Elettroricezione: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''elettroricezione''' è la capacità biologica di percepire stimoli [[Elettricità|elettrici]] naturali. È stata osservata quasi esclusivamente in animali acquatici o anfibi, poiché l'acqua salata è un [[Conduttore elettrico|conduttore]] molto migliore dell'aria; le eccezioni attualmente note sono i [[monotremi]] ([[Echidna|echidne]] e [[Ornitorinco|ornitorinchi]]), [[scarafaggi]] e [[api]]. L'elettroricezione viene utilizzata per l'elettrolocalizzazione (rilevamento di oggetti) e per l'[[elettrocomunicazione]].
L{{'}}'''elettroricezione''' è la capacità biologica di percepire stimoli [[Elettricità|elettrici]] naturali. È stata osservata quasi esclusivamente in animali acquatici o anfibi, poiché l'acqua salata è un [[Conduttore elettrico|conduttore]] molto migliore dell'aria; le eccezioni attualmente note sono i [[monotremi]] ([[Echidna|echidne]] e [[Ornitorinco|ornitorinchi]]), [[scarafaggi]] e [[api]]. L'elettroricezione viene utilizzata per l'elettrolocalizzazione (rilevamento di oggetti) e per l'[[elettrocomunicazione]].

==Panoramica==
[[File:Active electro.png|miniatura|destra|Elettrolocalizzazione attiva. Gli oggetti conduttivi concentrano il campo e gli oggetti resistivi lo diffondono.]]
[[File:Scene analysis in electroreception.jpg|miniatura|Per i [[Mormyridae|pesci elefanti]] (qui lo ''[[Gnathonemus]]'') il campo elettrico emana da un organo elettrico nella regione della coda (rettangolo grigio). Viene rilevato dalle aree elettrorecettive della pelle, utilizzando due pozzi elettrici (fovee) per cercare e ispezionare attivamente gli oggetti. Vengono mostrate le distorsioni del campo create da due diversi tipi di oggetti: una pianta che conduce meglio dell'acqua, sopra (verde) e una pietra non conduttrice, sotto (grigio).<ref>{{cita libro |autore=Walter Heiligenberg |url=https://books.google.com/books?id=cKpqAAAAMAAJ&q=%22Principles+of+Electrolocation+and+Jamming+Avoidance+in+Electric+Fish%22&dq=%22Principles+of+Electrolocation+and+Jamming+Avoidance+in+Electric+Fish%22&hl=en&sa=X&ei=By8SVc_pAsbUmAWZ2oDoCg&ved=0CBwQ6AEwAA |titolo=Principles of Electrolocation and Jamming Avoidance in Electric Fish: A Neuroethological Approach |editore=Springer-Verlag |anno=1977 |isbn=978-0-38708-367-4}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore1=M. S. Lewicki |autore2=B. A. Olshausen |autore3=A. Surlykke |autore4=C. F. Moss |titolo=Scene analysis in the natural environment |rivista=Frontiers in Psychology |url=http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fpsyg.2014.00199/full |volume=5 |anno=2014 |doi=10.3389/fpsyg.2014.00199}}</ref>]]
{{vedi anche|Pesci elettrici}}

Fino a poco tempo fa, l'elettroricezione era nota solo nei [[vertebrati]]. Ricerche recenti hanno dimostrato che le api possono rilevare la presenza e il modello di una carica statica sui fiori.<ref name=Clarke2013>{{Cita pubblicazione |cognome1=Clarke |nome1=D. |cognome2=Whitney |nome2=H. |cognome3=Sutton |nome3=G. |cognome4=Robert |nome4=D. |titolo=Detection and Learning of Floral Electric Fields by Bumblebees |doi=10.1126/science.1230883 |rivista=Science |anno=2013 |volume=340 |numero=6128 |pp=66–69 |pmid=23429701}}</ref> L'elettroricezione si trova nelle [[Lampreda|lamprede]], nei [[pesci cartilaginei]] ([[squali]], [[razze]], [[chimere]]), nei [[pesci polmonati]], nei [[polipteridi]], nei [[celacanti]], negli [[storioni]], nei [[pesci spatola]], nei [[Siluriformes|pesci gatto]], nei [[gimnotiformi]], nei [[Mormyridae|pesci elefanti]], nei [[monotremi]] e almeno in una specie di [[cetacei]]. Gli organi elettrorecettori di tutti questi gruppi sono derivati embriologicamente da un sistema di [[Meccanorecettore|meccanorecettori]]. Nei pesci si sono sviluppati dalle [[Linea laterale|linee laterali]]. Nella maggior parte dei gruppi l'elettroricezione è ''passiva'', dove viene usata prevalentemente nella predazione. Due gruppi di pesci [[teleostei]] sono debolmente elettrici e si impegnano nell'elettroricezione ''attiva''; i pesci spada neotropicali ([[Gimnotiformi]]) e i pesci elefanti africani ([[Notopteroidei]]). Una rara eccezione terrestre è l'[[echidna dal becco lungo occidentale]] che ha circa 2.000 elettrorecettori sul suo becco, contro i 40.000 del suo parente monotremico semi-acquatico, l'[[Ornitorinco|ornitorinco dal becco d'anatra]].<ref>{{cita web |titolo=Electroreception in fish, amphibians and monotremes |url=http://www.mapoflife.org/topics/topic_41_Electroreception-in-fish-amphibians-and-monotremes/ |editore=Map of Life |accesso=26 ottobre 2012}}</ref>


==Note==
==Note==

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Elettrorecettori (ampolle di Lorenzini) e canali lineari laterali nella testa di uno squalo.

L'elettroricezione è la capacità biologica di percepire stimoli elettrici naturali. È stata osservata quasi esclusivamente in animali acquatici o anfibi, poiché l'acqua salata è un conduttore molto migliore dell'aria; le eccezioni attualmente note sono i monotremi (echidne e ornitorinchi), scarafaggi e api. L'elettroricezione viene utilizzata per l'elettrolocalizzazione (rilevamento di oggetti) e per l'elettrocomunicazione.

Panoramica

Elettrolocalizzazione attiva. Gli oggetti conduttivi concentrano il campo e gli oggetti resistivi lo diffondono.
Per i pesci elefanti (qui lo Gnathonemus) il campo elettrico emana da un organo elettrico nella regione della coda (rettangolo grigio). Viene rilevato dalle aree elettrorecettive della pelle, utilizzando due pozzi elettrici (fovee) per cercare e ispezionare attivamente gli oggetti. Vengono mostrate le distorsioni del campo create da due diversi tipi di oggetti: una pianta che conduce meglio dell'acqua, sopra (verde) e una pietra non conduttrice, sotto (grigio).[1][2]
Lo stesso argomento in dettaglio: Pesci elettrici.

Fino a poco tempo fa, l'elettroricezione era nota solo nei vertebrati. Ricerche recenti hanno dimostrato che le api possono rilevare la presenza e il modello di una carica statica sui fiori.[3] L'elettroricezione si trova nelle lamprede, nei pesci cartilaginei (squali, razze, chimere), nei pesci polmonati, nei polipteridi, nei celacanti, negli storioni, nei pesci spatola, nei pesci gatto, nei gimnotiformi, nei pesci elefanti, nei monotremi e almeno in una specie di cetacei. Gli organi elettrorecettori di tutti questi gruppi sono derivati embriologicamente da un sistema di meccanorecettori. Nei pesci si sono sviluppati dalle linee laterali. Nella maggior parte dei gruppi l'elettroricezione è passiva, dove viene usata prevalentemente nella predazione. Due gruppi di pesci teleostei sono debolmente elettrici e si impegnano nell'elettroricezione attiva; i pesci spada neotropicali (Gimnotiformi) e i pesci elefanti africani (Notopteroidei). Una rara eccezione terrestre è l'echidna dal becco lungo occidentale che ha circa 2.000 elettrorecettori sul suo becco, contro i 40.000 del suo parente monotremico semi-acquatico, l'ornitorinco dal becco d'anatra.[4]

Note

  1. ^ Walter Heiligenberg, Principles of Electrolocation and Jamming Avoidance in Electric Fish: A Neuroethological Approach, Springer-Verlag, 1977, ISBN 978-0-38708-367-4.
  2. ^ M. S. Lewicki, B. A. Olshausen, A. Surlykke e C. F. Moss, Scene analysis in the natural environment, in Frontiers in Psychology, vol. 5, 2014, DOI:10.3389/fpsyg.2014.00199.
  3. ^ D. Clarke, H. Whitney, G. Sutton e D. Robert, Detection and Learning of Floral Electric Fields by Bumblebees, in Science, vol. 340, n. 6128, 2013, pp. 66–69, DOI:10.1126/science.1230883, PMID 23429701.
  4. ^ Electroreception in fish, amphibians and monotremes, su mapoflife.org, Map of Life. URL consultato il 26 ottobre 2012.

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