Palazzo Bassi Rathgeb

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Palazzo Bassi Rathgeb
Palazzo Bassi Rathgeb
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBergamo
IndirizzoVia Pignolo 76
Coordinate45°42′02.21″N 9°40′24.61″E / 45.700614°N 9.673502°E45.700614; 9.673502
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Realizzazione
ArchitettoPietro Isabello
ProprietarioCuria vescovile

Il palazzo Bassi Rathgeb era un'abitazione civile rinascimentale[1] la cui costruzione risale al XVI secolo; si trova in Via Pignolo al civico 72, nella parte bassa della città di Bergamo, dal 2000 sede del Museo Diocesano Adriano Bernareggi[2] e dal 2018 è sede di alcune aule del Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell'Università degli studi di Bergamo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I palazzi, o meglio quelle che in origine erano quattro case diverse, realizzate nell'arco di poco più di vent'anni, raccontano la storia di due famiglie, quelle dei fratelli Antonello e Bertulino Casotti de Mazzoleni, entrambi commercianti di panni di lana, che con i loro figli, volendo ampliare la propria attività si trasferirono dalla Valle Imagna a Bergamo.

I figli di Antonello, Paolo e Zovanino, fecero edificare due nuove case confinanti, su progetto di Pietro Isabello. Il fabbricato venne costruito sugli orti acquistati dal cugino Zovanino Casotti nel 1507[3].
Nel 1514 la pulcherrima domus di Zovanino e Bartolomeo, noviter constructa era almeno in parte già abitabile. Nella divisione delle attività di famiglia, i fratelli Zovanino e Bartolomeo si divisero la grande casa di famiglia e a Bartolomeo spettò tuta la fabrica nova quanto capissono le colonne et comprendendo la corte de dreto con lo mazorino et quella loza per longo fin sopra lo orto, che è la parte oggi occupata dal museo diocesano. A Zovanino spettò una parte di casa oggi inglobata nel confinante palazzo Tasso, mentre Paolo Casotti edificò Palazzo Casotti al civico numero 70.

Sarà il conte Giovanni Mosconi, proprietario nel XVIII secolo a ricostruire il corpo di fabbricato che si affaccia su via Pignolo fra il 1736 e il 1741. Nel 1891 il palazzo divenne di proprietà di Alberto Rathgeb, famiglia che in nome di Roberto Bassi Rathgeb, collezionista e critico d'arte, donò alla Diocesi di Bergamo nel 1972[4], divenne sede del museo Adriano Bernareggi spostandolo da casa Fogaccia.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Il portale d'ingresso in via Pignolo, è in bugnato settecentesco con una rosta in ferro battuto e accede verso il cortile interno, che ha sul lato ad ovest un porticato in stile rinascimentale con cinque arcate poggianti su colonne e capiteli in pietra. Il loggiato superiore è composto sei colonne dall'altezza inferiore, questa diversità tra i due piani era architettonicamente comune nella bergamasca del XVI secolo. La parete frontale presenta porte e finestre in pietra decorata del salone che separa questo corpo di fabbrica dal cortile esterno. Nel giardino sono presenti i busti rappresentanti i due fratelli Bartolomeo e Zovanino vestiti in abiti antichi, le sculture opera di Donato Fantoni di Rosciano[5], così come le decorazioni delle porte che rappresentano scene mitologiche come l'episodio di Caco che ruba le giovenche a Ercole precedenti il 1507, o i medaglioni con ritratti di imperatori romani, una donna e un moro, sempre come era la moda nel XV secolo[6].

Museo diocesano bernareggi, cortile, 02

La porta d'accesso al salone, poi museo[7], riporta lo stemma della famiglia Casotti con sopra incise le iniziali B C, questo farebbe ritenere che il Bartolomeo, per un determinato periodo, sia stato il solo proprietario del palazzo, anche se gli atti notarili riportano sempre entrambi i fratelli, così come entrambe sono le iniziali sulla cappella di famiglia nella chiesa di Santo Spirito[8].

Museo diocesano Bernareggi

Non si conoscono i pittori che hanno decorato le lunette sempre con scene mitologiche, o chi abbia affrescato il salone salam maiorem domus nove, si presume sia il medesimo artista che ha dipinto le sale della casa dei parenti Casotti sempre in via Pignolo, o l'ultimo piano di Casa Fogaccia o dell'Arciprete. Il palazzo confina a ovest con Palazzo Sozzi Vimercati e a est con palazzo Grataroli Marenzi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Museo Bermareggi, su amei.biz, Associazione musei ecclesiastici Italiani. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  2. ^ Simone Facchinetti, Adriano Bernareggi e il Museo diocesano di Bergamo : antologia di scritti / a cura di Simone Facchinetti ; con un carteggio tra Adriano Bernareggi e Giò Ponti, Cinisello Balsamo, Silvana, 2006, ISBN 978-88-366-0755-6.
  3. ^ GianMario Petrò, Le case di Paolo e di Zovanino Cassotti, su servizi.ct2.it, EFL società Storica Lombarda. URL consultato il 20 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
  4. ^ Palazzo del Tasso Bergamo, su bergamopost.it, Bergamo post. URL consultato il 26 gennaio 2018.
  5. ^ PALAZZO BASSI RATHGEB (PDF), su cultura.provincia.bergamo.it, Provincia di Bergamo, vivi la provincia on line. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  6. ^ Breve storia del palazzo, su fondazionebernareggi.it, Fondazione Adriano Bernareggi. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  7. ^ Museo Adriano Bernareggi, su visitbergamo.net, VisitBergamo. URL consultato il 23 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  8. ^ Palazzo Bassi Rathgeb in via Pignolo, 76 (PDF), su territorio.comune.bergamo.it, IBCAA. URL consultato il 23 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianmario Petrò, La casa di Zovanino Cassotti De Mazzoleni in via Pignolo 72, nota come Grataroli-De Beni., La Rivista di Bergamo già Gazzetta di Bergamo, 1992.
  • Simone Facchinetti, Adriano Bernareggi e il Museo diocesano di Bergamo : antologia di scritti / a cura di Simone Facchinetti ; con un carteggio tra Adriano Bernareggi e Giò Ponti, Cinisello Balsamo, Silvana, 2006, ISBN 978-88-366-0755-6.

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