85ª Brigata Garibaldi "Valgrande Martire"

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
85ª Brigata Garibaldi "Valgrande Martire"
Descrizione generale
Attivaagosto 1944 - maggio 1945
NazioneBandiera dell'Italia Italia
TipoBrigata d'assalto "Garibaldi"
RuoloGuerra civile in Italia (1943-1945)
Parte di
  • Divisione Flaim
Comandanti
Degni di notaMario Muneghina, Dino Vicario
Simboli
Bandiera
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

La 85ª Brigata Garibaldi "Valgrande Martire" fu una brigata partigiana che operò tra la Valgrande, la sponda occidentale del Lago Maggiore a ridosso della piana del fiume Toce e della città di Verbania.

Nel marzo del 1945, insieme alla Brigata autonoma Cesare Battisti, costituiva la Divisione Ossola "Mario Flaim".

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del rastrellamento del giugno 1944 in Valgrande, all'interno del battaglione Valdossola emerse il contrasto tra il comandante Dionigi Superti e il suo vice Mario Muneghina, sulle scelte da operare sul campo: il battaglione s divise in due unità la cui separazione fu confermata nell'agosto del 1944. Muneghina, già combattente nella guerra civile spagnola[1], divenne comandante della neonata "Valgrande Martire", costituita con la confluenza dei resti della brigata autonoma "Giovine Italia" guidati da Mario di Lella "Galli".

Comando e operazioni[modifica | modifica wikitesto]

La brigata venne inquadrata già dalla costituzione, nell'agosto 1944, nella 2ª Divisione Garibaldi "Redi". Muneghina prese allora il comando della “Redi” - che inquadrava la stessa "Valgrande Martire" - mentre la brigata passò a Mario Di Lella. In ottobre il comando passò a Dino Vicario “Barbis” e, dopo una parentesi tra dicembre 1944 e gennaio 1945 con il ritorno di Muneghina di nuovo formalmente comandante della formazione, il ruolo di comandante venne assunto da Antonio Stagni. Le sole donne con il ruolo di ufficiale erano Maria Peron (capo servizio sanitario) e Anna Maria Princigalli (capo ufficio stampa e propaganda). Il cuore operativo della brigata rimase la Valgrande, con proiezione sulle alture verso la città di Verbania. Nel settembre 1944 la brigata compie azioni di disturbo e guerriglia a sostegno della Repubblica dell'Ossola, contrastando anche le forze fasciste che attaccano nella piana del Toce a partire dal 10 ottobre. Le operazioni a ridosso delle diverse frazioni, lacuali e montane, di Verbania porta la brigata a scontrarsi soprattutto con la X MAS, presente nella città sul Lago Maggiore con il battaglione Castagnacci.

Nel dicembre la brigata vive un momento drammatico quando viene giustiziato per tradimento Nello Sartoris, nome di battaglia Taras, accusato di aver cospirato con la X MAS. A gennaio 1945, a partire dal giorno 10, l'ordinata reazione della brigata vanifica il rastrellamento nazifascista verso la Valgrande.

Il passaggio alla Divisione Flaim e l'insurrezione[modifica | modifica wikitesto]

A gennaio 1945 iniziarono le operazioni per la costituzione - poi formalizzata a marzo - della Divisione Ossola "Mario Flaim", con mostrine con stella alpina, analogamente alle brigate della Valsesia e della Redi in Ossola. Divisione autonoma dipendente direttamente dal Comando Unico Zona Ossola, la Flaim fu costituita con la brigata autonoma "Cesare Battisti" e con la garibaldina "Valgrande Martire", cui si aggiungeva il battaglione guastatori. La Divisione era comandata da Armando Calzavara "Arca", con Muneghina come commissario politico. Nel quadro di una necessaria unità della nuova divisione, in questa fase al comando della "Valgrande Martire" fu chiamato Franco Spinelli "Nemo", già nelle file della "Cesare Battisti"[2].

Nella fase insurrezionale la "Valgrande Martire", insieme alla "Cesare Battisti" e al battaglione guastatori, circondò e liberò Intra (20-23 aprile 1945) e il resto di Verbania.

Tra 25 e 26 aprile unità della brigata convergono su Arona per contrastare la ritirata della "Colonna Stamm" guidata dai reparti della SS Polizei e comprendente anche diverse unità fasciste.

Suddivisione[modifica | modifica wikitesto]

La Brigata si articolava in tre battaglioni: il "Serafini", il "Luigi Campegi" e il "Fratelli Bagi.

Persone legate alla Brigata[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Divisione Flaim, su Repubblica dell'Ossola. URL consultato il 31 maggio 2022.
  2. ^ Divisione Flaim, su Casa della Resistenza. URL consultato il 31 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Fini, F. Giannantoni, R. Pesenti, M. Punzo, Aldo Aniasi, Guerriglia nell’Ossola – diari, documenti, testimonianze garibaldini, Milano, Feltrinelli, 1975.
  • Nino Chiovini, Val Grande partigiana e dintorni. 4 storie di protagonisti. Maria Peron, Dionigi Superti, Alfonso Comazzi, Gianni Cella, Verbania, Edizioni Margaroli, 1980.
  • Nino Chiovini, Fuori legge? Diario partigiano, 2012
  • Don Secondo Falciola, Miazzina e l'Eremo nelle vicende partigiane : (memorie del cappellano), Miazzina, 1984.
  • Nico Tordini, Lino Tordini, Partigiani di Valgrande. Ricostruzione critica del rastrellamento del giugno 1944. Contesto storico, fatti, protagonisti, Verbania, Alberti, 2021
  • Anna Maria Princigalli, infanzia del dopo guerra, Rivista Rinascita,1950
  • Giovanni Princigalli, La partigiana dei bambini, La partigiana dei bambini, la storia dimenticata di Anna Maria Princigalli, partigiana e pedagoga, in Nuova Resistenza Unita, n. 2, Verbania, Associazione Casa della Resistenza, 2016.