Locomotive SV 21-26

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SV 21 ÷ 26 "tipo Carmignano"
poi SV gruppo 26
FS gruppo 811
Locomotiva a vapore
Anni di costruzione 1877-1878
Anni di esercizio 1877-entro 1958
Quantità prodotta 6
Costruttore Maschinenfabrik Esslingen
Lunghezza 9.803 mm
Altezza 4.100 mm
Scartamento 1.435 mm
Massa in servizio 35,0 t
Massa aderente 22,0 t
Massa vuoto 28,8 t
Tipo di motore a vapore
Alimentazione carbone
Velocità massima omologata 55 km/h
Rodiggio 0-2-1
Diametro ruote motrici 1.600 mm
Portanti posteriori 1.100 mm
Distribuzione Stephenson
Superficie griglia 1,06 
Pressione in caldaia 9 kg/cm²
Potenza massima 210 CV (154 kW)
Dati tratti da:
Cornolò, op. cit., pp. 112-113

Le locomotive 21 ÷ 26 (poi gruppo 26) della Società Veneta erano un gruppo di locotender di rodiggio 0-2-1, progettate per l'esercizio delle linee sociali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le locomotive furono costruite tra il 1877 e il 1878 dalla Maschinenfabrik Esslingen per l'esercizio della linea Padova-Camposampiero-Cittadella-Bassano del Grappa, aperta l'11 ottobre 1877[1]: destinate ai treni viaggiatori locali, affiancavano le locomotive gruppo 1 ÷ 9[2].

Con il passaggio di parte delle linee della "Veneta" alle Ferrovie dello Stato, nel 1906, due unità (la 24 e la 26) furono cedute, entrando a far parte del gruppo 802 delle FS; le unità residue, nell'ambito della riclassificazione delle locomotive a vapore della "Veneta" (1915), furono riclassificate nel gruppo 26, con matricole 260 ÷ 263, prestando servizio su buona parte delle linee della SV[3]:

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le 21 ÷ 26 erano locotender a vapore saturo a semplice espansione, a 2 cilindri esterni con distribuzione Stephenson. Avevano una potenza di 210 CV e una velocità massima di 55 km/h. Il rodiggio 0-2-1, la cabina a sbalzo rispetto all'asse portante posteriore e l'elevata velocità massima davano alle locomotive una qualità di marcia mediocre e un serpeggio pronunciato[2]. Caldaia e meccanismo motori furono utilizzate anche sulle locomotive 31 ÷ 32 a tre assi motori[3].

Prospetto delle unità[6][modifica | modifica wikitesto]

Numerazione originaria Numerazione definitiva Anno di costruzione Costruttore N. costruzione
21 - Campodarsego 260 1877 Esslingen 1624
22 - Venezia 262 1877 Esslingen 1625
23 - Carmignano 263 1878 Esslingen 1718
24 - S. Pietro in Gù 1878 Esslingen 1719
25 - S. Martino di Lupari 261 1878 Esslingen 1720
26 - Vigodarzere 1878 Esslingen 1721

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cornolò, op. cit., p. 15
  2. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 82
  3. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 83
  4. ^ Cornolò, op. cit., p. 57
  5. ^ Piero Muscolino, Le ferrovie secondarie di Arezzo, Modeltecnica Editrice, Rovigo, 1978, p. 67
  6. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 219

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cornolò, La Società Veneta Ferrovie, Duegi Editrice, Ponte San Nicolò (PD), 2013, ISBN 8890097965.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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