Discussioni utente:Griffus~itwiki

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Naturalmente benvenuto anche da parte mia e se avessi bisogno non esitare a contattarmi. --Jacopo (msg) 11:28, 20 mar 2006 (CET)[rispondi]

Tua pagina[modifica wikitesto]

La tua pagina è stata cancellata perché la cronologia della sandbox viene periodicamente ripulita per fare ordine. Consiglio usa una pagina tipo Utente:Griffus/sandobox per le tue prove, quella non te la tocca nessuno. Ti ho recuperato il testo: è però autopromozionale. Leggi Aiuto:Cosa mettere su Wikipedia e Aiuto:Cosa non mettere su Wikipedia, prima di farne una voce. E personalmente non ne farei una voce. Altro suggerimento Aiuto:Wikificare e Aiuto:Manuale di stile

Di seguito il tuo testo:

Giorgio Maria Griffa[modifica wikitesto]

Giorgio Maria Griffa nasce a Biella (Italia), nel 1944.

Prova diverse tecniche espressive prima di trovare nell'acquarello il mezzo che più lo soddisfa per riportare sulla carta i ricordi dei suoi viaggi, prediligendo paesaggi marini, relitti e fari.

Per conoscere grandi sensazioni c'è chi deve essere il primo a salire una vetta, attraversare un mare, calpestare una terra. Griffa pensa sia sufficiente viaggiare da soli per rendere spesso uniche alcune esperienze. Non crede occorra il machete per farsi largo tra le emozioni.

Le mete dei viaggi e i soggetti dei suoi lavori sono scelte precise. Preferisce il nord all'est, sceglie luoghi poco abitati, non fa domande a chi ci vive, non finge di essere uno del posto, non disturba. Espone i suoi acquarelli di viaggio in gallerie "lontane dalle correnti" e i resoconti dei suoi viaggi vengono pubblicati su riviste specializzate in Italia e all'estero.

Scrive e disegna Breakfast & Brunch (Idealibri, 1988). Nel 1995 pubblica, dopo un lungo viaggio con il fotografo Fabrizio Lava, Tierra Del Fuego (Eventi&Progetti, 1995), un libro di acquarelli e fotografie sulla Terra del Fuoco. Nel 1998 viaggia alle Falkland, poi in Antartide e Georgia del Sud, interessato soprattutto alle vecchie stazioni baleniere abbandonate. Il volume Acquarelli di Viaggio (Nuages, 1999) esce l'anno seguente. Nel 2005 viene stampato I Fari degli Stevenson (Nuages, 2005), diario di viaggio intorno ai fari scozzesi costruiti dalla famiglia di Robert Louis Stevenson.

Appunti di critica[modifica wikitesto]

[...] E per chi ha un briciolo di immaginazione può anche bastare fermarsi inquietamente davanti a un relitto posato sulla spiaggia o appena sommerso dall’acqua del mare per avvertire che la linea d’ombra sta per essere sfiorata, sta appena al di là dello sguardo. Non sembra inghiottirlo con la sua presenza, tanto desiderata, ma può diventare inquietante come un film giallo perché la presenza di quell’eroe, che per Griffa è il relitto, può diventare, di colpo, una trappola. La sensazione di stare all’ingresso di un mistero viene guardando questi relitti di navi o di barche disegnate da chi vorrei chiamare, con buona approssimazione, il maestro dei relitti.

Griffa è un viaggiatore testardo e molto accurato, è un progettista ambizioso. Come Stevenson, come Conrad, ha ammirato quel che resta di un naufragio e i relitti sono per lui la sua cartà d’identità. Adesso che lui li ha scoperti e portati alla luce, quei relitti sono diventati emblemi indimenticabili. Fanno parte della sua dinastia. E hanno dati anagrafici ben precisi. Griffa ha viaggiato in Terra del Fuoco, guardato la forma di un faro come un ragazzino guarda, pallido per l’emozione, i primi francobolli di uffici postali molto lontani da casa.

Giorgio Soavi da Giorgio Maria Griffa Acquarelli di Viaggio, Edizioni Nuages, Milano 1999


[...] Cosa cerca Griffa in questi dettagli di paesaggio che spesso confinano con la desolazione o con la banalità, attraverso questi punti di vista strani e sperduti, da cui spesso si può mettere a fuoco soltanto un tank abbandonato, un portico sdrucito, un cavo dell'alta tensione sospeso o una vecchia imbarcazione semisepolta dalla neve e da una neve di quelle che sembrano non doversi sciogliere mai?

Cerca spazi abbastanza vuoti perché possano contenere tutta la densità della sua visione, tutta l'immensa memoria delle cose viste, accumulate, stratificate insieme nel fondo degli occhi; cose che non importa da quali storie provengano e quali origini abbiano, ma cose che sono ancora lì (questo è l'unico fatto), sprofondate nel cuore della memoria che crea il senso del presente.

Questo implicito 'passato' dell'immagine che condiziona soggetti, tagli, inquadrature e scelte compositive è il fondamento dello stile di Griffa; cronaca di viaggio, in superficie, fedelissimo reportage di un vissuto in terre lontane (o vicine: qualche volta infatti l'attenzione si concentra su un particolare scoperto nei pressi di casa, in terra biellese; come per esempio sulla facciata di una chiesa colta però di scorcio e come sospesa incongruamente sul pieno della parete), ma in realtà reportage traviato, assemblato e composto nel corso di una vita intera combinando insieme suggestioni letterarie, ricordi cinematografici, voglia o necessità insistente di riscoprire, di approfondire, di tornare sui propri passi andando sempre in luoghi diversi

Martina Corgnati da Giorgio Maria Griffa. Paesaggi nel cuore della memoria, Ed. Galleria Marieschi, Milano 2001.


Dario Olivero da Tutti i fari degli Stevenson negli acquarelli di Griffa, Repubblica.it,[1] 7 maggio 2005

Saluti --Kal-Elqui post! 16:47, 21 mar 2006 (CET)[rispondi]

Il tuo nome utente sarà cambiato[modifica wikitesto]

03:55, 18 mar 2015 (CET)

Rinominato[modifica wikitesto]

19:33, 21 apr 2015 (CEST)