Barattieri

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Barattieri di San Pietro
Deus et Gladium
Fasciato d'azzurro e d'argento di quattro pezzi, la prima fascia d'azzurro caricata di due dadi (faccia quattro e cinque), la seconda di un dado (faccia sei); col capo, d'argento, caricato di una bandiera di rosso. alla croce d'argento fluttuante a sinistra, attaccata ad un'asta d'oro posta in banda
StatoBandiera dell'Italia Italia
Titoli
Data di fondazioneXII secolo
EtniaItaliana

I Barattieri sono un'antica famiglia della nobiltà piacentina di cui si hanno le prime notizie nel 1292.[1]

I discendenti dei Barattieri abitano tuttora nell'Italia settentrionale.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della famiglia risalirebbero al capostipite Nicolò Barattieri[senza fonte], di cui si hanno le prime notizie verso il 1198.[2][3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 novembre 1466 Bianca Maria Visconti, vedova del Duca Francesco Sforza e il figlio Galeazzo Maria Sforza vendettero a Francesco I Barattieri, figlio del giureconsulto Bartolomeo, le entrate dei dazi che si riscuotevano nel territorio di San Pietro in Cerro[4].Il 9 novembre fu così investito del feudo di San Pietro e dei suoi adiacenti[5][6]

A seguito l'odierno comune di San Pietro in Cerro porta nello stemma cittadino parte di quello della famiglia (due bande orizzontali azzurre con incastonati i tre dadi).

Il 17 gennaio 1546 furono riconosciuti Patrizi piacentini dal Duca Pier Luigi Farnese.[7]

Nel 1674 alcuni membri della famiglia ottennero il titolo comitale dal duca Ferdinando Maria di Baviera.[8]

Il 28 ottobre 1678 Ercole e Paolo Emilio Barattieri ottennero dal duca Ranuccio II Farnese la dignità comitale per sé e per i propri discendenti legittimi e naturali.[9]

Lo stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma dei Barattieri trae origine dai motivi della nascita stessa della famiglia.

All'interno dello stemma campeggiano tre dadi; essi ricordano il fatto che Nicolò Barattiero, avendo eretto le due colonne di piazza San Marco, ottenne dal doge di Venezia Sebastiano Ziani di poter tenere banco dei giochi d'azzardo (all'epoca effettuati principalmente con dadi) ai piedi delle stesse.[10]

L'orsa presente nello cimiero della famiglia è un omaggio a sant'Orsola, protettrice della famiglia, le cui reliquie giacciono in un sarcofago nella chiesa di San Pietro in Cerro, per volere della famiglia stessa.[11]

Col passare degli anni lo stemma di alcuni rami della famiglia si è discostato da quello originale. Al posto dei tre dadi sono stati sostituiti tre triangoli[12]; il motivo di questo cambiamento è da ricercarsi nella volontà di "rinnegare" le origini poco nobili del famiglia (il gioco d'azzardo) e rivestirle con un'aura di "sacralità" (i tre triangoli richiamano la Trinità).

Blasonatura[modifica | modifica wikitesto]

Scudo sannitico, fasciato di quattro pezzi, nel due caricato di due dadi (faccia quattro e cinque), nel quattro caricato di un dado (faccia sei), entrambe le fasce di colore azzurro e le restanti, compresi i dadi, d'argento. Il capo, d'argento, caricato di una bandiera rossa alla croce d'argento fluttuante a sinistra, attaccata ad un'asta d'oro posta in banda.

Elmo: a cancelli di tre quarti, a destra con medaglia

Svolazzi e cercine: sempre d'azzurro e d'argento

Corona: tra lo scudo e l'elmo, tollerata di Conte. Sopra l'elmo, tollerata di Conte.

Cimiero: Orsa, a destra, con lingua di fuori, tenente la bandiera (vedi sopra)

Il motto[modifica | modifica wikitesto]

Sotto lo scudo: Deus et Gladium ("Dio e Spada"). Su lista bifida e svolazzante azzurra. Il testo in lettere romane minuscole.

Personaggi illustri[modifica | modifica wikitesto]

Bartolomeo Barattieri, De feudis, 1612
  • Nicolò, ingegnere. Eresse le colonne in Piazza San Marco a Venezia e il primo Ponte di Rialto sempre a Venezia[13][14]
  • Guido, consigliere del podestà di Bologna Oberto Visconti nel 1206. Podestà di Milano dal 1207 al 1209.[15]
  • Guido, figlio di Alberto, canonico di Bruges, nel 1342 nominato procuratore presso la corte pontificia ad Avignone[16][17]. Istituì un giuspatronato nella chiesa piacentina dei Santi Nazario e Celso, dove fece edificare una cappella dedicata a Sant'Orsola.[18]
  • Alberico, nipote di Guido, anch'egli giureconsulto presso la curia papale ad Avignone. Nell'agosto del 1342 venne incaricato insieme allo zio Guido Barattieri e a un altro piacentino, Filippo da Cassano, di sostenere le ragioni del vescovo di Piacenza Rogerio presso la corte pontificia.[19]
  • Traiano (o Travagnino o Travanino), giureconsulto.
  • Antonio I, figlio di Traiano, giureconsulto, insegnò dal 1398 in poi presso l'università di Piacenza. Nel 1417 fu podestà di Cremona[20][21]. Sposò Caterina Anguissola e in seconde nozze Antonia Dulzani.
  • Bartolomeo I, figlio di Antonio I, giureconsulto, dal 1439 al 1448 fu lettore del Sesto e delle Clementine e successivamente ordinario di diritto civile. Fu insignito del titolo di consigliere ducale a Milano[22]. Autore del trattato di diritto feudale intitolato De feudis e dedicato al duca Filippo Maria Visconti.[23].
  • Bartolomeo II, figlio di Francesco I, figlio di Bartolomeo I, giureconsulto, nel 1489 fu ascritto al Collegio dei Dottori e Giudici di Piacenza, nel 1512 inviato a Roma come ambasciatore della comunità presso il papa Giulio II della Rovere e da egli nominato Cavaliere[24]. Morto il 13 settembre 1514[25][26].
  • Francesco II, figlio di Bartolomeo II, podestà di Milano nel 1542[27], nel 1559 ambasciatore del duca Ottavio Farnese a Venezia. Nel 1541 ottenne dall'imperatore Carlo V la cittadinanza di Milano per sé e per i propri discendenti. Divenne poi arciprete di Monza, dove morì nel 1575[4].
  • Giovanni Battista (Codogno 1601 - Parma 1677)[28], Ingegnere Camerale del Comune di Lodi, scrisse il famoso trattato "Architettura d'Acque" nel 1656.[29]
  • Carlo Antonio, (Piacenza 1738 - Milano 1806), fratello di Gianfrancesco, fisico, autore di vari trattati tra i quali "Conghiettura sulla superfluità della materia colorata: o de' colori nella luce"[30], "Scoperte sul gran fenomeno della colorazione", "De' colori dissertazione".
  • Ercole Giovanni Battista, conte, patr. di Piacenza tenente generale d'artiglieria e maresciallo in campo degli eserciti di S.M. Cattolica, re di Spagna, e successivamente comandante della città e castello di Piacenza nel 1751.[31]
  • Dionigi (n. Pinerolo 25 luglio 1855 - m. Piacenza 3 febbraio 1930), conte, patr. di Piacenza, cavaliere di onore e devozione del S.M. Ordine di Malta, Cav. di Gr. Croce, ingegnere, storico, genealogista[32], figlio di Vittorio, commissario di S.M. alla Regia Consulta Araldica. Ha creato una preziosa collezione di carrozze d'epoca ora esposta nei Musei di Palazzo Farnese a Piacenza.[33] Fondatore del Museo del Risorgimento.[34]
  • Gianfrancesco (11 luglio 1743 – 16 gennaio 1802) conte, patr. di Piacenza, matematico, fisico, meccanico, astronomo, musico, architetto[35], ideatore dell'orologio solare e calendario perpetuo nel 1793 ancora presenti sulla facciata del Palazzo del Governatore a Piacenza, in piazza Cavalli.[36] Eletto principe dell'Accademia degli Scelti il 25 giugno 1762.[37]
  • Vittorio, (Piacenza 15 dicembre 1819, Milano 21 maggio 1887), conte, patr. di Piacenza, figlio di Paolo Emilio III, maggior generale durante la seconda e la terza guerra di indipendenza nazionale. Comandò, con il grado di Colonnello, il reggimento Genova Cavalleria nella Battaglia di Custoza del 24 maggio 1866[38][39][40]. Fu decorato della Legione d'Onore di Francia da Napoleone III (1869)[41]
  • Warmondo (Lodi, 28 marzo 1866 – Torino, 26 aprile 1937) Generale di Corpo d'Armata, M.A.V.M, Cavaliere dell'Ordine militare di Malta[42]

Albero Genealogico[modifica | modifica wikitesto]

 Guido
Podestà di Bologna
 
 
 Alberico
1 sp. Chiara Seccamelica
 
 
 Giovanni
 
 
 Travanino
1 sp. Agnosima Anguissola
 
 
 Antonio I
1 sp. Catterina Anguissola di Vigolzone 2 sp. Antonia Dulzani
 
 
 Bartolomeo I
(1380 - 1450) Giurista 1 sp. Maddalena Dulzani
 
 
 Francesco I
(1458 - 1481) 1 sp. Cattarina Scotti
 
   
 Bartolomeo II
(1485) - 1514 1 sp. Bianca Scotti
Alberico
GiovanMaria
 
   
 Francesco II
Podestà di Milano (1517) - 1575 1
Marcantonio
( ) - 1617
Giulia
  
  
 Ercole I
1595 - 1669 1 sp. Virginia Malaspina
Alberico II
 
 
 Giambattista
(1579 - 1600 ) 1 sp. Barbara Landi di Rivalta
 
 
 Ercole II
(1600-1670) 1 sp. Costanza Scotti
 
 
 Paolo Emilio I
1621-(1659) 1 sp. Ippolita Borghi
 
   
 Paolo Emilio II
(1660 - ) 1 sp. Teresa Landriani
 Ercole III
Giambattista II
(o Giovanni Battista) (1634 - 1699) ingegnere idraulico
  
  
 Antonio
1708 - 1744 1 sp. Maria Francesca Dell'acqua
 -
  
   
 Gianfrancesco
1743 - 1802 Astronomo 1 sp. Adelaide Scotti Vigoleno
Carlo Antonio
(1738-1806)
Giuseppe
(ramo estinto)
 
 
 Paolo Emilio III
(1765-1855) 1 sp. Sofia Capece della Somaglia 2 sp. Maddalena Scotti di S.Giorgio
 
   
 Vittorio
1819 - 1887 1 Giuseppina Arborio Gattinara di Gattinara
 Alessandro I
1816 - 1894 Sindaco di San Pietro in Cerro 1 sp. Giuseppina Cagni
Egidio
  
     
Adele ( o Adelaide)
1862 - 1933 1 sp. Alberto Brondello
Amalia
1858 - 1925 1 sp. Carlo Oltrona Visconti
Dionigi
1855 - 1930 Genealogista
Warmondo
1866 - 1937 Generale
Cesare
1850 - (1905)
 
 
 Gianfrancesco
1873 - 1941 1 sp. Maria Catturich

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio di Stato di Piacenza, Consistenza, su www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it, 16 ottobre 2019. URL consultato l'11 marzo 2023.
  2. ^ Marin Sanudo, Vita dei Dogi
  3. ^ Marc Antoine Laugier, Storia della repubblica di Venezia dalla sua fondazione sino al presente…, Venezia, C. Palese e G. Storti, 1778.
  4. ^ a b Fondo Archivio Barattieri, repertorio generale, f. 62.
  5. ^ Fondo Archivio Barattieri, atto del 4 novembre 1466 rog. Giacomo Perego, b.O, vol.I, doc.1, ms.
  6. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia Storica Nobiliare Italiana, vol. I, 1928, Milano, p. 498.
  7. ^ Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, tomo IX, p. 138.
  8. ^ A.S.P., Fondo Archivio Barattieri, atto del 2 ottobre 1674, b.M, vol. I, doc. 21, ms.
  9. ^ A.S.P., Atto del 28 ottobre 1678, fondo Archivio Barattieri, b.M, vol.I, doc. n. 23, ms.
  10. ^ Storia della repubblica di Venezia dalla sua fondazione sine al presente ... - Marc Antoine Laugier - Google Libri del sig. Abate Laugier, Istoria della Repubblica di Venezia dalla sua fondazione fino al presente, Venezia, 1778.
  11. ^ Comune di San Pietro in Cerro, su comune.sanpietroincerro.pc.it.
  12. ^ G.B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico, vol. I, pp. 89-90.
  13. ^ Dizionario: BARATTIERE
  14. ^ Ponte di Rialto | Venipedia®: molto più di un'enciclopedia di Venezia, su venipedia.it. URL consultato il 24 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  15. ^ Memorie storiche della città di Piacenza ,Cristoforo Poggiali, Tomo V, pag.76
  16. ^ L. Mensi, Dizionario biografico piacentino, Piacenza 1899, p. 55.
  17. ^ L. Mensi, Dizionario biografico piacentino, Piacenza, 1899, p. 55.
  18. ^ A.S.P., atto del 12 settembre 1346 rog. Manfredo Castagnolo, fondo Archivio Barattieri, volume I doc. n. 1.
  19. ^ L. Mensi, Dizionario biografico piacentino, pp. 53-54.
  20. ^ L.Mensi, Dizionario biografico, pp.53-54
  21. ^ Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza Tomo VII, pag.144
  22. ^ S.Fermi, Un giureconsulto piacentino: Bartolomeo Barattieri, in Storico Piacentino, anno XVIII (1923), pp38-39
  23. ^ Bartolomeo Barattieri nell'Enciclopedia Treccani
  24. ^ Corona della Nobiltà Italiana - Crescenzio Giopietro - 1639
  25. ^ L.Tettoni-F.Saladini, Teatro Araldico, Lodi-Milano 1841-48
  26. ^ Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza, 1760, Tomo VIII, p. 205.
  27. ^ A.S.P., Atti del 14 settembre 1541 e del 13 settembre 1542, Fondo Archivio Barattieri, b.M, vol.I, doc. n.2, ms.
  28. ^ Giovanni Battista BARATTIERI (1601 Piacenza-1677 ivi) Antica Grecia
  29. ^ Trattato teorico-pratico circa la divizione degli incrementi fluviali, ossia... - Giovanni Battista Barattieri - Google Libri
  30. ^ File:Conghiettura sulla superfluità della materia colorata, o de' colori nella luce - e del supposto intrinseco suo splendore (IA b3189558x).pdf
  31. ^ Gli ex libris italiani: guida del raccoglitore - Jacopo Gelli - Google Libri
  32. ^ Bollettino Ufficiale della Consulta Araldica, Vol. IX, n.41, maggio 1931, pagg.197,198,199
  33. ^ palazzofarnese.piacenza.it, https://www.palazzofarnese.piacenza.it/it/il-museo/collezioni/carrozze/carrozze.
  34. ^ Musei civici di Palazzo Farnese - Piacenza
  35. ^ Francesco Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni, volume 2, p. 142.
  36. ^ "La Scure" quotidiano Piacentino, edizione del 23 luglio 1929
  37. ^ Ritratto del conte Gian Francesco Barattieri, su catalogo.beniculturali.it.
  38. ^ Gottardo Garollo, Dizionario Biografico Universale, 1907, p.188.
  39. ^ Il Museo Storico di Pinerolo - Sala Coppe e Trofei, su museocavalleria.it. URL consultato il 7 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2009).
  40. ^ Copia archiviata, su esercito.difesa.it. URL consultato il 7 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2009).
  41. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, Appendice parte I, p. 499.
  42. ^ Warmondo Barattieri di S. Pietro, Cavaliere Ordine Militare d'Italia, su quirinale.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fondo Archivio Barattieri, repertorio generale, f.62
  • Fondo Archivio Barattieri, atto del 4 novembre 1466 rog. Giacomo Perego, b.O, vol.I, doc.1, ms.
  • Fondo Archivio Barattieri, atto del 28 ottobre 1678, b.M, vol.I, doc. n. 23.
  • Fondo Archivio Barattieri, atto del 2 ottobre 1674, b.M, vol.I, doc.21, ms.
  • Luigi Mensi, Dizionario biografico piacentino, Piacenza 1899, pp. 53–55.
  • S. Fermi, Un giureconsulto piacentino: Bartolomeo Barattieri, in Storico Piacentino, anno XVIII (1923), pp. 38–39.
  • L.Tettoni e F. Saladini, Teatro Araldico, Lodi-Milano, 1841-48.
  • http://notes9.senato.it/%20C1256DF7003BE4D6.nsf/(SkBibPerID2)/ID%20880875E44C979296C1256ED9003E37B6?OpenDocument[collegamento interrotto].

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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