Museo diocesano (Brugnato)

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Museo diocesano di Brugnato
L'entrata dalla piazza della cattedrale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBrugnato
IndirizzoPiazza Aldebrando
Coordinate44°14′13.27″N 9°43′26.42″E / 44.237019°N 9.724006°E44.237019; 9.724006
Caratteristiche
Tipoarte sacra e reperti archeologici
Istituzione2001
FondatoriDiocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato
Apertura2001
Visitatori0 (2018)
Sito web

Il museo diocesano di Brugnato, inaugurato nel 2001 nel palazzo Vescovile, è costruito sui resti dell'antica abbazia di San Colombano e attiguo alla concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano. Il museo raccoglie reperti archeologici e opere d'arte provenienti dalle chiese della val di Vara e dall'antica diocesi di Brugnato.

Il museo è una sezione staccata del museo diocesano della Spezia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sezione diocesana[modifica | modifica wikitesto]

Il museo, diviso nelle sezioni diocesana e archeologica, è ospitato nelle sale superiori dello storico palazzo vescovile della diocesi di Brugnato, sede del vescovo dal 1133 al 1820.

E proprio una sezione del museo diocesano[1] è dedicata all'appartamento dei vescovi brugnatesi, al piano nobile del palazzo, con l'esposizione di mobili e arredi liturgici, nonché pregiati dipinti della scuola pittorica genovese. Nello studio è altresì presente un altare in stile rococò dove ai lati, sotto lo strato di intonaco, sono stati riportati alla luce tratti di affreschi antichi. Nella camera da letto sono ancora visibili i rimaneggiamenti voluti dal cardinale Giuseppe Spina, effettuati tra il 1815 e il 1820.

Antichi messali, vestiari liturgici, oggetti sacri e altre tele sono ancora esposti all'ultimo piano del palazzo.

Nelle dodici sale del primo e secondo piano sono esposti dipinti, suppellettile liturgica (calici, ostensori, pissidi, navicelle...), arredi, paramenti sacri e documenti storici; di particolare interesse:

Sezione archeologica[modifica | modifica wikitesto]

Un'area del museo[2] è dedicata alla storia stessa del palazzo vescovile, quest'ultimo edificato sulle fondamenta del primo impianto dell'abbazia brugnatese. Scavi archeologici, effettuati per lo più nella metà e sul finire del Novecento[2], e che hanno parallelamente interessato anche l'attigua concattedrale, hanno portato alla luce le varie fasi di edificazione dell'intero complesso (abbazia e palazzo) che, dallo studio delle planimetrie, risultano completamente diverse[2] dall'attuale sito vescovile.

Gli scavi hanno altresì scoperto i resti di una tomba ad arcosolio[2], databile all'impianto più antico del sito, e che potrebbe essere stata dimora sepolcrale di una personalità di alto rango sociale. La scoperta è, ad oggi, l'unico rinvenimento[2] di questo genere nell'ambito territoriale brugnatese.

La sezione archeologica espone una lapide marmorea, denominata "Lapide di Piazza"[2], originariamente presente nella chiesa di Santa Maria di Piazza a Deiva Marina. L'effigie è una copia, realizzata tra il VII e VIII secolo[2], di un apocrifo neotestamentario conosciuto come Epistola Domini Nostri e considerata una delle più antiche testimonianze scritte dell'evangelizzazione nel territorio ligure[2].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fonte dal sito del Comune di Brugnato-Museo diocesano, sezione diocesana, su comune.brugnato.sp.it. URL consultato il 25 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  2. ^ a b c d e f g h Fonte dal sito del Comune di Brugnato-Museo diocesano, sezione archeologica, su comune.brugnato.sp.it. URL consultato il 25 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marzia Ratti (a cura di), Arte e devozione in Val di Vara, Genova, Sagep Editrice, 1989, ISBN 88-7058-316-3.
  • p. 117 Erminia Giacomini Miari e Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Milano, Touring Club Italiano, 2005.

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