Baschi (famiglia)

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Rovine del castello di Carnano, una delle fortezze controllate dal casato.

I Baschi sono stati un influente casato medievale che raggiunse il massimo splendore nel XIII e XIV secolo giungendo a controllare 60 castelli e ad avere possedimenti che si estendevano in Umbria, in Toscana e nelle Marche[1]. I membri di tale famiglia ricoprirono nel corso dei secoli numerosissime cariche, fra le quali ricordiamo quelle di Capitani del Popolo, di Cavalieri di Malta e di Rodi, di Podestà e di generali pontifici, veneziani, ecc. Alcuni tra i personaggi più illustri di codesto casato furono Bindo de'Baschi detto "Pastacalda", comandante della più grande lega ghibellina umbra il quale perse la vita nel corso della battaglia di Orvieto nel 1313 all'età di 27 anni e Ranuccio de'Baschi, restauratore del lustro famiglire e costruttore del palazzo attualmente sede del Comune di Baschi. Merita inoltre attenzione l'elenco delle più importanti casate imparentate con questi ultimi, ossia gli Aldobrandeschi, i Farnese, gli Orsini, i Caetani, i Baglioni, gli Alviano, i Monaldeschi e i Vitelleschi.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del casato vengono fatte risalire a un nobile di nome Ugolino, vissuto verso la fine dell'XI secolo. Successivamente Federico Barbarossa concesse a un suo discendente, Ranieri II, il diploma di Conte dell'Impero. Altre teorie sostenute dallo storico orvietano Pericle Perali affermano invece che i Baschi discendono da antiche famiglie longobarde, come nel caso degli Atti e dei Marsciano.

L'incontro con Francesco di Assisi[modifica | modifica wikitesto]

Il casato dei Baschi ebbe lunga fama per gli odi fraterni e in generale tra parenti. Suggestivo fu l'incontro tra Francesco d'Assisi e questo casato nel 1217 o 1218[2]. L'intervento di Francesco ricompose le discordie nel casato. Fin dai tempi di San Francesco, sono ricordati ambedue i centri della potenza dei Baschi: il castello delle Teverina e quello di Carnano; ma la famiglia non era ancora scissa in due rami anche se gli eventi dimostrarono che vi fu sempre una unità formale ma una distinzione sostanziale[3]. San Francesco, probabilmente in un suo viaggio a Roma, transitando per quelle montagne, oppure rinunciando ad un viaggio a Parigi[4] decise di andarli a trovare e giunse sino al Castello di Carnano e poi a quello della Teverina, dove esercitò appunto la sua missione di pace e di amore, ricomponendo gli odi di quei Signori. Fu proprio Bonconte uno dei figli di Ugolino, che aveva ascoltato frate Francesco ad Alviano, durante il suo viaggio verso Roma, a proporre la mediazione per la ricomposizione della lite. I tre fratelli, Ugolino, Ranieri e Bonconte dopo la pacificazione dimostrarono la loro riconoscenza a frate Francesco, donandogli un vetusto fabbricato (un piccolo fortilizio di vedetta), un “locus”, con del terreno adiacente, presso la riva sinistra del Tevere. Lì San Francesco iniziò la costruzione del Romitorio-Convento di Pantanelli, che fu ultimato dopo la sua morte. Nel convento dimorò dopo la prigionia anche Jacopone da Todi e nel medesimo avrebbe composto lo Stabat Mater e altre “Laudi”; e qualche tempo dopo vi soggiornò anche Bernardino da Siena[5]. Bonconte de' Baschi divenne frate Rizziero e vestì l'abito dei postulanti, e dal 1221 al 1224 fu scelto per accompagnare come “guardiano” l'ormai malato Francesco d'Assisi. I due vissero fianco a fianco a S. Maria degli Angeli, nell'Eremo di Fonte Colombo a Greccio. Poi Rizziero lasciò Francesco per ritirarsi nella Comunità di Rieti e prepararsi a ricevere l'ordine sacro. Si ritrovarono qualche tempo dopo ad Assisi per l'ultimo abbraccio.

Termine del casato[modifica | modifica wikitesto]

Il casato dei Baschi, dopo alterne vicende e un progressivo frazionamento, finisce nel 1751 con la morte di Francesco Maria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Baschi, su Comune di Baschi. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012).
  2. ^ (cfr. M. A. Bacci Polegri, Baschi pitt. Bor. Umbria, pag. 44), il Dott. Giorgio Comez, ex direttore dell'Archivio Storico di Todi, indica il 1226 (cfr. Giorgio Comez, Annuario di Baschi 1987), ma tale data è improbabile perché Bonconte seguì Francesco molto tempo prima, e invece il Caruso indica il 1212 (cfr. Pietro Caruso, Montecchio e le sue frazioni). La data esatta dovrebbe essere il 1217 anno nel quale avvenne la transazione tra Bonconte, Ranieri e Ugolino Baschi, dopo la pacificazione di S. Francesco. L'originale dell'atto si trovava nel castello di Baschi della Teverina, almeno così riporta il conte Baschi di St.Esteve (cfr. Charles Bertier De Sauvigny, Genealogie de la maison de Baschi, Lille 1885)
  3. ^ come ci dice il Prof. Fioroni in “La Famiglia Baschi di Carnano, Todi 1958):

    «Una deplorevole scissura regnava nella potentissima famiglia dei Signori Baschi. I tre figli di Ugolino (Ugolinuccio) di Baschi, Ugolino, Bonconte e Ranieri erano in aperta lizza per questioni di interessi e secondo l'uso dei tempi ciascuno adoperavasi di trarre al suo partito la numerosa clientela de' parenti e dei vassalli. Si prevedeva un grande spargimento di sangue, e Francesco commosso da tale avvenimento, credette nella sua carità, farsi interpositore. Andò a trovare l'uno dopo l'altro i tre fratelli nemici, e per mezzo di fervide esortazioni, e per l'irresistibile attrattiva che sempre aveva, ottenne, cosa assai difficile, che deponessero le armi»

  4. ^ (cfr. Charles Bertier De Sauvigny, Genealogie de la maison de Baschi, Lille 1885, p. 114)
  5. ^ (Cfr. Oliger, o. c., pp. 35, 49)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]