Nippon Yūsei Kōsha

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Nuovo simbolo delle poste giapponesi
Vecchio logo della posta giapponese, ispirato alla Bandiera del Giappone

Poste giapponesi (日本郵政公社?, Nippon Yūsei Kōsha) è stata una società a partecipazione statale giapponese, tra il 2003 ed il 2007, che offriva servizi di posta, spedizione di pacchi, bancari ed assicurativi sulla vita.

Era il più grande datore di lavoro della nazione con oltre 400 000 impiegati e 24 700 uffici postali ed era una delle più importanti a livello nazionale. Un terzo dei dipendenti pubblici giapponesi lavorava per la Nippon Yūsei Kōsha.

Le poste giapponesi esercivano la più grande cassa di risparmio postale del mondo e si diceva che gestissero la più grossa raccolta di risparmi personali del mondo con circa 224 migliaia di miliardi di yen nei libretti di risparmio yū-cho, e 126 migliaia di miliardi di yen nelle assicurazioni sulla vita kampo. Le sue consociate avevano in deposito un quarto del rispamio delle famiglie giapponesi. Le poste detenevano anche circa 140 migliaia di miliardi di yen in titoli di stato, pari ad un quinto del debito pubblico nazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La società venne fondata il 2 aprile 2003 come impresa a controllo statale al posto della storica azienda di stato azienda di servizi postali (郵政事業庁?, Yūsei Jigyōchō). La costituzione della società postale faceva parte del programma di riforme dell'allora primo ministro Junichiro Koizumi ed era previsto come una tappa nella completa privatizzazione del servizio postale.

Il 1º ottobre 2007 Posta Giapponese fu privatizzata dopo il dibattito politico alle elezioni del 2005.

Il 26 ottobre 2012 il governo del Giappone rivelò il progetto di quotare in Borsa azioni della Japan Post Holding Company, per tre anni, per poter raccogliere denaro destinato alla ricostruzione delle aree devastate dal Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011 e dalla conseguente crisi nucleare.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Japan govt aims to list Japan Post in three years, Reuters, 26 ottobre 2012. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).

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