Annette Messager

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Annette Messager
Premio Premio Imperiale 2016

Annette Messager (Berck, 30 novembre 1943[1]) è un'artista francese. Nel 2005 ha vinto il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia per le sue opere presso il padiglione francese. Nel 2016 ha vinto il prestigioso Premio Imperiale.[2] Vive e lavora a Malakoff.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1962 al 1966 ha frequentato l'École des Arts Décoratifs a Parigi.[3] Ha una relazione con l'artista Christian Boltanski.[4]

È nota principalmente per il suo lavoro di installazione che spesso incorpora fotografie, stampe, disegni e vari materiali.[5] Il suo lavoro rifiuta i metodi tradizionali delle arti visive, come la pittura, a favore di opere di bricolage che sovvertono i sistemi di valori, facendo spesso uso sperimentale di metodi tradizionalmente designati a una "cosiddetta sensibilità femminile".[6]

Nel 2005 ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia, dove ha vinto il Leone d'Oro per la sua installazione ispirata a Pinocchio che ha trasformato il padiglione francese in un casinò.[7] Una delle sue mostre più note è The Messengers, che presenta un'installazione di stanze che includono una serie di fotografie e animali in costume fatti a mano simili a giocattoli.[4] Le teste di alcuni animali sono state sostituite da teste di altri animali imbalsamati per riflettere i modi in cui gli umani si travestono o trasformano la propria identità con il costume.[8]

Del 2014 è la sua installazione intitolata Les Interdictions, una combinazione del motivo di un burattino e un motivo di sessantotto segnali di divieto provenienti da tutto il mondo. L'unico oggetto inventato dall'artista è un segnale che condanna la prostituzione.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annette Messager (PDF), su musees.strasbourg.eu, 25 dicembre 2014. URL consultato il 23 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2014).
  2. ^ Annette Message, su mariangoodman.com, Marian Goodman Gallery.
  3. ^ a b Annette Messager, su guggenheim.org, Solomon R. Guggenheim Foundation. URL consultato il 23 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2014).
  4. ^ a b Alan Riding, Annette Messager: A bold messenger for feminist art, in The New York Times.
  5. ^ Uta Grosenick, Women Artists in the 20th and 21st Century, Taschen, 2001, p. 354, ISBN 3-8228-5854-4.
  6. ^ Fitzroy Dearborn Publishers, 1997, p. 951, ISBN 1-884964-21-4.
  7. ^ Karen Wright, In the studio: Annette Messager, in The Independent.
  8. ^ Magdalene Perez, Caught On Video: Annette Messager Star of New Artist Bio-Pic?, Louise Blouin Media, 3 marzo 2006.
  9. ^ (EN) Laure Adler, The trouble with women artists: reframing the history of art, Viéville, Camille,, Robinson, Kate, Paris, 2019, ISBN 978-2-08-020370-0, OCLC 1090006696.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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