Simeone di Polirone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
San Simeone di Polirone

Eremita

 
NascitaX secolo
MortePolirone, 26 luglio 1016
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazioneda papa Benedetto VIII
Ricorrenza26 luglio

Simeone (X secoloPolirone, 26 luglio 1016) è stato un monaco cristiano italiano. Il suo culto come santo fu approvato da papa Benedetto VIII.

Abbazia di San Benedetto in Polirone

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Simeone visse nel monastero di San Benedetto in Polirone e vi si spense il 26 luglio 1016: ebbe, sia in vita che dopo la morte, grande fama di santità e di miracoli.[1]

Le altre notizie su Simeone sono desunte da una Vita[2] tarda e piuttosto favolosa: sarebbe stato nativo dell'Armenia e sarebbe giunto a Roma con la benedizione del patriarca Arsenio di Gerusalemme; accusato ingiustamente di eresia, fu scagionato da papa Benedetto VII e, dopo aver visitato i più celebri santuari dell'Occidente, si sarebbe ritirato nel monastero di Polirone.[1]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Il primo documento papale riguardante il culto di Simeone come santo risale al pontificato di papa Benedetto VIII che, in una lettera a Bonifacio di Canossa, autorizza il marchese a costruire una chiesa per depositarvi il corpo dell'eremita.[3]

Esiste pure una lettera di papa Leone IX sulla consacrazione della chiesa e l'elevazione del corpo del santo e un documento di papa Alessandro II che conferma le disposizioni dei suoi predecessori.[3]

L'elogio di san Simeone si legge nel Martirologio romano al 26 luglio.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Filippo Caraffa, BSS, vol. XI (1968), col. 1114.
  2. ^ Bibliotheca hagiographica latina, vol. II, p. 1150, n. 7952.
  3. ^ a b c Filippo Caraffa, BSS, vol. XI (1968), col. 1115.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]