Heinrich Christian Friedrich Hosenfelder

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Ritratto di James Collett eseguito nel 17911792 da Hosenfelder.

Heinrich Christian Friedrich Hosenfelder (Berlino, 1720Sarpsborg, 27 ottobre 1805) è stato un pittore e ceramista tedesco naturalizzato norvegese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenne a una famiglia di artisti tedeschi il cui più famoso rappresentante fu Christian Friedrich Hosenfelder (1706-1780), che lavorò a Berlino e a San Pietroburgo, dove insegnò presso l'accademia d'arte.[1]

La notorietà di Hosenfelder è motivata dalla sua attività come ceramista, che lo portò ad esercitare la sua arte nel settore dell'arredamento.[2]

Le opere di Hosenfelder si caratterizzarono, in un primo periodo, per lo stile rococò rielaborato e diffuso in Germania; in una fase creativa seguente, invece, il pittore si accostò alle nuove tendenze artistiche provenienti dall'Inghilterra.[2]

Uno degli elementi peculiari della sua arte fu l'intensità dei colori, con una preferenza per il marrone.

Intorno al 1760 si trasferì in Norvegia, dove nel 1767 sposò Idd e l'anno successivo ebbero un figlio.[1]

Un'altra attività nella quale Hosenfelder si mise in evidenza fu la ritrattistica e molti suoi lavori sono conservati ed esposti al Museo Nazionale di Oslo.[2]

Tra i ritratti principali si possono menzionare quelli di Anne C. (1776), di John M. Hansteen (1776 di proprietà privata), di Karen e Niels Romedal (1770, proprietà privata); queste opere evidenziarono lo sfondo tedesco di un realismo borghese con alcune copertine in stile rococò.[1]

L'opera più conosciuta è il ritratto di James Collett da bambino (1791, National Gallery), che si caratterizzò per una pennellata con una mano leggera e sicura nel disegno dei dettagli sul viso e sulle mani.[1] I colori in risalto furono il rosa e il marrone, accanto al bianco e nero. L'immagine rivelò l'influenza dell'arte inglese.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (NN) Heinrich Christian Friedrich Hosenfelder, su nkl.snl.no. URL consultato il 28 agosto 2018.
  2. ^ a b c le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 11.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (NN) H. Bassøe, Stamtavle over familien Bassøe, Oslo, 1899.
  • (NN) H. Grosch, Herrebø-Fayancer, Oslo, 1901.
  • (NN) C. Dunker, Gamle Dage, Oslo, 1909.
  • (NN) A. Collett, Familien Collett, Oslo, 1915.
  • (NN) C. W. Schnitler, Malerkunsten i Norge i det attende aarhundre, Oslo, 1920.
  • (DE) Thieme Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler-B., Lipsia, 1924.

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