Lorenzo di Piero Sartori

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Rosso di Montelupo particolare della sigla "Lo". La firma è riconducibile alla bottega di Lorenzo di Piero Sartori.[1][2] Talvolta l'unione tra la "L" e la "o" sembra voler sottintendere la lettera "z" e quindi il nome "Lorenzo".[3]

Lorenzo di Piero Sartori (1466 – 1532 circa) è stato un ceramista italiano.

Esponente di una delle famiglie di ceramisti montelupine, è noto per essere l'autore del Rosso di Montelupo.[1][2][4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo di Piero Sartori nacque nel 1466 da Piero e da Lucrezia, primo di quattro fratelli e due sorelle. Il cognome "Sartori" deriva dalla professione che il padre Piero molto probabilmente esercitò, ovvero quella di sarto. Nel 1483, alla morte del padre, assunse il compito di capofamiglia. I membri della famiglia Sartori, secondo la portata catastale del 1487, dichiararono di esercitare la professione di ceramisti e di addetti generici alla bottega in diverse fornaci montelupine. Da questo documento lasciarono sottintendere di non avere una propria attività produttiva.[5]

Nel 1494, all'età di 28 anni, Lorenzo Sartori sposò Maddalena, figlia di Simone di Bartolomeo dalla quale ebbe cinque figli, tre maschi e due femmine. Grazie alla dote che ricevette dalla moglie, diventò proprietario di una fornace a Montelupo. Per questo motivo, dal 1495, i membri della famiglia Sartori cominciarono a produrre ceramiche in proprio.[5]

Lorenzo di Piero Sartori nella sua bottega realizzò molte ceramiche per importanti acquirenti fiorentini. Dai documenti risultò come fornitore della famiglia Antinori nel 1503, dell'Ospedale degli Innocenti nel 1512 e del convento di San Donato in Polverosa dal 1516 al 1518. Sempre nel 1518 lavorò per Clarice Strozzi de' Medici e dal 1521 al 1529 per l'Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze.[6]

La data della sua morte non è del tutto certa ma è anteriore all'anno 1532, nel quale viene riportato come erede il fratello Luca: "Luca fu Piero Sarto, erede dei fratelli Lorenzo e Morello di Piero...".[7][8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il Rosso di Montelupo

Albero genealogico (estratto)[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo
Piero (†1483 circa) - Probabilmente svolse il lavoro di sarto, dal quale deriva il cognome "Sartori".[5]
LORENZO (1466 †1532 circa)
Gabriello (1503 †?)
Luca (? †?) - Ceramista.
Francesco (? †1570 circa) - Ceramista. Si trasferì a Borgo San Lorenzo dove lavorò come ceramista in una propria bottega.[10]
Morello (1469 †1522 circa) - Ceramista.
Gabriello (1475 †1503 circa) - Ceramista.
Luca (1477 †1551) - Ceramista. Dopo la morte dei suoi fratelli assunse il compito di capofamiglia.[11] Questo è riportato in un documento del 1532, nel quale viene citato come erede.[7]
Piero (1484 †?) - Ceramista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ilaria Baratta, Il Rosso di Montelupo, capolavoro di una secolare tradizione della ceramica, su finestresullarte.info. URL consultato il 22 giugno 2020.
  2. ^ a b Mandolesi e Paszkowski (a cura di), di Tutti i Colori, p. 104.
  3. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 2, p. 222.
  4. ^ Il "Rosso", su museiempolesevaldelsa.it. URL consultato il 22 giugno 2020.
  5. ^ a b c Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, p. 537.
  6. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, pp. 537-539.
  7. ^ a b Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, p. 539.
  8. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, p. 550.
  9. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 2, p. 116.
  10. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, p. 541.
  11. ^ Berti, Storia della ceramica di Montelupo, vol. 4, p. 540.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]