Sala d'Ercole (Bologna)

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Francesco Francia, Madonna del terremoto, (1505). Affresco conservato in Sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio, Bologna.

La Sala d'Ercole è stata edificata nella parte più antica di Palazzo d'Accursio nel quarto decennio del XV secolo, insieme alla soprastante Sala Farnese. Prende il nome dalla statua di Alfonso Lombardi, l'Ercole vittorioso con l'idra ai suoi piedi, (1519), collocata su un piedistallo in fondo alla sala.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Calchi di ninfe tratti dai bassorilievi della Fontana degli Innocenti a Parigi, opera di Jean Goujon.

All'ingresso della Sala, a destra, si trovano i calchi dei bassorilievi della Fontaine des Innocents (Parigi) opera di Jean Goujon, scultore attivo a Bologna nella seconda metà del XVI secolo, donati al comune di Bologna dallo Stato francese negli anni '30 del XX secolo[1]. Procedendo all'interno della sala lungo la parete destra si trova l'affresco della Madonna del Terremoto, dipinto da Francesco Francia nel 1505, ex voto commissionato dal Senato bolognese durante lo sciame sismico che si stava abbattendo sulla città. Dipinta su una parete dell'adiacente Cappella degli Anziani, nel Novecento è stato trasportato in sala d'Ercole.

Leandro Alberti racconta così l'evento nel Tomo I delle Historie di Bologna:

«[...] cominciò a tremare la terra e così con gran strepito per un quarto d’hora tremò, che die’ spavento a tutto il popolo. (…) Sentendo questo tremore della terra le cittadini, benché fusse la notte, tutti fuggendo delle loro case senza vestimente, paventati cercavono di ritrovare luogo sicuro, acciò dalli edifici non fossero soffocati dubitando che non cascassero. E così con questo pavento s’entrò nell’anno 1505 (…) un’altra volta movendosi la terra con maggior forza di prima,(…) con tanta rovina d’eddifici e pavento delle persone, che scrivere no’ lo potrei. Temendo potesse essere una punizione divina per i peccati commessi, si organizzò una processione straordinaria fu portata con gran riverenza la detta Madonna da S. Lucca, il capo di S. Anna, il capo di S. Petronio, di S. Domenico, di S. Floriano, Isidoro, di S. Proculo, il brazzo di S. Cecilia, con molte altre reliquie intervenendovi tutto il chericato, il senato con tutto il popolo e così devotamente con lagrime andarono a S. Pietro e quivi solennemente fu cantata la messa.»

Lungo la parete opposta sono collocati due busti raffiguranti i due sindaci di Bologna Francesco Zanardi e Giuseppe Dozza scolpiti dal bolognese Luciano Minguzzi[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia e memoria di Bologna
  2. ^ Leandro Alberti, Historie di Bologna, per Bartholomeo Bonardo & Marc'Antonio Grossi, Bologna, 1541, Tomo I
  3. ^ Carlo Colitta, Il palazzo Comunale detto d'Accursio, con le Collezioni Comunali d'Arte, Bologna, Officine Grafiche Bolognesi, 1980, pg.89 - 94

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Camilla Bottino (a cura di), Il Palazzo Comunale di Bologna. Storia, architettura e restauri, Bologna, Editrice Compositori, 1999.
  • Carlo Colitta, Il Palazzo Comunale detto d'Accursio, con le Collezioni Comunali d'Arte, Bologna, Officine Grafiche Bolognesi, 1980.
  • Leandro Alberti, Historie di Bologna, per Bartholomeo Bonardo & Marc'Antonio Grossi, Bologna, 1541.

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