Costanzo da Ferrara

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Seconda medaglia del sultano Maometto II, con menzione "Byzantii Imperatoris 1481", realizzata da Costanzo da Ferrara (1450-1524).

Costanzo da Ferrara (Ferrara, 14501524) è stato un pittore e medaglista italiano attivo principalmente a Napoli.

A Costanzo fu chiesto di recarsi a Istanbul, capitale dell'Impero ottomano, per fare un ritratto del sultano Maometto II.[1] Le relazioni diplomatiche furono ripristinate con l'Impero ottomano dopo l'offensiva ottomana su Negroponte nel 1470.[1] A quel punto il sultano chiese "uno pittore de quelli dal canto di qua" (un pittore di qua).[1] Ferdinando I di Napoli (1423–1494), in riconoscimento del sovrano ottomano, commissionò l'opera.[2]

Costanzo da Ferrara risiedette probabilmente a Istanbul nel periodo dal 1475 al 1478, e potrebbe esservi rimasto fino alla morte del Sultano nel 1481.[1] A nome del Sultano furono coniate due medaglie, una con "Asie et Gretie imperator", l'altra con "Bizantii imperator".[2][3]

Si sa anche che Costanzo da Ferrara tornò a Napoli nel 1485, dove dipinse un ritratto di Ferdinando d'Este.[1] Alcuni dipinti attribuiti a Gentile Bellini a Costantinopoli, potrebbero essere stati effettivamente realizzati da Costanzo da Ferrara.[1][4][5]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Costanzo da Ferrara, su nga.gov. URL consultato il 30 aprile 2022.
  2. ^ a b Marie Viallon, La lettre à Mehmet II ou le loup et l’agneau1, in Cahiers d’études italiennes, n. 13, 15 ottobre 2011, pp. 129–139, DOI:10.4000/cei.81. URL consultato il 30 aprile 2022.
  3. ^ J. RABY, Pride and Prejudice: Mehmed the Conqueror and the Italian Portrait Medal, in Studies in the History of Art, vol. 21, 1987, pp. 171–194. URL consultato il 30 aprile 2022.
  4. ^ Nancy Mairs, A troubled guest : life and death stories, Beacon Press, 2001, p. 97, ISBN 0-8070-6248-0, OCLC 46343493. URL consultato il 30 aprile 2022.
  5. ^ J. RABY, Pride and Prejudice: Mehmed the Conqueror and the Italian Portrait Medal, in Studies in the History of Art, vol. 21, 1987, p. 176. URL consultato il 30 aprile 2022.

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