Kellis

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Kellis
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 25°31′02.17″N 29°05′49.85″E / 25.517269°N 29.097181°E25.517269; 29.097181

L'antica Kellis, oggi nota come Ismant el-Kharab (Ismant la rovinata), era un villaggio dell'Alto Egitto durante il periodo romano. Si trovava circa 2,5 km a est-sudest dell'attuale Ismant, nell'oasi di Dakhla, e circa 11 km a nordest di Mut el-Kharab, capitale dell'oasi.[1][2] In tempi antichi Mut veniva chiamata Mothis, e quindi Kellis si trovava nel nome Mothite.[3]

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Il villaggio era lungo 1050 metri e largo 650 metri, ed era costruito quasi interamente con mattoni di fango su una bassa terrazza, con uadi a sudest e nordest, e circondato da campi.[4] Tra le piccole produzioni c'erano tessuti, ceramiche lavorate a mano e mascalcia. Tra le attrazioni di Kellis c'era il tempio di Tutu e tre chiese. La piccola chiesa orientale è la più antica conosciuta dell'Egitto. Il sito fu occupato dalla fine del periodo tolemaico, e fu abbandonato dopo il 392. Da allora non fu più abitato, tranne che per un certo periodo negli anni quaranta, quando alcuni beduini vi si accamparono.[5][6] Molti edifici sono sepolti sotto la sabbia, e le loro sommità sono visibili sopra la superficie. Altri sono nascosti, e rischiano di collassare quando gli incauti turisti li calpestano.

Scavi archeologici[modifica | modifica wikitesto]

L'esplorazione archeologica di Kellis iniziò nel 1986.[7] Dal 1991 gli scavi di Kellis sono finanziati dalla Australian Research Council, gestito dall'Università Monash di Melbourne.[8] Migliaia di frammenti scritti sono stati scavati a Kellis, riguardanti soprattutto l'antica religione chiamata Manicheismo, i cui fedeli a Kellis vissero apparentemente in antichità accanto ai Cristiani.[9] A Kellis, gli archeologi hanno trovato anche libri in legno, stoviglie di vetro, utensili e altri oggetti domestici, ma anche cimiteri[10][11] dove sono state rinvenute mummie[12] ricoperte di maschere funerarie[5][13] e altri elementi in cartonnage.[14][15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Wagner, G. e Aravecchia, Nicola. "Kellis", Pleiades (2010).
  2. ^ Colin Hope e Gillian Bowen, Kellis: A Roman-Period Village in Egypt's Dakhleh Oasis, 1ª ed., Cambridge University Press, 13 gennaio 2022, DOI:10.1017/9780511844362, ISBN 978-0-511-84436-2.
  3. ^ "Ismant el-Kharab, ancient Kellis" Archiviato il 29 luglio 2008 in Internet Archive., Monash University.
  4. ^ Knudstad, J. E & R.A. Frey, 1999, Kellis, the Archaeological Survey of the Romano-Byzantine Town at Ismant el-Kharab, Reports from the Survey of the Dakhleh Oasis 1977-1987, C.S. Churcher and A.J. Mills eds, pag 95-96, Oxbow Books: Oxford.
  5. ^ a b Schweitzer, A., 2002, Les parures des cartonnage des momies d'une nécrople d'Ismant el-Kharab, Dakhleh Oasis Project: Preliminary Reports on the 1994-1995 to 1998-1998 Field Seasons, C.A. Hope & G.E. Bowen eds., pag 270, Oxbow Books: Oxford.
  6. ^ Hope, C.A., 2002, Excavations in the Settlement of Ismant el-Kharab in 1995-1999, Dakhleh Oasis Project: Preliminary Reports on the 1994-1995 to 1998-1998 Field Seasons, C.A. Hope & G.E. Bowen eds., pag 205-206, Oxbow Books: Oxford.
  7. ^ Colin A. Hope, Three Seasons of Excavation at Ismant el-Gharab in Dakhleh Oasis, Egypt, in Mediterranean Archaeology, vol. 1, 1988, pp. 160–178.
  8. ^ Egypt - Rare Books Exhibition, su lib.monash.edu.au, 2 ottobre 1998. URL consultato il 14 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2010).
  9. ^ Sami, Mariam. "Illuminating an Ancient Emissary of Light", Los Angeles Times (4-10-1998).
  10. ^ Colin A. Hope, Judith Mckenzie e Carlo Rindi Nuzzolo, The Traditional Cemeteries of Kellis, 1ª ed., Cambridge University Press, pp. 307–342, DOI:10.1017/9780511844362.017, ISBN 978-0-511-84436-2.
  11. ^ Gillian E. Bowen, Christian Burial Practices, Cambridge University Press, 2022, pp. 343–366, DOI:10.1017/9780511844362.018, ISBN 978-0-521-19032-9.
  12. ^ "Ismant el-Kharab, ancient Kellis" Archiviato il 1º gennaio 2010 in Internet Archive., Dakhleh Trust
  13. ^ Carlo Rindi Nuzzolo, The Cartonnage from Kellis (Ismant al-Kharab, Dakhleh Oasis): a study in Regionalism and Craftsmanship, 2019, pp. 178066112 Bytes, DOI:10.26180/5ca6c9fd1dc0f.
  14. ^ Carlo Rindi Nuzzolo, Graeco-Roman cartonnage from the Kellis 1 cemetery (Ismant el-Kharab - Dakhleh Oasis): the case of Tombs 10 and 25, in Burial and mortuary practices in late period and Graeco-Roman Egypt : proceedings of the International Conference held at Museum of Fine Arts, Budapest, 17-19 July 2014, Budapest, Museum of Fine Arts, 2017, DOI:10.26180/7835480.v1.
  15. ^ Carlo Rindi Nuzzolo, Broken faces: investigating evidence of regionalism in mummy mask fragments from the Kellis 1 cemetery, in Dust, Demons and Pots Studies in Honour of Colin A. Hope, OLA, 2020, DOI:10.2307/j.ctv1q26ngg.53.

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