Libreria delle donne di Milano

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La Libreria delle donne di Milano è un luogo storico della cultura femminista italiana e internazionale a Milano[1] espressione della seconda ondata femminista, importante centro di elaborazione teorica del femminismo della differenza sessuale.[2]

Fondata da un collettivo di donne[N 1] a Milano nel 1975, è la prima Libreria delle donne d'Italia.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le Librerie delle donne sono luoghi di cultura, dibattito ed educazione[4] nati a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, quando il femminismo inizia a fondare in tutto il mondo[5] istituzioni ed imprese culturali quali appunto Librerie delle donne, case editrici, centri di documentazione, case delle donne, etc.[6]

Libreria delle donne di Milano si ispirò alla Librairie des Femmes di Parigi fondata da Antoinette Fouque e legata al gruppo femminista francese Politique et Psychanalyse, ma a differenza di essa decise inizialmente di proporre solo opere di donne, per enfatizzare l'attenzione verso il sapere femminile e la diffusione degli scritti delle donne[1].

Attraverso le proprie attività e scritti - influenti ma anche criticati e dibattuti[7] è stata un luogo di elaborazione teorica del femminismo della differenza sessuale[N 2], posizione filosofica e politica complessa, variegata e conflittuale, che caratterizza l'originalità del pensiero femminista italiano e che ha come aspetto caratterizzante il “radicamento della teoria nelle pratiche" femministe[8].

Tra le fondatrici[N 3][3] vi è infatti anche la filosofa Luisa Muraro, a cui si deve l’elaborazione teorica sulla figura della madre simbolica[9].

Come casa editrice ha pubblicato Il periodico femminista Sottosopra (dal 1983; mentre dal 1973 al 1983 il foglio fu espressione di più gruppi del Movimento delle Donne)[10], la rivista di politica femminista Via Dogana (versioni cartacee dal 1983-1984 e poi 1991-2014; dal 2015 è disponibile solo online) e la rivista umoristica Aspirina (cartacea dal 1987-1991, online dal 2013), tra le cui fondatrici vi è la fumettista Pat Carra.

Ha un archivio e una biblioteca di libri rari sul femminismo, ed espone alla proprie pareti opere d’arte di artiste quali Carla Accardi, Valentina Berardinone, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Dadamaino ed altre. Fu proprio un gruppo di artiste a contribuire negli anni Settanta alla fondazione della libreria, sostenendola con la donazione di proprie opere, presentate in un portfolio curato dalla critica d’arte Lea Vergine[11].

Il suo Archivio Politico per gli anni 1974-1997 è conservato presso la Fondazione Elvira Badaracco[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Notazioni
  1. ^ Per l’elenco completo delle fondatrici della Libreria, si rimanda allo Statuto di Fondazione del Circolo cooperativo delle donne “Sibilla Aleramo” (1975), consultabile presso Fondazione Badaracco Milano.
  2. ^ Un altro luogo di elaborazione di questo pensiero è la comunità filosofica femminile Diotima.
  3. ^ Tra le sue fondatrici vi è anche Lia Cigarini, animatrice del DEMAU, insieme a Daniela Pellegrini, che diede origine al gruppo. Si tratta del primo gruppo femminista documentato in Italia.
Fonti

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Articoli[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]