Cittadini Uniti contro la Commissione elettorale federale
Cittadini Uniti contro Commissione elettorale federale | |
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Emblema della Corte Suprema. | |
Tribunale | Corte Suprema degli Stati Uniti |
Caso | 558 U.S. 310 |
Nome completo | Citizens United, Appellant v. Commissione elettorale federale |
Data | 2010 |
Sentenza | 21 gennaio 2010 |
Trascrizione | sentenza |
Giudici | John Roberts (Presidente della Corte) · Antonin Scalia · Anthony Kennedy · Clarence Thomas · Ruth Bader Ginsburg · Stephen Breyer · Samuel Alito · Sonia Sotomayor |
Sentenze precedenti superate | |
Austin v. Michigan Chamber of Commerce |
Il caso Cittadini Uniti contro la Commissione elettorale federale, emesso dalla Corte Suprema degli Stati Uniti il 21 gennaio 2010,[1] è stata una sentenza storica che ha permesso la partecipazione di aziende a campagne elettorali.
La sentenza
[modifica | modifica wikitesto]La sentenza redatta dal giudice Anthony Kennedy sosteneva che il Primo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che tutela la libertà di espressione, vietava al governo di limitare le donazioni politiche di aziende e sindacati.
Panoramica
[modifica | modifica wikitesto]L'organizzazione senza scopo di lucro Citizens United aveva intenzione di diffondere un documentario critico con Hillary Clinton e trasmettere spot televisivi in evidente violazione del Bipartisan Campaign Reform Act (noto anche come McCain-Feingold Act o "BCRA").[2] In un voto di 5-4, la Corte Suprema sostenne che parti del BCRA violassero il Primo Emendamento. Il caso raggiunse la Corte Suprema in seguito a un ricorso a una decisione della Corte del Distretto di Columbia. La sezione 203 della BCRA definiva una "comunicazione delle campagne elettorali" come una trasmissione televisiva, radiofonica o via cavo che menzionasse un candidato nei 60 giorni precedenti alle elezioni generali o nei 30 giorni precedenti nel caso di una. E proibiva tali spese da parte di aziende e sindacati. Il tribunale del distretto di Columbia stabilì che il paragrafo 203 del BCRA era applicabile al caso e vietato ai cittadini dello stato di pubblicizzare il documentario Hillary: The Movie su programmi pubblici o a pagamento nei 30 giorni precedenti alle primarie presidenziali del Partito Democratico del 2008.[3][4] La sentenza della Corte Suprema annullò tutti i limiti del BCRA che vietava alle compagnie, comprese le organizzazioni senza scopo di lucro, i sindacati di investire in "campagne elettorali".[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Citizens United v. Federal Election Commission (Docket No. 08-205), Cornell University Law School. Legal Information Institute. Consultato il 28 marzo 2013.
- ^ a b Liptak, Adam (2010-01-21). "Justices, 5–4, Reject Corporate Spending Limit". New York Times. Consultato il 28 marzo 2013.
- ^ Summary Citizens United v. Federal Election Commission (Docket No. 08-205), su topics.law.cornell.edu, Cornell University School of Law.
- ^ Adam Liptak, Supreme Court to Revisit 'Hillary' Documentary, su nytimes.com, New York Times, 29 agosto 2009.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cittadini Uniti contro la Commissione delle elezioni federali
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Brian Duignan, Citizens United v. Federal Election Commission, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.