Dipinti e disegni di Michail Lermontov

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Voce principale: Michail Jur'evič Lermontov.

Michail Jur'evič Lermontov, poeta, romanziere e drammaturgo russo, nell'arco della sua breve vita si è applicato al disegno e alla pittura con risultati apprezzabili.

Autoritratto di Michail Lermontov con la divisa del reggimento dei Dragoni di Nižnij Novgorod e sullo sfondo le montagne del Caucaso, acquerello su carta, 1837-1838, Museo della Letteratura, Mosca

«Se Puškin riesce con pochi tocchi a farci vedere un paesaggio, a farci conoscere una persona, a delineare una situazione, Lermontov è senza dubbio meno sobrio, più incline ad abbandonarsi al fascino dei colori... Anche nel modo di vedere e di descrivere ed avvenimenti, ci si può accorgere che Lermontov, ai margini della poesia, era pittore»

La produzione figurativa[modifica | modifica wikitesto]

L'amore per le arti figurative si manifestò in Lermontov fin dalla più tenera età: «...lui è stato meravigliosamente dotato di talento per l'arte; già allora dipingeva ad acquarello abbastanza bene e scolpiva con le cere colorate intere figure...», scrive il cugino Akim Šan-Girej ricordando gli anni della sua infanzia.[1] Secondo un suo grande amico, lo scrittore e funzionario statale Svjatovslav A. Raevskij (1808-1876), uno dei maggiori passatempi del piccolo Michail era quello di disegnare con il gesso sul pavimento, che era ricoperto di panno verde. E infatti Lermontov è ritratto a tre anni con un gesso in mano.

Il suo primo insegnante di disegno è stato il pittore Aleksandr Stepanovič Solonickij (?-dopo il 1843); fu lui a prepararlo per l'ammissione alla Pensione Nobiliare. Da questi imparò a riprodurre il modello con perfetta aderenza alla realtà e ricambiò la fiducia dell'insegnante con il dono di una copia delle sue poesie.[2] Successivamente a San Pietroburgo, nel 1835-1836, Lermontov prese lezioni di pittura da Pëtr Efimovič Zabolotskij, autore di due ritratti a olio del poeta, del 1837 e del 1840. Nei lavori giovanili di Lermontov notevole è l'influenza di Rembrandt, soprattutto nei ritratti ad acquerello dove è utilizzata la tecnica dei forti contrasti tra luci e ombre.[3]

Aleksandra Michajlovna Vereščagina (1810-1873), in una lettera del 1835 diretta da Pietroburgo a Lermontov ha scritto: «... Per quanto concerne i Vostri disegni, corre voce che stiano riscuotendo un incredibile successo e io non fatico a crederlo; Vi prego, Michel, non trascurate questo dono; il ritratto che avete inviato di Aleksej è incantevole».[4]

I lavori di Lermontov pittore, in rapporto al soggetto e ad altre caratteristiche, si suddividono nelle seguenti categorie:

  • Argomento militare;
  • Paesaggi;
  • Ritratti
  • Caricature;
  • Scene di vita quotidiana;
  • Schizzi e disegni senza soggetto specifico (teste, cavalieri, militari, cavalli, ecc.);
  • Figure, compresi alcuni autoritratti; ad esempio il frontespizio del poema "Il prigioniero del Caucaso", il lavoro a guazzo del 1828, l'abbozzo per il poema "Vadim", l disegno sull'autografo della poesia "Na severe dikom stoit odinoko..." (Nel selvaggio nord sta solitario...).[5]

Le sue opere migliori sono legate al Caucaso, interpretate nello spirito della pittura romantica e realizzate durante e dopo il primo esilio.

Sono sopravvissuti tredici dipinti a olio di Lermontov, quarantaquattro acquerelli, circa quattrocento disegni eseguiti con inchiostri, seppie, matite, e quattro litografie. Tuttavia, parecchi disegni e pitture sono da ritenere perduti.[6] Le sue opere sono raccolte presso Casa Puškin, nome familiare del più ufficiale Istituto di letteratura russa dell'Accademia delle scienze di Russia, la Biblioteca nazionale russa, siti entrambi a San Pietroburgo, la Biblioteca di Stato russa, il Museo della Letteratura di Mosca, e nei Musei memoriali di Mosca, Tarchany e Pjatigorsk, luoghi nei quali rispettivamente Lermontov nacque, visse la sua infanzia, e morì.[2]

Lo studioso contemporaneo Viktor Vasil'evič Afanas'ev (1932-2015) sostiene che Lermontov «possedeva un'eccellente memoria visiva, uno spirito d'osservazione penetrante, il colpo d'occhio, ossia tutto ciò di cui abbisogna un artista». Sovente lungo i margini dei suoi fogli manoscritti compaiono disegni e schizzi che non nascevano, secondo il critico, durante il processo di scrittura, ma lo accompagnavano, come se in Lermontov la parola si presentasse unita all'immagine, ragion per cui avrebbe dovuto essere studiato non tanto il poeta quanto il poeta-pittore. Dello stesso parere è il critico d'arte e letterario Irakij Luarsabovič Andronikov (1908-1990), il quale ritiene esista una «relazione profonda» tra i due talenti di Lermontov, e che il lavoro artistico debba essere considerato materiale d'indagine per la piena comprensione della sua poesia.[2]

Dipinti ad olio[modifica | modifica wikitesto]

Acquerelli[modifica | modifica wikitesto]

Ben tredici acquerelli sono contenuti in un album sul quale il poeta ha dipinto per undici anni. La storia di questo album è molto interessante, giacché in origine, intorno al 1811, era appartenuto alla madre di Lermontov, Marija Michajlovna. Elizaveta Alekseevna, nonna del poeta, a partire dai dieci anni consentì al nipote di usare l'album della madre e questi ne userà diverse pagine per dipingervi acquerelli, spesso paesaggi realizzati dal vivo, quindi portandolo anche con sé nei suoi viaggi. Alla sua morte l'album passò alla zia Marija Akimovna Chastatova, sposata Šan-Girej, madre dell'amato cugino Akim. Poi, nel 1881, l'album divenne proprietà del collezionista N. I. Rybkin, il quale si rese conto dell'importanza di queste carte. Bisogna precisare che non sono presenti manoscritti di poesie, ma solo alcune trascrizioni di versi francesi di mano della madre di Lermontov.[8]

Non tutti gli acquerelli sono datati e in questo caso si sono fatte delle congetture.

Disegni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P. E. Ščegolev, Lermontov: Vospominanja, pis'ma, dnevniki (Lermontov: Ricordi, lettere, diari), Mosca 1999.
  2. ^ a b c Aleksandr Sacharov, "Byt' možet, ty pisal s prirody..." (Forse, hai dipinto con la natura...) [Il titolo dell'articolo è tratto da una poesia di Lermontov dedicata a Rembrandt], su kolomna-biblio.narod.ru. URL consultato il 31 dicembre 2016.
  3. ^ N. P. Pachomov, "Živopisnoe nasledie Lermontova" (L'eredità pittorica di Lermontov), Mosca, 1981, su feb-web.ru. URL consultato l'11 settembre 2017.
  4. ^ Costei era una parente di Lermontov. Sua zia per via materna, Ekaterina Arkad'evna Annenkova, era la consorte di Dmitrij Alekseevič Stolypin (1785-1826), fratello della nonna del poeta. Da parte paterna, la Vereščagina era cugina di Varvara Aleksandrovna Lopuchina, la donna che forse più di ogni altra fu amata da Lermontov. Aleksej era suo fratello.
  5. ^ Si tratta della traduzione della poesia di Heinrich Heine "Ein Fichtenbaum steht einsam", che Lermontov tradusse poco prima di morire, nel 1841.
  6. ^ R. Michilli, Il prigioniero. La vita, il tempo e le opere di Michail Jur'evič Lermontov, Giulianova, Galaad Edizioni, 2015, p. 698.
  7. ^ Cfr. Michail Lermontov, Un eroe del nostro tempo, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano, 2012, p. 49.
  8. ^ V. B. Sandomirskaja, "Al'bom c risunkami Lermontova" (Album con figure di Lermontov), Leningrado, 1979, su lermontov.niv.ru. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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