Battaglia di Aspindza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Battaglia di Aspindza
ასპინძის ბრძოლა
parte delle guerre turco-georgiane
Data20 aprile 1770
LuogoAspindza, Samtskhe-Javakheti, Georgia
EsitoVittoria decisiva georgiana[1]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
tra i 3000 e i 70009500[2], o 20'000
Perdite
Basse, alcune stime tirano 25 morti tra i georgianiTra i 4000 e i 4500 uomini[2]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La battaglia di Aspindza (ასპინძის ბრძოლა in georgiano) fu combattuta il 20 aprile 1770 tra il regno georgiano di Cartalia-Cachezia, guidato dal re Eraclio II, e l'impero ottomano.[3] La battaglia finì con la vittoria dei georgiani contro i turchi.[4]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Già negli anni 1760, poco prima della formazione del regno di Cartalia-Cachezia (che sarebbe avvenuta nel 1762), il re Eraclio II e suo padre Teimuraz II avevano tentato di stabilire un'alleanza militare con l'impero russo contro i regni musulmani che occupavano completamente le frontiere a sud del reame (gli ottomani, infatti, controllavano i territori a sudovest, mentre i persiani quelli a sudest). In seguito, durante la guerra russo-turca del 1769, l'imperatrice russa Caterina II inviò una spedizione forte di 1200 uomini comandata dal generale Gottlieb Heinrich Totleben;[5] in cambio, il re Eraclio II avrebbe fatto del suo meglio per ottenere dei buoni rapporti con la Russia. Felice dell'aiuto imminente, il re Eraclio II aprì subito un secondo fronte contro la Sublime porta. Nel marzo del 1770, le forze russo-georgiane marciarono nella valle del Borjomi e prese la fortezza di Sadgueri il 14 aprile. Tre giorni dopo, gli alleati assediarono la fortezza di Atskhouri, nel sud del paese, ma il re georgiano e il generale russo entrarono presto in conflitto, discutendo forse su quale strategia usare per continuare la campagna; Eraclio II voleva godersi il suo successo e continuare fino alla conquista di Akhaltsikhe, la capitale della Caucaso Ottomano, ma Totleben, rifiutando di aiutarlo, rimase ad Atskhouri.[6]

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Frattanto, il governatore ottomano di Akhaltsikhe radunò le sue truppe per salvare la fortezza di Atskhouri. Le sue prime vittorie destarono preoccupazione nelle truppe russo-georgiane, tanto che il contingente russo approfittò della situazione per lasciare la Georgia il 19 aprile, letteralmente abbandonando i georgiani. Pertanto, il re Eraclio II non ebbe altra scelta che ritirarsi, inseguito dalle truppe turche che tentarono di tagliare le linee di difesa georgiane per rivolgerle sulla città di Aspindza.

Il 20 aprile, il re Eraclio deragliò per la prima volta l'avanguardia degli Ottomani, composta da 1.500 uomini. Grazie a questo stratagemma, il re lasciò passare i circa 18.000 soldati delle principali forze turche che presto arrivarono sulle rive del Koura, che passa attraverso Aspindza. Durante la notte del 20 aprile, le truppe ottomane cominciarono ad attraversare l'unico ponte che collega le due sponde del fiume, per avanzare di nascosto a Tbilisi. Tuttavia, un gruppo di georgiani, guidati da Aghabab Eristavi e Simon Moukhranbatoni, distrusse lo stesso ponte, ancor prima che i nemici potessero agire, e subito l'esercito ottomano fu preso di sorpresa dai georgiani. Il fianco sinistro era guidato da Giorgi Batonichvili, figlio dello stesso re, il centro da Eraclio II in persona e il fianco destro dal generale David Orbéliani. I turchi vennero sbaragliati e persero circa 4000 uomini, incluso il loro generale avaro Kokhta-Beladi, comandante e pascià. I sopravvissuti attraversarono forzatamente il Kura a nuoto.

La battaglia divenne soggetto dell'ode patriottica "On the Battle of Aspindza" composta dal poeta georgiano Besiki.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Donald Rayfield, Edge of Empires: A History of Georgia, (Reaktion Books Ltd., 2012), 243.
  2. ^ a b Alexander Mikaberidze, Historical Dictionary of Georgia, (Rowman & Littlefield, 2015), 148-149.
  3. ^ Šotʻa Mesxia, An outline of Georgian history, Tbilisi University Press, 1968, p. 31, OCLC 292912.
  4. ^ William Edward David Allen, A history of the Georgian people: from the beginning down to the Russian conquest in the nineteenth century, Taylor & Francis, 1971, p. 207, ISBN 978-0-7100-6959-7.
  5. ^ Questo avventuriero tedesco, nato nella Turingia, vi fu espulso per un comune crimine, e fu accolto dalla corte russa, dove ricoprì cariche elevate; sarebbe poi stato sostituito dal generale Soukhotine.(FR) Selon A. Manvelichvili, Histoire de la Géorgie, p. 328.
  6. ^ Probabilmente Totleben intendeva lasciare i georgiani a combattere da soli e approfittarne per guidare le sue forze in un colpo di stato contro il re Eraclio, per rapirlo e costringelo a consegnargli il paese. (FR) Selon A. Manvelichvili, Histoire de la Géorgie, pp. 328-39.
  7. ^ M. Kveselava, Anthology of Georgian Poetry, The Minerva Group, 2002, p. 181, ISBN 978-0-89875-672-2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alexandre Manvelichvili, Histoire de la Géorgie, Paris, Nouvelles Éditions de la Toison d'Or, 1951, 476 p., p. 328-331.