Scuola di Baden

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Nella seconda metà dell'Ottocento il filosofo Otto Liebmann propose una riproposizione in chiave nuova del criticismo kantiano all'insegna del manifesto programmatico «Bisogna tornare a Kant» [1]

Negli ambienti culturali tedeschi si ebbe allora, in opposizione al positivismo, un ritorno al pensiero di Kant che, fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, si strutturò in un movimento filosofico che prese il nome di "neocriticismo" o "neokantismo".

I centri di sviluppo di questa filosofia, che si diffuse anche in Francia, Gran Bretagna e Italia, furono l'Università di Heidelberg, nella regione del Baden (da cui il nome di scuola di Baden, chiamata anche del Sud-ovest), e la scuola di Marburgo.

I maggiori rappresentanti della prima furono Wilhelm Windelband e Heinrich Rickert e della seconda Hermann Cohen, Paul Natorp, e Ernst Cassirer [2].

Lo stesso argomento in dettaglio: Filosofia dei valori.

Nella scuola di Baden si affrontò principalmente, partendo dalla opposizione kantiana tra "fatto" e "valore", il problema dei valori per quanto riguarda la loro validità e funzione normativa. Vennero così elaborate quelle "filosofie dei valori" arrivando a teorizzare una "filosofia della cultura su basi trascendentali" per cui l'oggetto della filosofia non è l'essere, ma il dover-essere, nel cui ambito vanno compresi anche i "valori eterni" del Vero, del Bello, del Buono e del Sacro.[3]

Cohen e Natorp si interessarono dell'estensione della logica pura alle scienze matematiche e fisiche mentre Cassirer evidenziò l'importanza dell'attività simbolica riguardo a ogni tipo di fenomeno culturale [4]

Cassirer, in particolare, presentò una rilettura del pensiero kantiano alla luce di Leibniz, attenuando la contrapposizione tra sensi e intelletto e rivalutando il ruolo di quest'ultimo rispetto ai primi.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ O.Liebmann, Kant e gli epigoni, 1865 (in quest'opera ogni capitolo si concludeva con la formula «Dunque bisogna tornare a Kant»)
  2. ^ Enciclopedia Italiana Treccani alla voce "Neokantismo"
  3. ^ Rivista critica di storia della filosofia, Voll. 21-22, La Nuova Italia, 1966 p. 182
  4. ^ Michael Friedman, La filosofia al bivio Carnap, Cassirer, Heidegger, Raffaello Cortina editore 2004
  5. ^ Dizionario di filosofia Treccani alla voce "Criticismo".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Heinrich Rickert - "Zwei Wege der Erkenntnistheorie" - 1909 - in Kant-Studien, 14 pp. 169-228 (ristampa Würzburg, Königshausen & Neumann, 2002).
  • Ernst Cassirer - "Erkenntnistheorie nebst den Grenzfragen der Logik" - 1913 - in Jahrbucher der Philosophie, 1, pp. 1-59 (ristampato in E. Cassirer, Erkenntnis, Begriff, Kultur, Amburgo, Felix Meiner 1993, pp. 1-76).
  Portale Filosofia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Filosofia