Salterio di Ricemarch

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Il Salterio di Ricemarch è un salterio miniato gallese dell'XI secolo in stile tardo-insulare che è stato descritto come "ibero-danese" invece dell'usuale "ibero-sassone" poiché quanto riflette l'influenza vichinga[1].

Formato da 159 fogli in pergamena, comprende le seguenti sezioni: Lettera di San Girolamo a Cromazio ed Elidoro; Breviarius Apostolorum; Martyrologium Hieronymianum e varie tavole.

Il Salterio di Ricemarch è uno dei due manoscritti superstiti dello scriptorium di Llanbadarn Fawr, in Galles, fondato dal padre dello scrivano e primo proprietario. L'altro manoscritto è un De Trinitate di Sant'Agostino che si trova a Cambridge, opera dello stesso scriba.

Il salterio si trova oggi al Trinity College di Dublino catalogato come MS 50[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Salterio fu presentato tra il 1064 e il 1082 da uno scriba di nome Ithael a suo fratello Rhygyfarch, nome che nell'ortografia gallese antica dell'XI secolo significa Ricemarch. Questi era un docente nella scuola di St. David[3]. Il padre, Sulien (latinizzato come Sulgenus), che nel 1072 sarebbe diventato vescovo di St. David, aveva precedentemente vissuto in Irlanda per motivi di studio; la decorazione del Salterio è fortemente influenzata dagli stili irlandesi coevi[4].

Stile[modifica | modifica wikitesto]

È possibile che Rhygyfarch abbia scritto personalmente alcune sezioni del manoscritto, poiché la calligrafia non è sempre uniforme. Sicuramente compose lui stesso alcuni versi anche se non scrisse le sezioni del manoscritto dove furono trascritti.

Hugh Jackson Lawlor, a differenza di altri studiosi, è dell'opinione che il salterio, come già detto, non sia stato scritto principalmente da Rhygyfarch[5][6].

Le grandi iniziali nelle righe iniziali delle pagine del manoscritto, sono tipiche di altri manoscritti miniati dell'epoca, con colorati intrecci celtici abitati da animali. È probabile che Ithael abbia scritto il testo mentre John abbia realizzato le grandi iniziali e le miniature. I disegni, pur essendo limitati per varietà, sono molto apprezzati dagli studiosi di manoscritti miniati[7].

Altri manoscritti insulari miniati provenienti dal Galles sono il Libro di Lichfield e gli Hereford Gospels.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) A. Walsh, Scandinavian Relations with Ireland during the Viking Period, Londra, Fisher Unwin. 1922 p.20 online su (EN) Scandinavian Relations with Ireland during the Viking Period, su runeberg.org.
  2. ^ (EN) Françoise Henry, Irish Art During the Viking Invasions, 800-1020 A.D., Ithaca, New York, Cornell University Press. p. 106 ISBN 978-0801401831
  3. ^ (EN) Theodore William Moody, Dáibhí Ó Cróinín, Francis X. Martin e Francis John Byrne, A New History of Ireland: Prehistoric and early Ireland, Oxford, Oxford University Press, 2005, ISBN 978-0198217374.
  4. ^ (EN) A. Fisher. Opera e pagina citata
  5. ^ (EN) The Psalter and Martyrology of Ricemarch, Londra, Hugh Jackson Lawlor. Harrison and Sons, 1914. Introduzione pp. xix–xxi
  6. ^ (EN) Early Welsh script, su archive.org.
  7. ^ (EN) Lawlor, Opera citata p.xx

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(EN) The Psalter and martyrology of Ricemarch, su archive.org.