Maximilien Gardel

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Maximilien-Léopold-Philippe-Joseph Gardel

Maximilien-Léopold-Philippe-Joseph Gardel (Mannheim, 18 dicembre 1741Parigi, 11 marzo 1787) è stato un ballerino e coreografo francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Maximilien Gardel nacque a Mannheim nel 1741, figlio di Claude Gardel, maestro di ballo presso la corte del re di Polonia Stanislao I; fu fratello maggiore di Pierre Gardel, di diciassette anni più giovane.[1]

Dal 1755 studiò all'Académie Royale de Musique, dove fu allievo di Jean-Barthélemy Lany e dove fece il suo esordio sulle scene nel 1759. L'anno successivo riscosse il suo primo successo nel Dardanus di Jean-Philippe Rameau.[2] Molto apprezzato per la tecnica raffinata e l'eleganza del portamento, Gardel si affermò come uno dei primi Danseur noble e fu storico rivale di Gaetano Vestris, con cui condivideva i ruoli da primo ballerino. Nel 1772 fece scalpore la sua decisione di danzare senza maschera né parrucca nel ruolo di Apollo nel Castor et Pollux di Rameau quando fu chiamato a sostituire Vestris: per quanto Novarre avesse già fatto qualcosa di simile, il gesto di Gardel consolidò la pratica e lo aiutò a distinguersi dagli altri ballerini della compagnia.[3]

Nel 1773 divenne l'assistente Maître de Ballet di Vestris e nel 1781 lui e Jean Dauberval rimpiazzarono Novarre in veste di maestri di balletto della compagnia.[4] Dove aver condiviso la direzione con Dauverval per due anni, Gardel fu il principale maître de ballet della compagnia dal 1783 alla morte nel 1787. In questa veste proseguì con le riforme intraprese da Noverre per innalzare la danza da elemento decorativo a vera e propria arte drammatica. Tra le sue coreografie del periodo si annoverano Ninette à la cour (1778), Mirza et Lindor (1779), La Rosière (1783), Le Premier Navigateur (1785) e Le Coq du village (1787), alcune delle quali continuarono ad essere portate in scena anche dopo la Rivoluzione francese.[5] Alla sua morte fu il fratello Pierre a subentrargli come maestro di balletto dell'Académie Royale de Musique.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Floyd Kersey Grave, Ballet Music from the Mannheim Court, Part 1: Le rendes-vous: Ballet de chasse, A-R Editions, Inc., 1º gennaio 1996, p. xiii, ISBN 978-0-89579-330-0. URL consultato il 14 marzo 2023.
  2. ^ (ES) Carmen Paris, Diccionario biográfico de la danza, Lib Deportivas Esteban Sanz, 1997*, p. 141, ISBN 978-84-85977-62-8. URL consultato il 14 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Kassing Gayle, History of Dance, 2E, Human Kinetics, 17 maggio 2017, p. 101, ISBN 978-1-4925-3669-7. URL consultato il 14 marzo 2023.
  4. ^ (EN) Marion Kant, The Cambridge Companion to Ballet, Cambridge University Press, 7 giugno 2007, p. 91, ISBN 978-0-521-53986-9. URL consultato il 14 marzo 2023.
  5. ^ (EN) Jennifer Homans, Apollo's Angels: A History Of Ballet, Granta Publications, 3 gennaio 2013, ISBN 978-1-84708-454-5. URL consultato il 14 marzo 2023.

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Controllo di autoritàVIAF (EN69195025 · ISNI (EN0000 0001 2138 3029 · CERL cnp00363251 · LCCN (ENn97858353 · GND (DE104272325 · BNF (FRcb14806364m (data) · J9U (ENHE987007410125805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n97858353