Rosario Randazzo

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Rosario Randazzo
NascitaSan Cono, 1920
MorteNikitovka, 5 novembre 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto80º Reggimento fanteria "Roma"
Anni di servizio1940-1941
GradoSoldato
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Invasione della Jugoslavia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Rosario Randazzo (San Cono, 11 aprile 1920Nikitovka, 5 novembre 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a San Cono, provincia di Catania, nel 1920, figlio di Cóno e Giulietta Cubisino.[3] Arruolato nel Regio Esercito per prestare servizio militare di leva nel marzo 1940, fu assegnato all'80º Reggimento fanteria "Roma".[3] Con la 12ª Compagnia mitraglieri reggimentale, il 10 giugno 1940 entrò in guerra sul fronte alpino occidentale, e poi dall'aprile 1941 prese parte alle operazioni belliche nel corso dell'invasione della Jugoslavia. Destinata la 9ª Divisione fanteria "Pasubio" a far parte del Corpo di spedizione italiano in Russia, il 15 luglio dello stesso anno partì con il suo reparto per l'Unione Sovietica.[3] Conosciuto in tutti i reparti della Divisione come il "mitragliere di ferro" partecipò con la Colonna "Chiaramonti" alla marcia verso il Donetz fino a raggiungere la città di Nikitovka.[3] Cadde in combattimento a Gorlovka il 5 novembre 1941, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Posto a sbarramento di una difficile posizione, rimasto solo ad una mitragliatrice, perché tutto il rimanente gruppo tiro era stato messo fuori combattimento, continuava intrepido nella sua azione. Avuto asportato completamente il braccio destro da una scheggia di bomba da mortaio, non abbandonava l’arma e, mentre con la sinistra continuava a tenere l’impugnatura, coi denti premeva la leva di sparo continuando il fuoco e stroncando l’impeto dell’avversario che era giunto a pochi metri di distanza, finché, colpito in pieno da una raffica di colpi, si abbatteva sull’arma, che gli era stata più cara della vita. Nikitowka (Fronte russo), 5 novembre 1941.[4]»
— Regio Decreto 4 agosto 1942.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.735.
  2. ^ Atto di nascita, su familysearch.org.
  3. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 7 ottobre 1942, registro 39 guerra, foglio 79.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 735.
  • Armando Rati, La fulgida epopea della Divisione "Pasubio", Mantova, Editoriale Sometti, 2012, ISBN 978-88-7495-459-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]