Mente et malleo

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Pavimento d'ingresso alla collezione di geologia del Museo geologico Giovanni Capellini di Bologna

Mente et malleo è un motto latino, di coniazione moderna, che significa letteralmente «con la mente e con il martello».[1] È il motto della Società Geologica Italiana, con cui si vogliono esprimere i due strumenti di lavoro, ciascuno essenziale e insieme complementari, necessari per la ricerca e lo studio del geologo e del mineralogista.

In generale, il motto può essere usato per esprimere un ideale di vita e di progresso intellettuale fondato non solo sullo studio e sulla riflessione astratta, ma anche sull'esperienza concreta e strumentale e sulla collaborazione fra le arti liberali e le occupazioni «meccaniche».

Origine e significato[modifica | modifica wikitesto]

Logo della Società Geologica Italiana
Logo della Società Geologica Italiana

L'espressione non si rinviene negli autori latini.[2] Il filosofo francesce Bruno Latour attribuisce il motto a Friedrich Nietzsche.[3]

La prima attestazione nota sembra essere proprio il motto che la Società Geologica Italiana adottò all'atto della sua fondazione, avvenuta il 30 settembre 1881 da parte di Quintino Sella, Igino Cocchi e pochi altri geologi riuniti a Bologna nel secondo congresso internazionale di geologia. Lo stesso Cocchi, nel 1893, espresse con queste parole le ragioni della scelta del motto:

«i più provetti si rallegrano vedendo giovani di forti studî uscir dai banchi delle scuole per arruolarsi sotto l'emblema col quale la nostra Società ha voluto figurare la sua impresa, Mente et malleo; ma se col malleo il laconico motto allude agli istrumenti in uso de' geologi in campagna e in gabinetto, col mente che precede ha alluso alla precedenza e alla superiorità dell'intelletto. […] Mi basta dunque far notare che il mente precede il malleo; e che è detto mente e non ingenio: non l'ingegno, dono naturale non sempre comune a tutti, che può anche essere grande ma in pari tempo scorretto; ma la mente, ossia quel complesso di attributi intellettuali che sono dominati dal Volere, ed ai quali è dovuta la esattezza del metodo di osservazione, l'assoluto rispetto della verità, la ponderazione nella critica, la prudenza nelle conclusioni, né arrischiate, né premature, né trascurate.»

In un suo libro di ricordi del 1893, l'ingegnere minerario Eugenio Marchese annota su Quintino Sella le seguenti parole:

«Come geologo ed ingegnere di miniere egli considerava la facilità di camminare a piedi, come un elemento necessario alla professione. Giacché il geologo e l'ingegnere non possono basare le loro deduzioni che sopra dati di fatto constatati coi loro occhi, e toccati col loro martello. Ed è questa forse la causa per cui, in generale, essi hanno minori pregiudizi che non altre classi di studiosi, i quali giudicano e sentenziano di cose che non hanno toccate colle mani e vedute cogli occhi. Quest'elemento fisico del geologo era dal Sella talmente considerato essenziale, che allorquando più tardi si riunì il Congresso geologico internazionale a Bologna, che adottò per motto "Mente et malleo", egli aveva primieramente proposto quest'altro: "Malleo et solea"! [5]»

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Ex Libris del geologo e paleontologo tedesco Paul Hermann Dienst (1881-1939); incisore: Otto Ubbelohde.

Il motto ricorre nello stemma e nel logo della Società geologica italiana, che ha forma circolare: al centro dello stemma, due martelline incrociate, con massa di forma diversa, forse a indicare simbolicamente le distinte ma congiunte funzioni della mens e del malleus.

Il motto e lo stesso logo sono generalmente utilizzati, in tutto il mondo, da università, società di geologi, convegni ed esposizioni di geologia e mineralogia[7], e sono riprodotti su medaglie commemorative di eventi e celebrazioni.[1]

Mente et malleo è anche il nome di una rivista di tecnica e di ingegneria pubblicata a Torino negli anni Venti del XX secolo: vi scrisse articoli, fra gli altri, il giovane Adriano Olivetti, ingegnere, imprenditore e politico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Si tratta, grammaticamente, di due sostantivi latini in caso ablativo, in funzione di complementi di mezzo. È pertanto errata la citazione che figura nel cartiglio dello stemma della Escola de Minas ("Universidade Federal de Ouro Preto", Brasile), fondata nel 1876, che antepone al motto la preposizione cum.
  2. ^ Difficilmente l'ideale gnoseologico e pedagogico espresso dal motto poteva trovare spazio nella civiltà classica, che separava nettamente l'attività intellettuale, occupazione eminentemente aristocratico-liberale, da quella tecnica e «meccanica», generalmente ritenuta «vile», opus servile.
  3. ^ Bruno Latour, Essere di questa terra. Guerra e pace al tempo dei conflitti ecologici, a cura di Nicola Manghi, Torino, Rosenberg & Sellier, 2019 (ISBN 978-88-7885-728-5). A p. 121: «il motto nietzscheano Mente et malleo». Ma l'espressione non sembra ricorrere in Nietzsche, che peraltro, nel 1881, era pochissimo noto in Italia. In una diversa e più recente traduzione della conferenza del Latour si legge invece: «il motto un po' nietzscheano Mente et Malleo» (Bruno Latour, La sfida di Gaia. Il nuovo regime climatico, traduzione di Donatella Caristina, Milano, Meltemi, 2020, p. 165.
  4. ^ Il testo citato è anche online. Sul Cocchi vedi anche Pietro Corsi, Cocchi, Igino, in «Dizionario Biografico degli Italiani», vol. 26, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1982, pp. 473-476 (anche online).
  5. ^ Ossia, «con il martello e con le scarpe»!
  6. ^ Il passo citato è anche online. Su Eugenio Marchese: https://www.minieredisardegna.it/Schede.php?IdSC=75
  7. ^ Cfr. la mostra Mente et malleo (Bologna, 15 ottobre 2022 – 31 agosto 2023), in occasione del cinquecentenario della nascita del naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e del centenario della morte del primo professore di geologia dell'Università di Bologna, Giovanni Capellini (1833-1922).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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