Discussione:Esistenzialismo

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Filosofia
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Esistenzialismo
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiafilosofia
Dettagli
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

Scusate, ma a me risulta che "Was ist Metafisik?" è del 1929.

Ciao, modifica l'informazione e inserisci in questa pagina la citazione da cui si evinca la data corretta. Potresti anche creare il paragrafo fonti nella voce principale. Grazie e buona continuazione --Caulfieldimmi tutto 12:25, 21 nov 2006 (CET)[rispondi]

"Perché è in generale l'ente e non piuttosto il niente?" è la traduzione del professor Franco Volpi per Adelphi della frase presente nella famosa prolusione "Was ist Metaphysik?" del 1929 all'università di Friburgo. La frase è la domanda con cui termina la prolusione. L'editore è Vittorio Klosterman.

- Scusate, volevo solo fare queste osservazioni:

1. Si: "Was ist Metaphysik?" è del 1929 ed è stato pronunciato da Heidegger al suo ritorno a Freiburg. L'editore è Vittorio Klostermann (con due enne).

2. Mi pare che questa voce, aldilà dei vizi formali, sia orientata male. Il problema centrale dell'esistenzialismo è il problema dell'esistenza non dell'essere. Focalizzando su quest'ultimo si finisce per identificare l'esistenzialismo, in buona misura, con una indagine di tipo heideggeriano, ed è noto come il filosofo di "Essere e Tempo" abbia preso le distanze dall'esistenzialismo. Il dibattito sul rapporto Heidegger-Esistenzialismo è, in effetti, ancora aperto ma appare oramai assodato che la sua inclusione fra gli esistenzialisti è tutt'altro che pacifica, si può parlare, semmai di due "indagini" che si incrociano senza mai convergere negli intenti.

Confermo la tua analisi sull'esistenzialismo. La filosofia di Heidegger è stata identificata erroneamente come esistenzialismo, in Italia, grazie alla superficiale interpretazione di Nicola Abbagnano, fra gli altri. In realtà quella di Heidegger era una ontologia anti-umanista e perciò anti-esistenzialista. Ciò non toglie che l'analitica esistenziale posta da Heidegger alla base della sua ontologia, rileva sicuramente nel campo di analisi della voce esistenzialismo, anche per risultati coincidenti o simili a quelli di altri filoni filosofici più schiettamente esistenzialisti (penso a Jaspers o a Sartre, ad es.). --Antiedipo 14:37, 16 nov 2007 (CET)[rispondi]

A questo punto mi sembrerebbe opportuno (come ho detto nel punto "2") ricominciare ex novo questa voce di Wiki. In particolare credo che si dovrebbe:

1. Eliminare la sezione "Che cos'è l'essere", credo si adatti più alla voce Ontologia o alle voci riguardanti i rispettivi filosofi.
2. Riguardo ad Heidegger: inserire un apposito paragrafo dal titolo esplicito come "Heidegger e l'esistenzialismo" o simili, in modo da rimarcare la differenza fra l'ontologia heideggeriana e le filosofie dell'esistenza e trattare della questione nei limiti per cui pertiene alla voce "Esistenzialismo" (menzionando quindi Abbagnano, Pareyson, Chiodi ecc.)
3. Nell'apertura è menzionato Dostoevskij come un autore "esistenzialista" il che, oltre che cozzare clamorosamente con il contesto "storico" dell'esistenzialismo (D. è morto oltre 30 anni PRIMA dell'esistenzialismo) è anche un po' fuorviante. Dostoevskij dovrebbe essere menzionato come una delle fonti ispiratrici dell'esistenzialismo. Discorso analogo l'immagine con le foto dei "grandi esistenzialisti" che lascia intendere Kierkegaard, Nietzsche, Kafka e Dostoevskij come degli "esistenzialisti". A questo punto direi che sarebbe opportuno introdurre una sezione sui "prodromi dell'esistenzialismo" o sulle "fonti" ed un'altra, infine, sulle influenze esercitate dall'esistenzialismo.

L'esistenzialismo di Camus[modifica wikitesto]

C'è una postilla su Camus che mi convince poco (ho già smorzato un poco). Incollo qui un frammento ripreso da ateismo che andrebbe integrato nel paragrafo in questione o nella voce su Camus.Truman (msg) 19:31, 24 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Due intellettuali francesi che fanno dell'ateismo il sottofondo del loro pensiero filosofico e letterario: Albert Camus e Jean Paul Sartre. Essi sono i più noti esponenti di una corrente di pensiero nota come esistenzialismo ateo. Del primo qualche esegeta, come Jacqueline Lévi-Valensi, vorrebbe mettere in dubbio l'appartenenza all'esistenzialismo sulla base dei suoi contrasti con Sartre e per il fatto che la sua è più un problematica dello "stare nel mondo" che dell'"essere uomo" in rapporto al mondo. Questa lettura del pensiero di Camus non è corretta.

In primo luogo va tenuto conto che i contrasti di Camus con Sartre sono stati tutti di natura politico-sociologica e non filosofica, e in secondo che l'atteggiamento esistenzialistico consiste sempre in una problematica dell'esistere che riguarda il proprio stare nel mondo non meno che il proprio essere. Il tema dell'assurdo è il fondamento dell'esistenzialismo camusiano: "Un mondo che possa essere spiegato, sia pure con cattive ragioni, è un mondo famigliare, ma viceversa, in un universo subitamente spogliato di illusioni e di luci, l'uomo si sente un estraneo, e tale esilio è senza rimedio, perchè privato dei ricordi di una patria perduta o della speranza di una terra promessa. Questo divorzio tra l'uomo e la sua vita, fra l'attore e la scena, è propriamente il senso dell'assurdo." (Il mito di Sisifo, Bompiani, 1947, pagg.9-10)

Se il senso dell'assurdo fonda l'esistenzialismo di Camus, per Sartre l'uomo è condannato ad essere libero e nello stesso a fallire la sua istanza di libertà. In quanto libero in un mondo di cose dominate dalla necessità egli è un Dio, ma si fallisce in quanto tale poiché resta sempre un Dio fallito. Scrive Sartre: "La libertà umana precede l'essenza dell'uomo e la rende possibile, l'essenza dell'essere umano è in sospeso nella sua libertà. E' dunque impossibile distinguere ciò che chiamiamo libertà dall'essere della "realtà umana"." (L'essere e il nulla, introduzione, 5, Il Saggiatore, 2002, pag.60)

Sartre parte dalla libertà dell'uomo e arriva al suo sentirsi Dio: "Ogni realtà umana è contemporaneamente progetto diretto di compiere una metamorfosi del suo per-sé in in-sé-per-sé e progetto di appropriarsi il mondo come totalità di essere-in-sé, sotto la specie di una qualità fondamentale. Ogni realtà umana è una passione, in quanto progetta di perdersi per fondre l'essere e per costituire contemporaneamente l'in-sé che sfugge alla contingenza essendo il proprio fondamento, l'"Ens causa sui", che le religioni chiamano Dio.". (cit., pag 682).

Postosi come un autosufficiente Dio, come un per-sé assoluto, libero dalla necessità cui soggiace quell' in-sé che è la natura, la materia. L'esito è il fallimento e del mondo e dell'uomo in esso: "E' come se il mondo, l'uomo e l'uomo-nel-mondo non giungessero che a relizzare un Dio mancato. E' dunque come se l'in-sé ed il per-sé si presentassero in stato di "disintegrazione" in rapporto ad una sintesi ideale. Non che l'integrazione abbia mai avuto luogo, ma invece precisamente perché essa è sempre indicata e sempre impossibile." (cit., pag.691)

---fine testo ricopiato---Truman (msg) 19:31, 24 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Perché non inserire queste citazioni? --Codas (msg) 22:37, 24 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Doppia negazione o errore di battitura???[modifica wikitesto]

Molto differente da quello di Sartre, almeno dal 1950, è l'esistenzialismo ateo di Albert Camus, più vago, meno teorico e meno meno ideologico e intellettualistico. Egli alla fine del saggio Il mito di Sisifo precisa il suo esistenzialismo ateo, che nega il divino e lo sostituisce col rapporto dell'uomo con la natura:

Non conosco l'argomento... quindi non voglio commettere un errore cancellando un meno o cancellandoli entrambi e mettere più :-)--Fornaro92 (msg) 21:43, 7 mar 2009 (CET)[rispondi]

Io toglierei anche il vago e l'intellettualistico, che mi sa di POV. Lascerei: "meno teorico e meno ideologico". --Antiedipo (msg) 06:53, 8 mar 2009 (CET)[rispondi]

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Comunque come direbbe qualche vecchio saggio filosofo ignorante l'e. è una "questione di salute, una questione lavoro, una questione di palle e una questione di suocera," (c'è gente che si è "ammalata" o ne ha espresso un disagio per raggiungere tali obiettivi nella vita in certe epoche storiche) giusto per far capire a tutti e riderci un pò,sopra...anche se di questi tempi è meglio non ridere più di tanto...--Folto82 (msg) 08:12, 29 ott 2018 (CET)[rispondi]

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