Discussione:Furio Anziate

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Biografia

Gli scrittori Calcedonio Soffredini e Francesco Lombardi lo dicevano appartenente alla gens Antia, illustre famiglia che ritenevano originaria di Antium.

Il Lombardi lo voleva imparentato con la dinastia giulio-claudia, giudicando da un'iscrizione sepolcrale di un monumento della gens Antia, eretto durante il regno di Commodo. Il Soffredini supponeva il poeta contemporaneo di Catullo.

Furio era amico di Quinto Lutazio Catulo, il quale gli dedicò un libro sul suo consolato e sulle sue imprese;[1] sicché Furio narrò in versi, con un poema epico, la guerra cimbrica alla quale Lutazio aveva partecipato.

Di Furio Anziate sono rimasti sicuramente sei esametri, tramandati da Aulo Gellio.[2]

Mario Guarnacci diceva quei versi scritti in un latino "dei tempi assai bassi". Da Aulo Gellio si rileva in effetti che Cesellio Vindice, grammatico dell'età di Adriano, li giudicava composti con verbi non corretti; tanto che Gellio difese Furio dalle critiche. Nicola Terzaghi, filologo classico, li diceva "esametri di corretta fattura metrica, ma cui è dato un colorito strano per mezzo di parole ricercate e fuor d'uso".

Non si conosce se tutta la letteratura di Furio Anziate si riducesse all'opera dedicata alle gesta di Lutazio Catulo, o se avesse scritto altro.

Macrobio[3] citava otto frammenti da libri di Annali scritti da un certo Furio. Ma Nicola Terzaghi escludeva si trattasse del nostro Furio Anziate; infatti, nei versi citati da Macrobio, notava la tendenza ad imitare Virgilio: cosa impossibile da parte di Furio Anziate, vissuto prima del celebre poeta; infatti la sua epoca era stata collocata dal Terzaghi tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C..

Note
  1. ^ Cicerone, Rethorica, Brutus, 132.
  2. ^ Noctes Atticae, XVIII, 11.
  3. ^ Saturnalia, VI, 1.
Bibliografia