al-Falaq

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Sūrat al-Falaq (in arabo سورة الفلق?, "L'Alba Nascente") è la sūra 113 del Corano. Il nome della sura deriva dal versetto 1.

Riferisce una tradizione che Labid, fu incaricato di gettare sull’Inviato di Allah un terribile incantesimo di morte. Per preservarlo e allontanare da lui questo male, Allah gli inviò Gabriele con due sure, una di cinque e l’altra di sei versetti. Le due sure in questione sono quelle con cui si conclude il Corano, esse hanno grande importanza rituale e i musulmani le recitano molto spesso per preservarsi da ogni male, fisico e spirituale. [1] [2] [3]

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Al-Falaq

Testo arabo

سورة الفلق
بِسْمِ اللَّـهِ الرَّحْمَـٰنِ الرَّحِيمِ
قُلْ أَعُوذُ بِرَبِّ الْفَلَقِ ﴿١
مِن شَرِّ مَا خَلَقَ ﴿٢
وَمِن شَرِّ غَاسِقٍ إِذَا وَقَبَ ﴿٣
وَمِن شَرِّ النَّفَّاثَاتِ فِي الْعُقَدِ ﴿٤
وَمِن شَرِّ حَاسِدٍ إِذَا حَسَدَ ﴿٥

Traduzione:

Sura Al-Falaq
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1) Di’: «Mi rifugio nel Signore dell’alba nascente,
2) contro il male che ha creato,
3) e contro il male dell’oscurità che si estende
4) e contro il male delle soffianti sui nodi[4],
5) e contro il male dell’invidioso quando invidia».

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata, su corano.it. URL consultato il 27 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2019).
  2. ^ http://www.sufi.it/Corano/113.htm
  3. ^ http://tanzil.net/#113
  4. ^ Il versetto si riferisce ad una forma di magia nera che veniva praticata nell’Arabia preislamica

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Corano, traduzione di Hamza Roberto Piccardo, 7ª ed., Newton Compton, 2015, ISBN 9788854174603.
  • Il Corano, collana Le Religioni, traduzione di Martino Mario Moreno, La Repubblica, 2005 [1967], ISBN 9788854174603.


Controllo di autoritàVIAF (EN184298945 · LCCN (ENn84038559 · GND (DE4772647-7 · J9U (ENHE987008877423605171
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