Ezāfe

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'ezāfe (in persiano اضافه)[1] è una particella grammaticale presente in alcune lingue iraniche e in urdu che lega due parole; nella lingua persiana consiste nelle vocali atone -e o -i (-ye o -yi dopo vocale)[2] poste tra le parole che lega, e corrisponde nell'uso approssimativamente alla preposizione italiana di. Generalmente non viene indicato nelle scrittura[3] poiché nell'alfabeto persiano normalmente non vengono scritte le vocali, ma è indicato nella lingua tagica che è scritta con l'alfabeto cirillico.

Gli usi comuni dell'ezāfe in persiano sono i seguenti:[4]

  • possessivo: برادرِ مریمbarādar-e Maryam "il fratello di Maryam" (può anche essere utilizzato come pronome possessivo, برادرِ منbarādar-e man "mio fratello", ma nel parlato si trova più comunemente come suffisso possessivo: برادرمbarādar-am);
  • aggettivo qualificativo: برادرِ بزرگbarādar-e bozorg "il fratello maggiore";
  • prenome/cognome: Mohammad-e Mosaddeq, آقای مصدقāghā-ye Mosaddeq "il Sign. Mosaddeq".

Oltre al persiano l'ezāfe viene usato anche in altre lingue iraniche e nelle lingue turche che hanno mutuato molte frasi dal persiano. La lingua armena ha il caso genitivo, il quale funziona in maniera simile all'ezāfe e probabilmente il suo uso potrebbe essere stato influenzato da esso portando a costruzioni come Hayastani Hanrapetut'yun "Repubblica d'Armenia" o Sardarapati č̣akatamart "Battaglia di Sardarabad".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Prende il nome dall'omonima costruzione genitivale dell'arabo.
  2. ^ La vocale breve "-ِ" (chiamata kasra o kasré) è pronunciata come una e o come una i a seconda dell'accento.
  3. ^ Simin Abrahams, Modern Persian (Routledge, 2005: ISBN 0-7007-1327-1), p. 25.
  4. ^ Leila Moshiri, Colloquial Persian (Routledge, 1988: ISBN 0-415-00886-7), pp. 21–23.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]