Bettina D'Andrea

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Bettina Calderini, busto in terracotta dello scultore di Casa Fibbia, 1680-1690 ca.

Bettina d'Andrea o Bettina Calderini (Bologna, 1311Padova, 5 ottobre 1355) è stata una giurista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia Calderini

Bettina d'Andrea, di nobile famiglia, nacque a Bologna nel 1311, terzogenita del docente di diritto canonico Giovanni d'Andrea Calderini[1] e di Milanzia dallo Spedale, figlia del giureconsulto Buonincontro dallo Spedale.[2] Di Milanzia, donna molto colta, il marito riportò alcuni pareri nei suoi scritti giuridici e si racconta che anche Cino da Pistoia, amico del marito, avesse fatto ricorso alle sue osservazioni.[3]

Bettina e la sorella Novella, l'ultimogenita, vennero avviate fin dalla tenera età agli studi di legge; alcune fonti, senza precisare con certezza quale delle due sorelle, riportano che da adulte esse sostituirono il padre nelle sue lezioni quando questi era lontano dalla città, in missione diplomatica;[4][5] aggiungono inoltre che la loro bellezza era tale, da indurle a tenere lezioni dietro ad una tenda per evitare di distrarre gli studenti.[6][7] Questa versione, riferita alla sola Novella, è riportata nella famosa opera di Christine de Pizan La città delle dame, scritta agli inizi del XV secolo, e sarebbe in seguito riapparsa in numerosi libri e dipinti.[8]

Bettina sposò il canonista bolognese Giovanni Sangiorgi.[9] Nel 1347 la coppia si trasferì a Padova, probabilmente per sfuggire alla peste.[10] Sangiorgi ottenne la cattedra di Diritto all'università patavina e ricevette grandi apprezzamenti. Le cronache riportano che la moglie lo sostituìva in caso di occorrenza.[1]

Bettina D'Andrea morì a Padova il 5 ottobre 1355.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Un busto in terracotta di Bettina Calderini, parte del ciclo di 12 busti raffiguranti donne illustri bolognesi di Palazzo Calzolari (in precedenza Felicini, Fibbia, Pallavicini) dello scultore di Casa Fibbia (1680-1690 ca.) è conservato nella Sala della Cultura del Museo della storia di Bologna, a Palazzo Pepoli.[11][12] Una sua lapide è presente nella Chiesa di Sant'Antonio a Padova.[11]

Un suo ritratto a olio settecentesco, facente parte dell'eredità Monti 1754, è conservato presso la Biblioteca universitaria.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dolfi, p. 226.
  2. ^ Giorgio Tamba, Giovanni d'Andrea, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001. URL consultato il 26 agosto 2023.
  3. ^ Addeo, p. 33.
  4. ^ Pietro Odescalchi, Prose scelte del principe d. Pietro Odescalchi dei duchi di Sirmio, Milano, Silvestri, 1828, pp. 227-228.
  5. ^ Bonafede, p. 162.
  6. ^ (EN) Mary Ann Glendon, Three Justinian, Tribonian, and Irnerius: How Statesmen and Scholars Rescued Roman Law, in The Forum and the Tower: How Scholars and Politicians Have Imagined the World, from Plato to Eleanor Roosevelt, Oxford University Press, 2011, p. 57, ISBN 9780199782451.
  7. ^ Salvatore Muzzi, Vite d'Italiani illustri in ogni ramo dello scibile, 2ª ed., Bologna, Zanichelli, 1876, p. 122.
  8. ^ (FR) Christine de Pisan, Le livre de la cité des dames, Paris, Stock, 1986, p. 179.
  9. ^ Andrea Bartocci, Giovanni Sangiorgi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 90, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. URL consultato il 28 dicembre 2023.
  10. ^ Pompeo Scipione Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna con le loro insegne, e nel fine i cimieri, Bologna, Gio. Battista Ferroni, 1670, p. 666.
  11. ^ a b Busto di dama bolognese illustre - Bettina Calderini, su Digital Humanities, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. URL consultato il 31 agosto 2023.
  12. ^ La collocazione originaria dei busti è presumibilmente quella della miniatura di Alessandro Scarselli, presa dagli Insigna degli Anziani e conservata all'Archivio di Stato di Bologna. Cfr. Alessandro Scarselli, Anziani Consoli (JPG), in Insignia, XIII, mniiatura, c. 125. URL consultato il 12 ottobre 2023.
  13. ^ Quadreria dell'Università di Bologna.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]