Machiel Botman

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Machiel Botman (Vogelenzang, 1955) è un fotografo olandese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Autodidatta, ha iniziato a scattare per gioco all'età di 10 anni. Negli anni '80 ha lavorato a Parigi come assistente del celebre stampatore e fotografo Philippe Salaün, il quale collaborava e stampava le immagini di autori come Willy Ronis, Izis, Robert Doisneau e molti altri[1][2].

Ha pubblicato tre monografie: Heartbeat (Volute, 1994), Rainchild (Schaden e Le Point du Jour, 2004) e One Tree (Nazraeli Press, 2011). Nel 2014 ha pubblicato Three books che contiene alcune immagini tratte dai volumi precedenti ma anche molte fotografie inedite[3]. Oltre ad aver curato mostre per vari musei, ha progettato cataloghi e libri, come oggetti, per altri fotografi ed artisti come Miyako Ishiuchi e Kiyoshi Suzuki (1943-2000), tra gli altri.

Ha tenuto vari workshop al Toscana Photographic Workshop (TPW), alla Curtin University di Perth, alla The New School di New York[4].

Le sue opere appartengono a varie collezioni private ed istituzionali, tra cui la Biblioteca nazionale di Francia di Parigi, il Museo d'arte fotografica di Tokyo e il Frans Hals Museum di Haarlem ed è rappresentato dalla Gitterman Gallery di New York, dalla Galerie Vu di Parigi e dalla Kahmann Gallery di Amsterdam.

Il lavoro del fotografo olandese può apparire strano perché i fotogrammi rappresentano frammenti distorti della realtà che possono dare un senso di bellezza universale oppure una oscura minaccia. La sua fotografia viene considerata intuitiva e autobiografica, una sorta di diario visivo, perché le immagini vengono assemblate ed accostate senza un progetto preciso, cioè senza una scelta chiara e lineare. Le immagini in generale mostrano la sua vita, le sue relazioni, suo figlio, i luoghi che frequenta ecc. Nei suoi libri egli aggiunge appunti, scritti e disegni. Come egli stesso ha dichiarato: "Se le mie immagini trasmettono qualcosa, allora va benissimo, non ho bisogno di nient’altro. Le persone potrebbero non capire cosa vedono, ma sanno perfettamente cosa provano"[5][6]. E aggiunge: "La comprensione della vita viene dopo che le immagini sono state scattate. Molte volte scattare una fotografia è un'azione violenta; tu dividi un istante dal suo passato e dal suo futuro. Hai bisogno di tempo per farlo diventare significativo, per capire cosa stai guardando veramente e per capire come quell'immagine possa diventare importante dentro di te. Forse si collega a quello che hai fatto prima. Forse ti mostra qualcosa che non hai mai realizzato"[7].

Vive tra la Maremma e Heemstede, in Olanda.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rainchild – Machiel Botman (firmato), in M. Micamera Bookstore. URL consultato l'8 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2019).
  2. ^ Anna, Machiel Botman, fotografo olandese... così mi piacerebbe scattare!, in Musa Fotografia, 4 giugno 2015. URL consultato l'8 novembre 2018.
  3. ^ Machiel Botman, Three Books, in Placart Photo, 2014. URL consultato l'8 novembre 2018.
  4. ^ Machiel Botman, in Fotografia Europea. URL consultato l'8 novembre 2018.
  5. ^ Lo spazio che sento, in SI Fest #22, 2015. URL consultato l'8 novembre 2018.
  6. ^ Caterina C. Fiorentino, Workshop con Machiel Botman, in S.T. foto libreria galleria, 1º maggio 2010. URL consultato l'8 novembre 2018.
  7. ^ Dean Brierly, Machiel Botman: Gazing Within, in B&W. URL consultato l'8 novembre 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN54393905 · ISNI (EN0000 0000 5336 0510 · LCCN (ENnr2005013608 · GND (DE119414910 · J9U (ENHE987007294215205171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr2005013608