Portale:Antica Siracusa/Cartagine

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« Un brivido ha già còlto i Fenici abitanti sulle estreme pendici della Libia, al punto dove il sole cala e già i Siracusani reggono al centro il peso delle lance con le braccia gravate dagli scudi di vimine di salice e tra loro Gerone si arma, simile agli eroi del tempo antico […] se avverse circostanze ineluttabili mandassero i nemici via dall'isola, pochi dei molti, sopra il mare sardo ad annunziar la morte dei congiunti ai figli e alle consorti, e le città, distrutte dalle mani dei nemici da cima a fondo, fossero abitate di nuovo dagli antichi cittadini! »

(Teocrito, Idillio XVI, Le Càriti o Gerone)

I trattati tra Siracusa e Cartagine
Vista odierna della città di Siracusa

Siracusa fu la prima, più potente avversaria di Cartagine, la quale vide nella polis aretusea il suo maggiore ostacolo per il proprio incontrastato dominio sul mondo occidentale. Solamente diversi secoli dopo si sarebbe affacciata sul mar Mediterraneo la potenza di Roma che avrebbe infine sconvolto gli equilibri sul campo, portando ad un'estrema e inaspettata alleanza proprio tra Siracusa e Cartagine, le quali scelsero di mettere da parte la loro secolare rivalità pur di preservare la propria indipendenza; tentativo che alla fine risulterà crudelmente vano. Ma già prima che i Romani iniziassero ad andar per mare, l'egemone città italica e la capitale africana avevano sentito il bisogno di stipulare numerosi trattati nei quali vennero incluse anche le mosse di Siracusa. Il momento più significativo e importante nello scontro tra Siracusa e Cartagine è certamente lo sbarco di Agatocle, succeduto al governo anti-tirannico di Timoleonte, e dell'esercito siracusano da lui comandato, sulle coste d'Africa, con l'intento di porre un freno alle mire cartaginesi. Era la prima volta che un esercito occidentale andava ad affrontare Cartagine direttamente sul suo suolo d'origine.


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La spedizione siracusana in Africa
La spedizione siracusana in Africa venne realizzata dal tiranno di Siracusa Agatocle e vide l'esercito siracusano sbarcare in Africa - antica Libye - con l'intento di porre un freno all'espansione di Cartagine. Gli eventi che seguirono durarono quattro anni: dal 310 al 307 a.C. La marcia di Agatocle, incominciata nei pressi di Capo Bon, si diresse in una prima fase verso est e in una seconda fase verso ovest. Mentre era rivolto a oriente, Agatocle inviò dei suoi ambasciatori nella Cirenaica coinvolgendo sia il governatore della regione greca Ofella e sia il satrapo d'Egitto Tolomeo I Soter, il quale diverrà a seguito di questo contatto un suo stretto alleato. La guerra in Africa di Agatocle coinvolse anche la città di Atene, e una larga parte della Grecia, la quale ricevendo da Ofella l'invito a partecipare alla campagna bellica siracusana mandò a Cirene i suoi soldati e suoi coloni con l'intento di formare, dopo aver sconfitto Cartagine, un regno ellenistico nella parte occidentale dell'Africa.
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Sul campo di battaglia

Battaglia in evidenza: l'assedio di Mozia

Ricostruzione dell'ingresso di Mozia
Ricostruzione dell'ingresso di Mozia
L’assedio, ed infine la caduta, dell'isola di Mozia, avvenne durante il principio del IV sec. a.C., ad opera dell'esercito siracusano, comandato da Dionisio I, e dei suoi alleati. Mozia era per Cartagine uno dei suoi centri commerciali più fiorenti in Sicilia, oltre che solida fortezza militare. Fu per il suo ruolo egemone contesa dai Siracusani che la vollero sottrarre ai Cartaginesi nell'ambito delle guerre greco-puniche. La sua caduta ebbe grande rilevanza nelle cronache del tempo. La conquista di Mozia da parte di Siracusa portò come conseguenze immediate il saccheggio e lo spopolamento dell'isola, mentre la conseguenza a lungo termine fu la sua progressiva perdita d'importanza in chiave punica: i cartaginesi la sostituirono con Lilibeo, città dalle controverse origini, definita come "l'erede di Mozia".
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Le guerre greco-puniche


Cartagine e Siracusa
Cartagine e Siracusa