soprannominata scherzosamente in dialetto veneto: "San Vio, l'ultimo paese creà da Dio" (San Vito, l'ultimo paese creato da Dio), titolo che, dai sanvitesi stessi, viene mutato in "San Vio, el pì bel paese creà da Dio" (San Vito, il più bel paese creato da Dio).

In passato, in paese era molto diffuso il modo di dire "Brendola sbrendolà: una casa qui, un a casa là" che indicava il forte decentramento del paese.

Note

  1. ^ Fonte: ISTAT - Bilancio demografico al 31/01/2009 [1].
  2. ^ (1428 - 1807) Mario Dalla Via e Stefania Maggio, Uno stucco del secolo XV nell'antica chiesa campestre di S. Maria Annunziata, ora Madonna dei Prati, nelle pertinenze di Brendola, territorio Vicentino: Madonna e bambino con cardellino, Altavilla Vicentina, Tipolitografia Publigrafica, 1988. pp. 21, 27. Elaborazione dei dati delle Anagrafi Venete presso l'Archivio di Stato di Venezia.
  3. ^ (1871 - 2021) Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
    Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Collegamenti esterni

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