Icahn Stadium

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Icahn Stadium
Informazioni generali
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
UbicazioneRandall's Island, NY
Inaugurazione1936
ProgettoRMJM
Prog. strutturaleGeiger Engineers
Intitolato aCarl Icahn
Informazioni tecniche
Posti a sedere10000
StrutturaPianta ovale
CoperturaAssente
Pista d’atleticaAnello da 400 metri
Mat. del terrenoErba
Uso e beneficiari
Atletica leggeraAdidas Grand Prix
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°47′35.9″N 73°55′31.23″W / 40.793306°N 73.925342°W40.793306; -73.925342

L'Icahn Stadium è uno stadio situato sull'Isola di Randall, a New York, utilizzato principalmente per gli eventi di atletica leggera. È una delle sole cinque piste classificate "classe 1" e certificate a livello internazionale, negli Stati Uniti, dalla World Athletics.[1] Dal 2005 al 2015 ha ospitato l'Adidas Grand Prix, meeting annuale di atletica leggera facente parte del circuito della Diamond League.[2]

Lo stadio offre un anello di 400 metri estremamente veloce, affiancato da tribune coperte che possono ospitare fino a 5000 spettatori e dispone di moderni spogliatoi, docce e sale riunioni. In aggiunta la FIFA ha certificato il campo da calcio, a nord dello stadio, costruito con una superficie artificiale, recinzioni ed illuminazione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Icahn Stadium aprì i battenti il 23 aprile 2005 ed è così chiamato in onore al businessman statunitense Carl Icahn.[3]

L'Icahn Stadium si trova sul luogo dell'ex Downing Stadium, aperto nel 1936 come parte di un più grande dipartimento di New York, progetto che ha incluso la costruzione del Triborough Bridge (ora il Robert F. Kennedy Bridge). L'apertura del Downing Stadium ha fatto la storia perché ha ospitato i trials olimpici statunitensi, durante i quali l'atleta Jesse Owens riuscì a qualificarsi in due discipline (100 e 200 metri piani) per i Giochi olimpici estivi di Berlino. Il sito divenne casa base della squadra di calcio New York Cosmos, nonché sede di diversi eventi sportivi e concerti estivi. Le luci dello stadio, sono state recuperate dall'Ebberts Field dopo il suo abbattimento[4] e quindi riutilizzate.

Dopo due anni di attività, l'Icahn Stadium aveva ospitato già più di 200 000 scuole superiori, college e atleti professionistici e spettatori durante la stagione di gare. Ogni anno, il numero di meting ed eventi che sono previsti aumentò sempre più, portando un numero sempre più alto di persone alla struttura.

Gestito dalla Randall's Island Sports Foundation (RISF), l'Icahn Stadium serve gli abitanti di New York ed oltre. RISF fu fondata nel 1992 come una partnership pubblico-privato per lavorare per Randall's Island Park. La fondazione, congiunta con la comunità locale, lavora per realizzare il potenziale immenso dell'isola attraverso lo sviluppo di strutture sportive e ricreative, ripristinando il suo vasto ambiente naturale, recuperando e mantenendo il parco, e sponsorizzando i programmi comunitari per i bambini di New York che portano oltre 14000 bambini di scuole pubbliche con poche risorse da Harlem e dal South Bronx all'isola ogni anno.

L'Icahn Stadium era incorporato come centro di allenamento nella candidatura della città di New York per i Giochi olimpici estivi del 2012.[5]

Avvenimenti importanti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Documents - Certified Athletics Facilities, su iaaf.org, 4 marzo 2015. URL consultato il 1º aprile 2015.
  2. ^ (EN) Icahn Stadium, su newyork.diamondleague.com. URL consultato il 1º aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  3. ^ (EN) Michael Brick, Children Celebrate Opening of Stadium, su nytimes.com, 24 aprile 2005. URL consultato il 6 settembre 2009.
  4. ^ (EN) 500 Lights From Ebbets Field Will Shine on Randalls Island, su nytimes.com, 4 giugno 1960. URL consultato il 6 settembre 2009.
  5. ^ (EN) Charles V. Bagli, Without Games, the Sites Pass From Future to Never, su nytimes.com, 7 luglio 2007. URL consultato il 6 settembre 2009.
  6. ^ (EN) Jeré Longman, Jamaican Sets World Record in 100 Meters at 9.72, su nytimes.com, 1º giugno 2008. URL consultato il 27 novembre 2008.

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