Kje

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Il kje, o parlà du kyé, o parlō de kyé, è un particolare dialetto piemontese attestato in alcune località montane della zona a sud di Mondovì, in particolare a:

Il nome di questa parlata deriva dalla forma insolita che in essa assume il pronome personale di prima persona singolare, che nelle altre parlate gallo-italiche (e più in generale nord-italiane) ha la forma [mi], mentre in questa varietà si presenta con l’insolita veste [kje], di volta in volta scritto <chié>, <quié>, <kyé>, ecc. Tale forma trova riscontri in area piemontese solo nei dialetti occitani della valle Gesso, in particolare quello di Valdieri.

Collocazione geo-linguistica e classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un dialetto che presenta un particolare interesse per i linguisti in quanto, collocato geograficamente in una zona di transizione, all'incrocio tra aree dialettali diverse, ha un aspetto composito ed è difficilmente collocabile all'interno di una o di un'altra tradizione linguistica.

Originariamente trascurato dalle indagini, a partire dagli anni Sessanta del Novecento è stato considerato un dialetto fondamentalmente occitano (non sono infatti distanti le vallate occitane). Indubbiamente molti dei fenomeni che esso presenta sono sovrapponibili, se non identici, a quelli di alcuni dialetti occitanici; tuttavia si tratta in gran parte di fenomeni residuali statisticamente limitati (Duberti/Regis 2015) e oggi si tende pertanto a vedere in esso "una varietà gallo-italica arcaizzante, secondo alcuni fondamentalmente ligure, secondo altri fondamentalmente piemontese meridionale"[2]. Questa classificazione, ovviamente, riguarda la condizione attuale del dialetto, che appare saldamente inserito – sia pure con una serie di peculiarità significative – nell’ambito delle varietà monregalesi.

Rimane aperta la questione se, in diacronia, sia possibile ipotizzare una fase evolutiva in cui il [kje] abbia presentato in misura preponderante i tratti caratteristici delle lingue occitaniche: un’ipotesi che è stata fortemente esclusa da Toso (2011) ma sembra trovare maggiore accoglienza presso altri studiosi, sia pure a livello dubitativo.

Studi recenti (Duberti/Ravera 2021) sono arrivati ad avanzare alcune interessanti ipotesi relativamente all'originaria estensione areale del kje: esso doveva essere probabilmente diffuso, almeno sino alla prima dell'Ottocento, in gran parte del territorio comunale delle due Frabose, nonché in un gruppo non molto nutrito di frazioni montane del territorio comunale di Ormea (Chionea, Chioraira, Valdarmella), dove ancora oggi sono attestati, sia pure in maniera residuale e fortemente recessiva, alcuni fenomeni linguistici comuni al kje.

Variabilità interna e lo stato dell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Il kje contemporaneo ha comunque al suo interno una accentuata variabilità diatopica, in quanto se ne individuano almeno due varietà ben differenziate, che sono state anche utilizzate per scopi artistici nel corso del Novecento: il kje (o quié) di Prea e il kje (o kyé) di Fontane. Entrambe (come si può vedere dall’ampiezza della bibliografia) sono state oggetto di studi e ricerche, a partire dal lavoro pionieristico di Corrado Grassi del 1969. Allo stato attuale, i lavori più ampi disponibili sul [kje] sono certamente: Barbero Ruffino (2004), incentrato sulla varietà di Fontane; Nužèč dëř chié (2011), incentrato sulle varietà della valle Ellero (Prea, Rastello e Baracco); Miola (2013) che è una descrizione rigorosamente scientifica molto approfondita e aggiornata della varietà di Prea; Duberti/Regis (2015), che presenta tra le altre cose alcune interessanti tabelle dedicate ai tratti più interessanti della varietà di Prea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV. (Istituto dell'Atlante linguistico italiano), Bollettino, Rattero., 2008, p. 103. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  2. ^ Gaetano Berruto, nell'introduzione a Miola (2013: 13-14)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Barbero Ruffino, Livia (2004), La parlata del kyé. Note grammaticali e culturali, Associazione Culturale “E Kyé”, Fontane di Frabosa Soprana 2004.
  • Billò, Ernesto (1977), Mondvì Mondvì. Sette secoli di dialetto a Mondovì e dintorni, Il Belvedere, Mondovì.
  • Billò, Ernesto/Comino, Carlo/Duberti, Nicola (2003), Paròle nòstre. Il dialetto ieri e oggi nei paesi del Monregalese, CEM, Mondovì.
  • Colombatto, Arnaldo (1981), Il tetto racchiuso, in CAI Mondovì (ed.), Pietre di ieri. Civiltà contadina nelle Alpi liguri, L’Arciere, Cuneo, pp. 63-76.
  • Duberti, Nicola (2001), Il dialetto di Mondovì nel Settecento, il dialetto di Viola oggi. Correnti e contrasti di lingua e cultura fra Liguria, Provenza e Piemonte, in “Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano”, III serie, 25, pp. 43-51.
  • Duberti, Nicola/Regis, Riccardo (2015), Standardizzazione toponomastica in aree di confine, in Atti del Convegno Internazionale Nomi, luoghi, identità. Toponomastica e politiche linguistiche (Cividale del Friuli, 17-19 novembre 2011), pp. 105-138.
  • Duberti, Nicola/Ravera, Mattia (2021), Il kje prima del kje: testimonianze storiche tra Settecento e Ottocento, in Bollettino dell'Atlante Linguistico Italiano, 45 (2021), pp. 27-54.
  • E kyé (1984), Progetto di ricerca sulle istituzioni comunitarie nelle valli occitane. Ricerche fatte nella zona dell’Alta Val Corsaglia dall’Associazione Culturale «E KYÉ» di Fontane, Fontane di Frabosa Soprana (CN)
  • Galleano, Chiara (2006), Il kje di Prea: aspetti fonetici e morfologici di un dialetto provenzale alpino con forti influenze liguri e piemontesi, tesi di laurea inedita, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, Torino.
  • Grassi, Corrado (1969), Parlà du kyé: un’isola linguistica provenzale nelle valli monregalesi, «Studi linguistici salentini», 2 (1969), pp. 127-138.
  • Marenco, Luciana (1971), Descrizione delle parlate provenzaleggianti delle valli monregalesi, tesi di laurea inedita, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, Torino.
  • Miola, Emanuele (2008), Il sistema dell’articolo determinativo nella varietà di Prea di Roccaforte Mondovì, «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», 32 (2008), pp. 103-115.
  • Miola, Emanuele (2009), In margine a un recente concorso di etimologia: considerazioni sulla diffusione del tipo [viˈnai] nella microtoponomastica monregalese, «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», 33 (2009), pp. 103-108.
  • Miola, Emanuele (2013), Innovazione e conservazione in un dialetto di crocevia. Il kje di Prea, Franco Angeli, Milano ISBN 978-88-204-5445-6
  • Nužèč dëř chié (2011), Il chié nell’alta vall’Ellero. Attraverso storia, tradizioni, toponomastica, antroponomastica delle Alpi del Mare, poesie del medico Giovanni Battista Basso e Sebastiano Unia, Villanova Mondovì.
  • Peirano Aggeo/Priale, Giuseppe (1981), Glossario, in CAI Mondovì (ed.), Pietre di ieri. Civiltà contadina nelle Alpi liguri, L’Arciere, Cuneo, pp. 153-158.
  • Priale, Giuseppe (1973), Il parlare del “kie” nell’Alta Valle dell’Ellero, tesi di laurea inedita, Facoltà di Magistero dell’Università di Torino, Torino
  • Rulfi, Giovanni Battista (2007), Titin medico dei poveri. La vita del dottor Giovanni Battista Basso attraverso i ricordi delle persone che lo hanno conosciuto, Comune di Roccaforte Mondovì - Circolo ACLI Amici di Prea - Artusin, Roccaforte Mondovì.
  • Rulfi, Giovanni Battista (2011), Prea pays usitan, Circolo ACLI Amici di Prea - Artusin, Roccaforte Mondovì.
  • Toso, Fiorenzo (2011), Quando il linguista diventa eponimo. Alcune riflessioni sull’“abilitazione” dell'occitano nelle valli del Monregalese, in Claudia Frevel – Franz-Joseph Klein - Carolin Patzelt (eds.), Gli uomini si legano per la lingua. Festschrift für Werner Forner zum 65. Geburtstag, Stuttgart, Ibidem Verlag, pp. 269-295.